SANZOGNO, Giovanni Giuseppe Luigi,
detto Nino. – Nacque a Venezia il 13 aprile 1911, nel popolare quartiere di Castello, da Giuseppe, commerciante, e da Zaira Majello. Studiò violino e composizione nel Civico liceo Benedetto Marcello (oggi conservatorio) con Francesco de Guarnieri (1867-1927) e con il direttore dell’istituto, Mezio Agostini, che nel 1932 promosse l’istituzione di un corso libero di composizione, affidato a Gian Francesco Malipiero e frequentato da Sanzogno.
Determinante fu per lui la vivace scena musicale veneziana, con la Biennale nata nel 1930. Conobbe il direttore Hermann Scherchen e ne seguì il seminario di direzione a Bruxelles (1935), presentandovi inoltre il proprio Ottetto, vincitore al concorso Henry Le Bœuf. Negli anni Trenta compose poemi sinfonici (L’onda, I quattro cavalieri dell’Apocalisse, Vanitas), un Concerto per viola, uno per violoncello, un’Introduzione per dieci strumenti, oltre al già citato Ottetto e alle musiche scritte con l’amico Guido Gorini per il film Il canale degli angeli (1934) di Francesco Pasinetti.
Attento alla musica antica sulla scia di Malipiero, Sanzogno fu con Alfredo Casella e Adriano Guarnieri fra i direttori della Settimana musicale senese dell’Accademia Chigiana dedicata alla riscoperta degli Scarlatti (1940). La vocazione contemporanea emerse subito, già nel 1936 ai Littoriali della cultura e dell’arte di Venezia con la direzione dell’Orfeide di Malipiero, regìa di Pasinetti (23 febbraio), e con l’azione svolta con il Gruppo strumentale italiano, promosso da Guido M. Gatti. L’ensemble suonò in importanti festival e stagioni italiane ed europee (Parigi, Basilea, Firenze, Venezia), firmando tra l’altro alla Biennale del 1937 la prima assoluta della Serenata per nove strumenti di Giovanni Salviucci, morto da pochi giorni.
Nel 1937 Sanzogno fu nominato direttore stabile dell’orchestra della Fenice di Venezia dal sovrintendente Goffredo Petrassi. Nel 1938 vi diresse fra l’altro la prima locale di Elettra di Richard Strauss (in italiano) e nel 1939 la Rapsodia n. 1 e il Concerto per due pianoforti, percussioni e orchestra di Béla Bartók, solisti il compositore e la moglie; ma continuava a presidiare fortemente anche il repertorio corrente, fra cui nel 1940 un’Adriana Lecouvreur con Beniamino Gigli e Magda Olivero e nel 1941 una Bohème con Mafalda Favero.
La sua attività si spostò anche su Milano con la nomina a direttore stabile dell’orchestra della RAI (allora EIAR) e i primi ingaggi alla Scala, di cui poi diventò una delle bacchette più presenti e direttore principale nel periodo 1962-65. Alla Scala, dopo concerti e balletti, fra cui L’uccello di fuoco di Igor′ Stravinskij (1941), diresse nel 1942 Hänsel e Gretel di Engelbert Humperdinck (in italiano), con Giulietta Simionato. Finita la guerra, ebbe un ruolo importante anche nell’orchestra dei Pomeriggi musicali, e fu sempre più presente nei cartelloni delle orchestre RAI e nelle principali stagioni italiane liriche e sinfoniche.
Sanzogno fu un direttore dai tempi brillanti, sonorità nette, limpidezza di linee, soprattutto dalla singolare lucidità di lettura e analisi delle partiture, capace di concertare in modo rapido e funzionale, enucleando i dati tecnici ed estetici essenziali tanto nel grande repertorio quanto nelle novità. Una maniera «esatta ma gloriosamente spontanea, cioè ignara di falsi problemi» (d’Amico, 2000, I, p. 595), arricchita da un eclettismo che poteva esprimersi su partiture diversissime, come, ad esempio, nel 1955-56, il doppio impegno del Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa (poi portato in tournée a Johannesburg) e dell’Angelo di fuoco di Sergej Prokof´ev (protagonista Rolando Panerai), ambedue con la regìa di Giorgio Strehler. In particolare l’istituzione della Piccola Scala, da lui inaugurata con Il matrimonio segreto nel 1955, gli avrebbe permesso di alternare titoli di cartello o d’impegnativa novità sulla scena maggiore a un teatro da camera fatto di prelibate rarità settecentesche e ottocentesche (Le astuzie femminili e Il credulo di Cimarosa, La serva padrona e la Nina, o sia La pazza per amore di Giovanni Paisiello, L’osteria portoghese e Il crescendo di Luigi Cherubini, Abu Hassan di Carl Maria von Weber, Rita e Il campanello di Gaetano Donizetti) come di novità contemporanee.
Alla Biennale del 1955 Sanzogno diresse la prima mondiale scenica dell’Angelo di fuoco di Prokof´ev (un’esecuzione in forma di concerto aveva avuto luogo a Parigi nel 1928), in italiano, regista Strehler, protagonisti Dorothy Dow e Panerai. Un altro vertice della carriera fu per Sanzogno la prima mondiale, alla Scala, dei Dialoghi delle carmelitane di Francis Poulenc (26 gennaio 1957) nella versione ritmica italiana di Flavio Testi, con Virginia Zeani nella parte di Blanche. Ma ci sono da segnalare almeno le prime assolute del Cordovano di Petrassi (Scala 1949), della Figlia del diavolo di Virgilio Mortari in abbinamento alla Gita in campagna di Mario Peragallo (Scala 1954), del David di Darius Milhaud (prima versione in forma scenica: Scala 1955), di Allez, hop! di Luciano Berio con Diagramma circolare di Alberto Bruni Tedeschi e Il circo Max di Gino Negri (Biennale 1959), della Notte di un nevrastenico di Nino Rota (Scala 1960), a cui vanno aggiunte, alla Scala, alla Biennale, all’Opera di Roma e altrove, le prime italiane dell’incompiuta Lulu di Alban Berg, di vari lavori di Gian Carlo Menotti, di Pierino e il lupo di Prokof´ev, della Lady Macbeth di Dmitrij Šostakovič, del Cardillac di Paul Hindemith, di Boulevard Solitude e dei Bassaridi di Hans Werner Henze, della Volpe astuta di Leoš Janáček, di Troilo e Cressida di William Walton.
Di Malipiero, il maestro a cui fu sempre fedele, Sanzogno ripropose la musica sinfonica e, per quel che riguarda il teatro musicale, L’Orfeide, I capricci di Callot, nonché La favola del figlio cambiato in un prestigioso allestimento con la regìa di Strehler (Scala, 1952), e soprattutto firmò importanti creazioni teatrali – L’allegra brigata (Scala, 1950), Il Marescalco (Treviso, 1969), L’Iscariota con Uno dei dieci (Settimana musicale senese, 1971) – e sinfoniche, dalla Sinfonia n. 7 «delle Canzoni» (Scala, 1949) al Concerto per flauto e orchestra dedicato a Severino Gazzelloni (Roma, 1969). Fra le altre prime esecuzioni ricordiamo almeno Tre Laudi di Luigi Dallapiccola (Biennale, 1937), il Concerto per arpa di Milhaud con Nicanor Zabaleta (Venezia, 1954), la Composizione per orchestra di Luigi Nono (RAI di Torino, 19 ottobre 1957).
Sanzogno fu il direttore dell’Ifigenia in Tauride di Christoph W. Gluck con la regìa di Luchino Visconti (1957), uno dei grandi spettacoli che crearono il mito di Maria Callas (l’aveva già diretta alla Fenice in Turandot, 1948). Negli anni Sessanta, oltre a dirigere alla Scala sia Birgit Nilsson (Aida, 1960, in alternanza con Leontyne Price) sia Joan Sutherland (Lucia di Lammermoor, 1964), fu mentore delle giovani voci di Renata Scotto, Mirella Freni, Gianni Raimondi, Luciano Pavarotti. Fu il primo direttore della celebre Bohème con la regia di Franco Zeffirelli; e La figlia del reggimento con Pavarotti (1969) resta fra le sue cose più celebrate.
Sanzogno aprì il XXV Maggio musicale fiorentino con l’Antigone di Tommaso Traetta (1962), il XXIX Maggio con la verdiana Luisa Miller (1966), il XXXI Maggio con Roberto il Diavolo di Giacomo Meyerbeer (1968), e nel 1969 guidò la tournée dei complessi del Maggio al festival di Edimburgo, presentando una magnifica Maria Stuarda di Donizetti con la regìa di Giorgio De Lullo e le voci di Leyla Gencer e Shirley Verrett, ma anche le amate Sette canzoni di Malipiero.
In contemporanea Sanzogno continuava un lavoro sinfonico intenso con le orchestre RAI e negli enti, e si fece promotore, in particolare, dell’allora ancor poco eseguito Anton Bruckner. La sua competenza nella musica contemporanea lo portò a Darmstadt per tenervi corsi di direzione, ma nello stesso tempo era spesso chiamato a dirigere opere di repertorio italiane in Europa e in America, a guidare tournées, a presiedere registrazioni di repertorio, di rarità e di novità, a divulgare la musica italiana del Novecento, come documenta negli archivi sonori BBC la bella registrazione di una serata con Pietro Scarpini interprete del Concerto di Petrassi (1959).
Morì a Milano il 4 maggio 1983. Si era sposato in prime nozze nel 1939 con l’arpista Zeffira Galeati, imolese di nascita, da cui ebbe l’unico figlio, Giampaolo (nato a Venezia il 17 giugno 1940, anche lui apprezzato direttore d’orchestra), e in seconde nozze nel 1979 con la cantante Giannina Buniato.
Nella discografia di Sanzogno si annoverano perlopiù registrazioni dal vivo, spesso ripubblicate negli anni da diverse case discografiche. Tra queste (si tralascia l’anno d’uscita dove non reperibile): F. Poulenc, I dialoghi delle carmelitane, Milano 1957 (Cantus 2008); A. Ponchielli, La Gioconda, Chicago 1966 (Omega Opera Archiv); G. Donizetti, La figlia del reggimento, Milano 1969 (Melodram); A. Scarlatti, La Griselda, Napoli 1970 (Opera d’oro 1970); G. Verdi, Aida, Parigi 1973 (Myto Records 2011).
Fonti e Bibl.: Duecento anni di Teatro alla Scala, II, Cronologia: opere-balletti-concerti 1778-1977, a cura di G. Tintori, Gorle 1979; R. Zanetti, La musica italiana nel Novecento, II, Busto Arsizio 1985, p. 970; Il Teatro La Fenice: cronologia degli spettacoli, 1938-1991, a cura di M. Girardi - F. Rossi, Venezia 1992; E. Montale, Il secondo mestiere. Arte, musica, società, a cura di G. Zampa, Milano 1996, ad ind.; F. d’Amico, Tutte le cronache musicali. «L’Espresso» 1967-1989, I-III, a cura di L. Bellingardi, Roma 2000, ad ind.; M. Mila, Mila alla Scala. Scritti 1955-1988, a cura di R. Garavaglia - A. Sinigaglia, Milano 2001, ad ind.; L. Pinzauti, G.S., in The new Grove dictionary of music and musicians, XXII, London 2001, p. 269; F. d’Amico, Forma divina. Saggi sull’opera lirica e sul balletto, a cura di N. Badolato - L. Bianconi, II, Firenze 2012, pp. 342, 403, 435, 441.