SANTORIO, Santorio (Sanctorius)
Medico, nato a Capodistria il 29 marzo 1561, morto a Venezia il 22 febbraio 1636. Iniziò i suoi studî nella città natale, poi li continuò a Venezia e a Padova ov'ebbe la laurea nel 1582. Nel 1587 fu invitato dal re di Polonia a recarsi alla sua corte. Rimase per alcuni anni a Cracovia, poi viaggiò in Ungheria e in Croazia dove fu consulente ricercatissimo; nel 1599 tornò a Venezia ove esercitò la pratica e fu amico e medico di fra Paolo Sarpi. Nel 1611 fu nominato professore di medicina teorica nello Studio di Padova, ebbe frequenti contatti con Galileo Galilei e fu amicissimo di Paolo e di Andrea Morosini.
Con i suoi esperimenti in ogni campo della medicina iniziò un'epoca nuova nell'indirizzo delle ricerche; dimostrò per il primo con un'opera audacemente innovatrice la necessità di accertare mediante istrumenti esatti i fenomeni del ricambio fisiologico e patologico. Affermò l'importanza della perspirazione insensibile indicando con questo nome la respirazione attraverso la cute e si servì della bilancia come di uno strumento di controllo per misurarla. Egli trasportò tutto l'ambiente nel quale viveva su una bilancia appositamente costruita e osservò le alterazioni alle quali va soggetto il peso del corpo, dedotte le secrezioni solide e liquide nei varî stati fisiologici e patologici. Per oltre trent'anni durarono gli esperimenti e i risultati ne furono raccolti in un libro De statica medicina (Venezia 1614). Questo libro fu tradotto in varie lingue ed ebbe una quantità di edizioni. Con quest'opera il S. afferma la necessità della ricerca sperimentale della quale è uno dei primi e più coraggiosi propugnatori. Egli deve essere considerato come il fondatore della scuola che fu chiamata degli iatromeccanici, di quelli cioè che intesero porre tutte le osservazioni mediche sotto il controllo di strumenti. Al S. si deve, se non l'invenzione del termometro, certo la sua applicazione nella misurazione della temperatura del corpo; sono di sua invenzione molti altri strumenti fra i quali particolarmente notevoli il pulsilogio che doveva servire a registrare le pulsazioni delle arterie, e un letto ad acqua da usarsi in certe malattie della pelle. Fra le altre opere sono da citarsi: Methodus vitandorum errorum omnium qui in arte medica contingunt (Venezia 1602); Commentaria in artem medicinalem Galeni (ivi 1612); Commentaria in primam Fen primi libri Canonis Avicennae (ivi 1625): le opere complete furono pubblicate in quattro volumi a Venezia nel 1660.
Bibl.: A. Castiglioni, La vita e l'opera di S. S., ecc., Bologna 1920.