STEFANO, santo
, Protomartire: fu uno dei primi sette diaconi scelti dagli apostoli, e la sua storia è narrata in Atti degli Apostoli, VI, 1-VIII, 2.
Il suo nome greco Στέϕανος "corona", è l'equivalente ellenistico di un ebraico ‛Aṭārāh (cfr. I Cron., II, 26) o di un aramaico kelīl (cfr. siriaco kelīlā): per quest'ultimo sta un'antica tradizione. Nella Chiesa egli ha ricevuto il titolo di "protomartire", perché fu il primo in ordine di tempo a essere ucciso in testimonianza della fede di Cristo.
Del periodo giudaico di St. non si sa nulla, né dell'occasione in cui egli divenne cristiano; la notizia data da Epifanio (Haer., XX, 4), secondo cui St. fu uno dei 72 discepoli di Gesù, non sembra fondata. Eletto diacono, il suo ministero sembra che si esercitasse specialmente fra i provenienti dal giudaismo ellenistico, come si può argomentare dalle categorie dei Giudei che insorsero contro di lui: questi furono principalmente i Giudei "libertini" (discendenti dai liberti della deportazione fatta a Roma da Pompeo Magno nel 63 a. C.) e altri di Cirene, di Alessandria, di Cilicia e d'Asia (Atti, VI, 9), dunque originarî della diaspora ellenistica, benché stabiliti a Gerusalemme. Nelle dispute con costoro St. prevaleva; gli avversarî perciò ricorsero alla violenza e lo condussero davanti al tribunale del sinedrio, accusandolo di "bestemmia contro Mosè e Dio". St. si difese dall'accusa con un lungo discorso, alla fine del quale gli accusatori irritatissimi lo cacciarono a furia di popolo fuori della città e ivi lo lapidarono, secondo la legge ebraica (Levitico, XXIV, 14); secondo la stessa legge (Deuteronomio, XVII, 7) tali esecuzioni capitali dovevano essere presenziate, anzi iniziate, da testimoni, e nel caso di St. i testimoni per essere più agili nel lancio delle pietre deposero le loro vesti presso un giovane chiamato Saul, cioè Paolo. La morte di St. dovette avvenire verso l'anno 36.
La tomba, ove St. fu deposto dai cristiani contemporanei, rimase ignota fino al 415, allorché ne avvenne la "invenzione" per opera del sacerdote Luciano a Caphar Gamala, alquanto a nord di Gerusalemme; le sue reliquie, trasportate in città, furono riposte nel 460 nella basilica eretta dall'imperatrice Eudocia nel sobborgo settentrionale, sul luogo dove secondo la tradizione era avvenuta la lapidazione. Questa "invenzione" è celebrata dalla Chiesa romana il 3 agosto, mentre la festa principale è fissata al 26 dicembre, subito dopo il giorno natale di Gesù: quest' ultima assegnazione si trova già fissata nel sec. V.
Bibl.: Oltre ai commenti gli Atti degli Apostoli (v.), cfr. M.-J. Lagrange, Saint Étienne et son sanctuaire à Jerusalem, Parigi 1894.