Martire (274-295). Figlio del veterano Fabio Vittore, di Tebessa (Africa proconsolare), il 12 marzo 295 si presentò al proconsole Dione giunto da Cartagine per procedere all'arruolamento dei coscritti; ma nonostante le insistenze del proconsole, si rifiutò di servire, in quanto cristiano, e fu condannato alla decapitazione. Il racconto è contenuto negli Acta Maximiliani, processo verbale ufficiale del fatto (con poche aggiunte), uno dei documenti più vivi e impressionanti dell'antichità cristiana. Il documento ha anche interesse per la conoscenza delle istituzioni militari dell'Impero romano, come il solo che, con precisione tecnica di linguaggio, ci faccia assistere alla seduta di un consiglio di leva.