Luigi IX, santo
Re di Francia (n. forse Poissy 1215-m. presso Tunisi 1270). Figlio di Luigi VIII, cui successe (1226) sotto la tutela della madre, Bianca di Castiglia, che seppe affrontare con successo una rivolta dei baroni e raggiungere un vantaggioso accordo con Raimondo conte di Tolosa (1229), teso a inserire le regioni meridionali del Paese nell’orbita del potere regio. Nel 1234 L. aveva sposato Margherita di Provenza e a partire dal 1242 esercitò direttamente il potere, pur riservando alla madre una parte delle responsabilità. Si preoccupò specialmente di dare unitarietà alle diverse giurisdizioni locali, precisando funzioni e limiti dei funzionari e rafforzando al tempo stesso la posizione giuridica e le prerogative della monarchia. Dovette lottare contro vari tentativi di rivolta nella Linguadoca, costringendo il conte di Tolosa a piegarsi (1243). Con abile mossa L. combinò il matrimonio tra il fratello Carlo conte d’Angiò e Beatrice, erede della contea di Provenza (1246), facendo così entrare questa regione, fino allora soggetta all’impero, nell’orbita francese. Nelle contese fra papato e impero si mantenne neutrale, e cercò anzi di farsi mediatore fra il papa e Federico II; però favorì (1265-66) la spedizione di Carlo d’Angiò in Italia. L. promosse due crociate, alle quali partecipò di persona. Nel 1248, dopo aver affidato il regno alla madre, partì da Aiguesmortes per l’Egitto, ma nel 1250 venne sconfitto ad al-Mansura e preso prigioniero. Liberato quasi subito, su pagamento di metà del riscatto, rimase in Terra Santa ancora fino al 1254. Rientrato in Francia, proseguì nella sua opera di riordinamento interno (importante soprattutto la Grande ordinanza del 1254, sulla condotta degli agenti regi nelle province). Sempre animato da una volontà di pace, L. risolse con il Trattato di Corbeil (1258) i problemi territoriali con il re d’Aragona e, con il Trattato di Parigi (1259), in cambio della restituzione al re d’Inghilterra del Limosino, del Quercy e dell’Agenais, ottenne da parte del sovrano inglese la professione di vassallaggio in quanto duca di Aquitania (o Guienna) e la rinuncia agli altri territori rivendicati. L. guidò poi una nuova crociata che, decisa già nel 1267, mosse da Aiguesmortes il 1° luglio 1270 diretta verso Tunisi, ma appena avvenuto lo sbarco, un’epidemia di peste decimò l’esercito, e lo stesso re ne fu vittima. Molto importante fu la sua attività di patrono delle arti, culminata nella costruzione della Sainte-Chapelle di Parigi, che segna uno dei momenti più alti dell’arte gotica francese. L. venne celebrato già subito dopo la morte come sovrano giusto e imparziale e con lui si affermò e si precisò la figura del sovrano modello, nella formula del «re santo». In effetti L. riuscì a combinare la sua profonda spiritualità cristiana con gli interessi e le esigenze della monarchia. Fu canonizzato nel 1297.