LAPIS (Lapi), Santo (Sante)
Nacque a Bologna, o nel territorio circonvicino, probabilmente prima del 27 apr. 1699. Benché il suo nome non figuri nel registro collettivo dei battezzati nella cattedrale di S. Pietro, sede dell'unico battistero per la città e l'immediata fascia suburbana, tutte le fonti documentarie concordano nel dirlo bolognese.
Secondo documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Bologna (cfr. The New Grove Dict.), il L. avrebbe studiato a Bologna nel conservatorio di S. Onofrio (più probabilmente, nel pio istituto intitolato a S. Maria Maddalena e a S. Onofrio). Null'altro è noto di lui fino al 27 apr. 1719, quando fu ammesso all'Accademia filarmonica di Bologna "in qualità di novizzo", che comportava l'accettazione nell'istituzione per il periodo di prova previsto, da statuto, per l'aggregazione: annuale per i compositori, semestrale per cantori e suonatori (Bologna, Arch. dell'Accademia filarmonica, Verbali, II, c. 54v). Data la norma che vietava anche solo l'accettazione "all'approbatione" ai minori di vent'anni, la nascita del L. dovrebbe quindi collocarsi prima del 27 apr. 1699 (Costitutioni dell'Accademia de sig.ri Filarmonici di Bologna, pubblicato in Callegari Hill, pp. 364 s.). Con ventitré voti favorevoli e tre contrari, il 2 maggio 1720 il L. fu aggregato, come organista, all'ordine dei suonatori dell'Accademia bolognese, alla cui vita partecipò - anche con i versamenti delle quote fissate per il suffragio degli accademici defunti - almeno sino al 1725 (Bologna, Arch. dell'Accademia filarmonica, Verbali, II, cc. 56r, 58r, 70r; Libro intitolato Campione F, p. 130).
Da una lettera di G.A. Ricieri (24 apr. 1733, da Venezia, a G.B. Martini, a Bologna, in Martini) si apprende come nella città natale il L. sarebbe stato organista di una non meglio precisata "Cappella de' Sassi cioè di S. Stefano". L'incarico, che doveva essere più onorifico che sostanziale, cessò tuttavia prima del 22 dic. 1726, quando, dopo apposita audizione, il L. fu assunto come tenore nella cappella veneziana di S. Marco, con la retribuzione annua di 80 ducati.
A Venezia, il L. affiancò all'attività di cantore quella di operista, componendo, per le due stagioni autunno 1729 - carnevale 1730 del teatro di S. Cassiano, le musiche degli atti I e II de La generosità di Tiberio (su un vetustissimo libretto di N. Minato; l'atto III è opera di B. Cordans), e delle nuove arie sostitutive de La fede in cimento (su libretto di A. Zeno, già musicato nel 1707 da F. Gasparini).
Nel libretto a stampa del primo dei due drammi per musica il L. appare chiaramente come compositore, con la qualifica di "Academico Filarmonico" (p. 9; così esibito il titolo doveva volutamente lasciare intendere un'appartenenza all'Accademia in quanto compositore). La paternità di parte delle musiche del secondo, taciuta nel libretto, è invece attribuita al L. da cronologie e repertori teatrali coevi (in primis da C. Bonlini).
Sempre a Venezia, nel 1732, il L. compose le musiche de Le nozze di Psiche e Cupido, una cantata a quattro voci offerta al patrizio Alvise Cipriani per celebrare la nomina a procuratore di S. Marco del fratello Carlo. Nella lettera del Ricieri sono contenute altre informazioni sugli anni veneziani del Lapis. In essa si apprende che il L., oltre al servizio come "virtuoso musico di S. Marco", avrebbe svolto mansioni non meglio precisate di "maestro" presso l'ospedale dei Mendicanti - pio luogo destinato, tra l'altro, all'educazione musicale di fanciulle orfane o indigenti -, venendone tuttavia allontanato "per esser troppo giovane"; che avrebbe preso moglie, divenendo padre di "una creatura"; e che avrebbe aggiunto all'impegno di cantore marciano quello, assai più redditizio, di insegnante, tale da fruttargli oltre 500 ducati all'anno. Ancora dal Ricieri sappiamo che, prima del 24 apr. 1733, il L. avrebbe abbandonato la famiglia e Venezia, e sarebbe "scapato via con una giovane in Germania, chi dice per Vienna, chi per altrove".
È certo che negli anni seguenti il L. fu a Klagenfurt (carnevale 1737) e a Praga (1738-39), alla guida di una compagnia di cantanti d'opera italiani in qualità di impresario e, verosimilmente, di adattatore musicale delle partiture in repertorio.
Tra le opere rappresentate - per lo più drammi per musica impasticciati con musiche probabilmente anche del L. - si contano: La fede tradita e vendicata (Klagenfurt 1737 e Praga 1738), Semiramide (Praga s.d. [1738]), Tigrane (s.l. né d. [ibid. 1738]), la paternità del L. delle musiche è attestata per la ripresa che il L. stesso produrrà ad Amsterdam nel 1753), La Ginevra (Praga 1739; "musica di Santo Lapis, toltone alcune arie"), e la "rappresentazione morale per musica" L'Egidio (ibid. 1739). È assai probabile che in Austria il L. abbia avuto contatti professionali con P. Mingotti, attivo in quegli anni, con la propria compagnia d'opera, a Graz. Si spiegherebbero così i diversi ed esclusivi punti di contatto esistenti tra i libretti de La fede tradita e vendicata impressi per le rappresentazioni che ebbero luogo nell'autunno 1736 a Graz e nel carnevale 1737 a Klagenfurt, le cui dediche sono a firma, rispettivamente, del Mingotti e del Lapis.
Tra il 1739 e il 1741 il L. lasciò Praga, stabilendosi - non si sa se subito, o dopo aver fatto tappa in altri centri - all'Aia, ove per il 18 nov. 1741 è attestata una sua esibizione in concerto con una non meglio identificata "Signora Barbieri". È da far risalire agli anni della sua permanenza in Europa centrale la stampa ad Augusta delle Sonate da camera a due… opera prima (s.n.t.); forse proprio al periodo che intercorre tra l'abbandono di Praga e l'arrivo in Olanda. Ancora una volta il L. si presenta - nel frontespizio della pubblicazione - come "Accademico Filarmonico di Bologna".
Per una dettagliata conoscenza della vita del L. in Olanda si rinvia alle documentate ricerche di R. Rasch. All'Aia, ove probabilmente fu insegnante di canto e clavicembalo, il L. attese, tra il 1743 e il 1747, in un'epoca in cui la musica e i musicisti italiani erano ricercatissimi in tutta Europa, alla pubblicazione di quattro raccolte di composizioni proprie, che egli stesso finanziava - come si evince dall'assenza nei frontespizi di un editore - con evidenti intenti commerciali e di autopromozione. L'organico estremamente elastico e variabile di tali composizioni, e la loro facilità di scrittura, inoltre, le mettevano alla portata, esecutivamente parlando, del grande pubblico dei dilettanti di media abilità (caratteristiche, queste, proprie anche alle successive raccolte di composizioni strumentali, pubblicate, tra il 1752 e il 1760, ad Amsterdam e a Londra).
Verso il 1750 il L. si trasferì ad Amsterdam, ove fu attivo come organizzatore di concerti - principalmente di cantanti italiani - sia per la città, nella locale Doelenzall (a più riprese, dal novembre 1751 al gennaio 1754), sia, sporadicamente, per la vicina Haarlem. Dall'autunno 1752 al maggio 1754, inoltre, formata una propria compagnia d'opera italiana, il L. fu responsabile anche di articolate serie di rappresentazioni melodrammatiche: inizialmente a Leida e all'Aia (autunno 1752), quindi ad Amsterdam, prima nella sala in legno sulla Overtoomsweg (gennaio-aprile 1753), poi nel più centrale Schouwburg (a più riprese, dal maggio 1753 al maggio 1754).
Nonostante Amsterdam fosse la più importante piazza teatrale d'Olanda, la compagnia continuò nel 1753 a esibirsi per brevi serie di rappresentazioni anche a Haarlem, Leida, e L'Aia. Il suo repertorio, composto per lo più da opere comiche, annoverava L'Arcadia in Brenta e Il mondo della luna di B. Galuppi, Orazio di P. Auletta, La finta cameriera, L'opera in prova alla moda e Madama Ciana di G. Latilla, Il negligente e Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno di V. Ciampi, La maestra di G. Cocchi, La serva padrona di G.B. Pergolesi, Minosse ossia Arianna e Teseo ed Artaserse, di compositore non dichiarato, Tigrane dello stesso L., e Demofoonte di A. Bernasconi.
Interrotta nel maggio 1754 l'attività impresariale, il L. rimase ad Amsterdam fino al 1757, svolgendo l'attività - documentata da inserzioni pubblicitarie - di commerciante di edizioni musicali e di corde per strumenti; pubblicando almeno altre quattro raccolte di composizioni strumentali e una di arie tratte da opere da lui dirette; e componendo L'infelice avventurato, opera comica messa in scena nell'ottobre 1754 da F. Ferrari, l'impresario a lui subentrato nella conduzione della troupe d'opera italiana.
Quindi, nel 1757 il L. si trasferì a Londra, seguendo una rotta, da e verso il continente, già battuta da moltissimi musicisti italiani. Lì darà alle stampe, sempre a proprie spese, diverse raccolte di musica strumentale rivolte al folto pubblico dei dilettanti. Dal 1760 se ne perdono le tracce a Londra. Secondo il New Grove Dict., il L. sarebbe stato clavicembalista di una compagnia d'opera che avrebbe portato La serva padrona di Pergolesi a Edimburgo (giugno 1763), e forse a York (ottobre 1763) e Dublino (primavera 1764).
Non sono noti la data esatta e il luogo di morte del Lapis. Né la tavola cronologica dei Defonti della celebre Accademia de' filarmonici di Bologna… dall'anno della fondazione… 1666 sino al presente ([Bologna 1764], foglio volante in Gaspari, Zibaldone…), né l'elenco alfabetico dei Defunti della celebre Accademia de' filarmonici di Bologna… aggregati al suffragio… sino al presente 1764 giugno descritti per alfabeto [Bologna 1764], c. [12]r, annoverano il L. tra gli accademici scomparsi entro la prima metà del 1764. L'esemplare dell'elenco alfabetico conservato nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna (Gozzadini, 260/19) presenta tuttavia un aggiornamento manoscritto fino all'anno 1769, che, benché erroneo circa la data d'aggregazione del L. all'Accademia filarmonica, ne colloca la morte al 1765 ("Lapi Sante Bolognese suon. aggreg. 1716. † 1765"). Anno di morte, il 1765, confermato da un secondo registro cronologico dei defunti dell'Accademia, manoscritto e privo di frontespizio, redatto attorno al 1757 ma aggiornato a più riprese da più mani fino al 1838, che, pur lasciando in bianco lo spazio riservato al giorno della morte, colloca il L. tra gli accademici deceduti nel 1765 (Bologna, Civico Museo bibliografico musicale, senza segnatura, p. 33).
Oltre alle opere teatrali citate in precedenza, le cui musiche sono perdute - a eccezione de La generosità di Tiberio conservata in partitura (Lisboa, Biblioteca da Ajuda; cfr. Biblioteca da Ayuda…) -, si segnalano le seguenti composizioni manoscritte: Ave Regina in Fa maggiore per soprano, archi e organo (Pécs, Székesegyházi Kottatár [Collezione musicale della cattedrale]; cfr. Répertoire international des sources musicales); arie su testi metastasiani ne La contessina (C. Goldoni - G. Maccari; Bruxelles, Bibliothèque du Conservatoire royal; cfr. Wotquenne, IV, p. 126); arie per soprano, archi e continuo: "Furibonda la mia spada" (ibid., II, p. 193); "Tra flutti in mezzo" (Vienna, Gesellschaft der Musikfreunde; cfr. Eitner); "No, non chiedo, amate stelle" (Neuchâtel, Bibliothèque publique et universitaire; cfr. Répertoire international des sources musicales); duetto per due soprani e continuo: "Cara, sei tu il mio bene" (ibid.). Di dubbia attribuzione l'opera Fausta fedele.
Composizioni pubblicate: Sonate da camera a due, violino, e basso… Opera prima, Augusta s.d.; Arie vocali a cembalo… (Ces airs sont aussi pour le violon, et pour la flûte traversière), [Den Haag 1743]; Petits airs françois… pour la voix, le violon, flûte traversière…, [ibid. 1745; perduti]; Sonnates pour le clavessin…, ibid. [1746]; Sept acclamations joyeuses en musique italienne pour la voix avec les accompagnements à parte des violons… et la basse continue, ibid. 1747; Sei duetti per due flauti o violini o fagotti, Paris s.d. [circa 1740-48]; Terzetti per il cembalo con il flauto traversiere o sia violino, Amsterdam 1752; Sei nouve [sic] sinfonie a più stromenti…, ibid. 1754; Nouveaux trios à deux flûtes traversières ou à deux violons, avec la basse continue, ibid. 1756; Recreationi musicali a due voci, o siano flauti e violini col basso continuo e senza se piace, [ibid. 1756], perdute; Passe-temps musical de nouveaux airs, ou soient chansonnettes françoises… avec la basse continue, [ibid. 1756], perduti; Raccolta di dodici arie da opere dirette da Lapis, [ibid. 1757, perduta; incipit testuali in R. Rasch, in corso di pubblicazione, n. 105]; La Stravaganza per il cembalo…, [ibid. 1757]; The amusement of the guittar in twelve Italian airs for the voice…, [London 1758-60; perduto]; Guittar in fashion, containing twelve double sonatas for all sorts of guittars, with minuets, and six duettos for two guittars, and an Italian song, [ibid. 1758-60; perduti]; X solos for the violoncello with a thorough bass… opera XV, ibid. 1758; Miss Mayer. A new guittar book in four parts, viz. Italian, French, English airs, and duets for the voice, accompanied with the guittar and a thorough bass for the harpsichord… opera XVI, ibid. 1759; A libro aperto. Light airs with minuets for the harpsichord and for all sorts of guittars… opera XVII, ibid. 1760; A favourite minuet, in M. Greene, A favourite lesson for the harpsichord or organ…, ibid. [circa 1760].
Edizioni moderne: Drei Peichte Sonaten, a cura di H. Ruf, Mainz 1956 (op. I, nn. 3, 4, 8); Sonnates pour le clavessin (Den Haag 1746), a cura di R. Rash, Utrecht 2001.
Fonti e Bibl.: Bologna, Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, Mss., B.870-873: B. Carrati, Cittadini maschi di famiglie bolognesi battezzati in S. Pietro come risultano dai libri dell'Archivio battesimale, dal 1459 al 1809, XXII-XXV (anni 1680-1719); Ibid., Arch. dell'Accademia filarmonica, Verbali, II, cc. 54v, 56r, 58r, 70r; I.3: O. Penna, Cronologia o sia Istoria generale di questa Accademia… dall'anno MDCLXVI… fatta… l'anno MDCCXXXVI, II, p. 530; VII.3: Libro intitolato Campione F in cui vi sono descritti tutti li sig. Accademici Filarmonici viventi in quest'anno santo 1750, col conto del loro dare, ed avere, p. 130; VII.2: Campione segnato G in cui vi sono descritti tutti li sig. Accademici Filarmonici conto del loro dare ed avere, p. 47; Ibid., Civico Museo bibliografico musicale, Mss., UU.12: G. Gaspari, Zibaldone musicale di memorie, documenti, estratti di opere…, III, pp. 38 s.; Berlin, Staatsbibliothek Preussischer Kulturbesitz, Mus. ms. theor., Kat. 186: Catalogo (thematico) della musica di chiesa (catholica in Dresda) composta da diversi autori - secondo l'alfabetto 1765; C. Bonlini, Le glorie della poesia e della musica contenute nell'esatta notitia de' teatri della città di Venezia, Venezia [1730], pp. 217, 264; E.L. Gerber, Historisch-biographisches Lexicon der Tonkünstler…, Leipzig 1790, I, col. 786; O. Teuber, Geschichte des Prager Theaters, I, Prag 1883, p. 159; G.B. Martini, Carteggio inedito del p. Giambattista Martini coi più celebri musicisti del suo tempo, a cura di F. Parisini, I, Bologna 1888, pp. 52 s.; A. Wotquenne, Catalogue de la Bibliothèque du Conservatoire royal de musique de Bruxelles…, II, Bruxelles 1902, pp. 193, 285; IV, ibid. 1912, pp. 126, 207, 233; O. Kamper, Hudební Praha v XVIII. Vìku (Praga musicale nel XVIII secolo), Praha 1936, pp. 141, 244; Biblioteca da Ajuda. Catálogo de música manuscrita…, III, Lisboa 1960, p. 17; D.E. Freeman, The opera theater of count Franz Anton von Sporck in Prague (1724-35), diss., University of Illinois at Urbana-Champaign, 1987, pp. 206, 219, 410 s.; L. Callegari Hill, L'Accademia filarmonica di Bologna, 1666-1800: statuti, indici degli aggregati e catalogo degli esperimenti d'esame, con un'introduzione storica, Bologna 1991, pp. 201, 245, 270, 307; O. Gambassi, L'Accademia filarmonica di Bologna. Fondazione, statuti e aggregazioni, Firenze 1992, p. 441; Répertoire international des sources musicales, A/II, Manuscrits musicaux après 1600, cd-rom SAUR, München 1995 (e successivi aggiornamenti); F. Passadore - F. Rossi, S. Marco: vitalità di una tradizione. Il fondo musicale e la cappella dal Settecento ad oggi, Venezia 1996, I, pp. 313, 495; R. Rasch, Operatroepen in Amsterdam, 1750-1763 (Compagnie d'opera in Amsterdam), in Die Achttiende Eeuw (Diciottesimo secolo), XXIX (1997), pp. 179 s., 182-185, 189; Id., The Italian presence in the musical life of the Dutch Republic, in The eighteenth-century diaspora of Italian music and musicians, a cura di R. Strohm, Turnhout 2001, pp. 191 s., 197, 199, 209 s.; R. Strohm, Italian operisti North of the Alps c. 1700 - c. 1750, ibid., p. 23; R. Rash, in S. Lapis, Sonnates pour le clavessin…, cit., 2001, pp. 11-15; Id., Italian opera in Amsterdam 1750-1756: the troupes of Crosa, Giordani, L., and Ferrari, in Italian opera in Central Europe: institutions and ceremonies, a cura di M. Bucciarelli - N. Dubowy - R. Strohm, Berlin 2004; J.B. Stockigt, "Catalogo (thematico) [sic] della musica di chiesa (catholica [sic] in Dresda) composta da diversi autori - secondo l'alfabetto 1765": an introduction, accessibile in http//www.muzykologia.uj.edu.pl/conference/papers.html; F.-J. Fétis, Biographie univ. des musiciens, V, p. 198; R. Eitner, Quellen-Lexikon, VI, pp. 49 s.; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XIV, p. 268.