GREGORIO Grassi, santo
Nacque a Castellazzo Bormida, vicino ad Alessandria, il 13 dic. 1833, terzo dei nove figli di Giovanni Battista e Paola Francesca Moccagatta, e fu battezzato Pietro Antonio. Trascorsa l'infanzia e compiuti i primi studi nel paese natale, avvertì presto la vocazione religiosa e fu ammesso, nel novembre 1848, fra i minori francescani nel convento della Madonna della Ghiara di Reggio Emilia, iniziando poi il noviziato a Montiano, presso Cesena, dove vestì l'abito il 14 dicembre. Emessa la professione dei voti religiosi nel 1849, G. venne inviato nel convento bolognese della Ss. Nunziata per compiervi il corso di studi prescritto dall'Ordine, e, pur senza brillare particolarmente, si rivelò alunno dotato.
A Bologna G. ebbe tra i suoi compagni di studio il ravennate L. Piavi, futuro patriarca latino di Gerusalemme, e L. Canali, da Parma, poi ministro generale dei frati minori. Trasferito quindi nel convento di S. Nicola di Carpi (Modena), ricevette l'ordinazione sacerdotale il 17 ag. 1857.
Nominato maestro dei chierici nel convento di Carpi, G. tenne l'incarico per poco più di un anno, poiché, in seguito alla sua decisione di abbracciare la vita missionaria, i superiori lo inviarono a Roma nell'ottobre 1858 assegnandolo al convento di S. Bartolomeo all'Isola Tiberina. Qui si preparò per due anni ai compiti che lo attendevano nelle missioni e completò il tirocinio con un esame sostenuto nella congregazione di Propaganda Fide. Lasciata l'Italia nel 1860, nella primavera dell'anno seguente, dopo alcuni mesi trascorsi in Palestina, da Suez raggiunse Hong Kong e quindi, il 20 sett. 1861, Tianjin, nello Shandong, muovendo poi alla volta di Tun-ol-Kou, allora residenza del vicario apostolico dello Shanxi.
La regione, che del 1696 era stata affidata dalla S. Sede, insieme con quella confinante dello Shanxi, alle cure dei francescani, era stata eretta in vicariato apostolico autonomo nel 1844, e questo a sua volta era stato suddiviso nel 1890 in due parti, quella meridionale, dove erano attivi i francescani olandesi, e quella settentrionale, con sede a Taiyuan, gestita dai frati italiani. Al tempo dell'arrivo di G. esercitava le funzioni di vicario mons. Luigi Moccagatta, anch'egli oriundo di Castellazzo Bormida, il quale affidò al suo confratello e connazionale il compito di dirigere il locale orfanotrofio, nonché l'incarico di recarsi regolarmente nelle stazioni missionarie limitrofe per amministrarvi i sacramenti. Nel contempo G. si dedicava con impegno allo studio della lingua cinese.
Divenuto direttore del seminario di Taiyuan e maestro di "canto fermo", nel 1869 venne nominato dal Moccagatta, che era in procinto di assentarsi per intervenire al concilio Vaticano I, procuratore di tutta la missione. Morto nel 1875 mons. P. Carnevali, coadiutore del Moccagatta, G. fu designato a succedergli e, con breve del 28 genn. 1876, promosso alla sede titolare di Ortosia di Caria, ricevendo il 19 novembre di quell'anno la consacrazione nella cattedrale di Taiyuan da mons. F. Tagliabue, vicario apostolico dello Tce-li. Il novello presule, che aveva, come pare, accettato la dignità episcopale solo dopo "pressioni dirette" dei suoi confratelli F. Fogolla ed E. Facchini, si dedicò con rinnovata energia ai suoi impegnativi compiti pastorali, in anni talora drammatici per la vita degli abitanti della regione, travagliata dal 1876 al 1879 da una grave carestia che fece milioni di vittime, e, nel 1886, da disastrose inondazioni, mentre in qualche distretto della missione andava crescendo la mentalità xenofoba.
Nel 1883 G. intraprese la visita della parte meridionale della provincia dove era attivo il padre Fogolla, suo futuro coadiutore. L'anno seguente scriveva alla famiglia, che da tempo sollecitava una sua visita: "Più volte mi avete significato il desiderio di rivedermi […] ma se sapeste che già da alcuni anni tutto il peso di questa missione gravita su queste deboli spalle […]. Attualmente quasi tutti i missionari italiani sono divenuti inabili, chi per vecchiaia, chi per malattia. Quindi io debbo fare da Vicario Apostolico, da Vicario generale, da segretario, da curatore della Casa, da architetto nell'edificare chiese etc. etc." (Picconi - Ricci - Barnaba da Cologna, p. 62).
Nel 1880 e nel 1885 G. aveva difatti organizzato con Moccagatta e Fogolla due sinodi regionali a Taiyuan, senza interrompere il suo impegno nella costruzione di nuove chiese nel territorio della missione. La collaborazione di G. con Moccagatta, che non andò esente da alcune difficoltà (Positio, p. 264), durò fino alla morte di questo, nel settembre 1891. Divenuto vicario apostolico, G. intensificò la propria azione, costruendo varie chiese e riedificandone altre (fra cui una copia del santuario della Porziuncola); ampliò inoltre i due orfanotrofi di Tae-yuen e di Tun-ol-kou, ne eresse un terzo a Sua-teen; e nel 1896 convocò un sinodo particolare in cui, oltre diverse disposizioni di disciplina ecclesiastica, fu deciso che il clero dovesse combattere la diffusione dell'oppio. L'anno seguente G. compì un'accurata visita pastorale nella zona di Tae-fu, e nel 1898 inviò il Fogolla in Europa perché partecipasse all'Esposizione internazionale organizzata a Torino dall'Associazione per soccorrere i missionari italiani diretta da E. Schiaparelli e curasse l'invio nello Shanxi delle francescane missionarie di Maria (francesi) per assumervi la direzione degli orfanotrofi. Una statistica del 1900 testimoniava la vitalità della missione francescana governata da G., che annoverava più di 15.000 cristiani e 3000 catecumeni e quasi duecento tra chiese, cappelle e oratori.
Intanto, però, le condizioni politiche e sociali dell'impero cinese si facevano sempre più critiche sotto la pressione delle potenze occidentali e delle calamità naturali. Il peggioramento del tenore di vita delle popolazioni e la precarietà del potere centrale favorirono rivolte e sommosse fomentate dalle società segrete che la corte di Pechino cercò di sfruttare in funzione antimperialista e xenofoba. La situazione si aggravò rapidamente nello Shanxi in seguito alla sostituzione, nel marzo 1900, del governatore civile e militare, progressista e francofilo, con Yu Xian, sostenitore del movimento xenofobo e anticristiano dei Boxers. G. e il suo coadiutore Fogolla tentarono senza successo di ingraziarsi il potente funzionario, mentre i disordini e le violenze andavano crescendo e la regione veniva colpita da un'epidemia di tifo in cui i Boxers e i loro sostenitori vollero vedere un segno dell'irritazione del cielo per la presenza della minoranza cristiana cinese. G., ormai anziano e che una testimonianza del tempo descrive "di figura magra, di aspetto severo con una barba veneranda ed un parlare secco secco", non volle abbandonare la sua missione né opporre, a quanto pare, resistenza agli emissari del governatore che lo trassero in arresto insieme con il Fogolla e altri religiosi nella notte tra il 5 e il 6 luglio 1900. Il 9 luglio G. e i suoi compagni vennero trucidati, alla presenza di Yu Xian, nel cortile del tribunale di Taiyuan. Fu beatificato da Pio XII, con altri ventotto martiri tra europei e cinesi, il 27 nov. 1946, e canonizzato il 1° ott. 2000 da Giovanni Paolo II.
Fonti e Bibl.: Arch. segr. Vaticano, Congr. Rituum, Processus, 4623-4624, 4627-4629, 4634-4635; Sacra Rituum Congregatione… Sinarum, Beatificationis, seu declarationis martyrii servorum Dei Gregorii G. O.F.M., episcopi Orthosiensis… Positio super martyrio et causa martyrii, Roma 1932; G. Picconi - G. Ricci - Barnaba da Cologna, Barbarie e trionfi, ossia le vittime illustri del San-Si in Cina nella persecuzione del 1900, Parma 1908; G. Ricci, Barbarie e trionfi. Le vittime illustri del Shansi in Cina nella persecuzione del 1900, Firenze 1910, pp. 21-260, 523-621; Id., Acta martyrum Sinensium, Quaracchi 1911, ad indicem; Acta Apostolicae Sedis, XXXV (1943), pp. 117-120, 401-403; XXXIX (1947), pp. 213-221, 307-311; XLI (1949), pp. 84, 472 s.; R. Streit - J. Dindinger, Bibliotheca missionum, XII (1958), pp. 348-351; XIII (1959), p. 18; XIV (1960), 1, pp. 155-247, 249; 3, pp. 156-158, 200; C. Testore, in Enc. cattolica, VI, col. 1005; P. Bertocchi, in Bibliotheca sanctorum, VII, coll. 150-152; Bibliotheca sanctorum. Seconda appendice, Roma 2000, coll. 296 s.; R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, VIII, Patavii 1978, p. 428; Dict. d'hist. et de géogr. ecclésiastiques, XXI, col. 1215 (J. Pirotte).