GIOVANNI l'Elemosiniere (gr. 'Ελεήμων, propr. "il misericordioso"), santo
Nativo di Cipro, e ammogliato con prole, alla morte della moglie entrò nella vita monastica; tra il 610-611, a richiesta della chiesa di Alessandria, ne divenne patriarca. Sotto il suo governo furono combattuti molti abusi, specialmente di simonia, e il numero delle chiese fu decuplicato; ma soprattutto G. si rese celebre per la sua beneficenza.
Chiamava i poveri i "suoi signori", e fattone all'inizio del suo patriarcato un censimento che raggiunse la cifra di 7000, li alimentò giornalmente. I suoi proventi finivano tutti in beneficenza. Visitava tre volte la settimana i nosocomî e gli ospizi, stabiliti in gran parte da lui.
Ad Amato, in Cipro, ove si era rifugiato quando i Persiani invasero Alessandria, morì il 12 novembre 619. La sua salma, portata prima a Costantinopoli e poi da Mattia Corvino in Ungheria, fu nel 1632 deposta nella cattedrale di Presburgo. La sua festa cade il 23 gennaio, giorno della sua traslazione.
Bibl.: La biografia scritta da Leonzio di Neapoli (Cipro) è in Patrol. Graeca, XCIII, col. 1613 segg.; la trad. latina di Anastasio il Bibliotecario, in Patrol. Latina, LXXIII, col. 337 segg.; cfr. inoltre Acta Sanctorum, Gennaio, II, p. 495 segg.