GAROVAGLIO, Santo
Nacque a Como il 28 genn. 1805, da Francesco, farmacista, e Teresa Mazzucchelli. Dopo il ginnasio-liceo, nel 1821 si iscrisse alla facoltà di medicina dell'Università di Pavia, che frequentò solo per un anno e poi entrò, rimasto orfano, nella farmacia dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano come apprendista. Dopo due anni, riprese gli studi e si iscrisse all'Università di Vienna, perché solo in quell'ateneo avrebbe potuto conseguire la laurea in chimica: conseguitala, riprese e concluse anche gli studi medici. Rientrò in Italia e iniziò a pubblicare i risultati delle lunghe erborizzazioni crittogamiche, condotte in varie regioni italiane e austriache, sotto forma di esemplari essiccati (I muschi dell'Austria Inferiore, e I muschi rari della provincia di Como e della Valtellina, 1832-46; Lichenotheca Italica. Lichenes exsiccati provinciae Neocomensis et Vallis Tellinae, 1ª ed. 1836-44; 2ª ed. 1846-49; Catalogo di alcune crittogame raccolte nella provincia di Como e nella Valtellina, 1838-43).
Nominato da G. Moretti suo assistente alla cattedra di botanica dell'Università di Pavia, vi svolse un'intensa attività dal 1833 al 1837, viaggiando anche a lungo in Germania, Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra e Austria per visitare laboratori crittogamici e arricchire il suo erbario. Nel 1842 sposò Clara Campeggi, da cui ebbe due figli. In quegli anni il G. si dedicò intensamente allo studio dei muschi e dei licheni, fornendo un contributo di rilievo nel campo della sistematica delle Crittogame. Per la classificazione dei licheni in particolare, il superamento delle vecchie tassonomie linneane era stato segnato dall'utilizzazione del nuovo microscopio a lenti acromatiche, realizzato da G.B. Amici, che permetteva di osservare i caratteri delle spore e quindi identificare i generi, secondo il criterio introdotto da G. De Notaris e A. Massalongo.
Intanto, C. Cattaneo, che stava preparando un volume sulla regione lombarda in occasione del quinto Convegno degli scienziati italiani a Milano nel 1844, gli chiese un saggio sulle Crittogame lombarde, che poi inserì, come breve capitolo (Saggio di un prospetto delle piante crittogame della Lombardia, in C. Cattaneo, Notizie naturali e civili su la Lombardia, Milano 1844, pp. 327-338).
Dal 1839 al 1852 il G. fu chiamato a insegnare fisica, chimica e botanica presso la facoltà di medicina di Pavia, e nel 1852 fu nominato professore e direttore dell'orto botanico della stessa città, succedendo a G. Moretti. L'orto (fondato nel 1773 da V. Brusati) fu trovato dal G. in stato di grave abbandono e venne da lui completamente rinnovato, con la sistemazione degli edifici, con l'apertura per la prima volta al pubblico (a scopi divulgativi e didattici) e con importanti acquisizioni di erbari (tra cui quelli di G. Gasparrini e di G. Comolli); anche l'erbario fanerogamico personale del G. si aggiunse poi a questi.
Convinto dell'importante ruolo che svolgono le Crittogame nell'economia generale della natura e quindi nell'agricoltura, il G., nel 1869, propose l'istituzione di un laboratorio crittogamico in Italia, così come ve ne erano in altri paesi europei. Con il sostegno dell'Istituto lombardo di scienze e lettere e il contributo del ministero dell'Agricoltura, della Provincia e del Comune di Pavia, dei Comizi agrari pavese e milanese, della Fondazione Ghislieri, il laboratorio fu fondato nel marzo 1871 e cominciò a funzionare subito, con un personale ridottissimo (due persone, oltre al direttore), che fu però poi rapidamente potenziato. Funzioni del nuovo istituto erano di assistenza tecnica per il settore agricolo, di centro di ricerca per la conoscenza delle Crittogame e della patologia vegetale, e, in terzo luogo, di scuola di formazione per giovani micologi (vedi del G., Sulle attuali condizioni del Laboratorio di botanica crittogamica…, Pavia 1872).
Gli studi sulla patologia vegetale ricevettero un fondamentale impulso quando alcuni botanici (primo tra questi, A. de Bary) stabilirono l'origine crittogamica di alcune fitopatie e individuarono nelle specie fungine le maggiori responsabili di malattia tra le Crittogame. Così, i fitopatologi erano anche micologi e, tra quelli italiani che si ispiravano o si erano formati alla scuola tedesca, molti lavoravano nel Laboratorio di Pavia. Tra questi, G. Gibelli, O. Mattirolo, O. Penzig, P.R. Pirotta, che divennero i primi titolari di cattedre di biologia vegetale e di patologia vegetale in Italia, con una particolare competenza in campo micologico. I risultati degli studi di patologia vegetale assumevano in quegli anni particolare rilevanza, come risposte alla rapida diffusione della filossera e della peronospora e ai danni gravissimi causati alle colture viticole.
Sotto la direzione del G., fin nei primi anni furono condotte dal Laboratorio ricerche applicate all'agricoltura, come quelle di A. Cattaneo sui miceti degli agrumi (in collaborazione con lo stesso G.), sulla malattia del "brusone" del riso, sulla ruggine degli abeti e del granturco; quelle di G. Gibelli, assistente del G., sul Protomices violaceus (causa del "mal del falchetto") e quelle del Pirotta sulla peronospora della vite.
Il G. fondò nel 1874 un periodico, l'Archivio triennale del Laboratoriodi botanica crittogamica (di cui furono pubblicati tre volumi), divenuto in seguito Atti del Laboratorio…, in cui erano pubblicati, oltre ai risultati delle attività del Laboratorio, segnalazioni sull'andamento delle malattie fitoparassitarie in Italia. Il Laboratorio fu anche arricchito dalla biblioteca del G., che contava 6000 titoli di botanica, e intitolato al suo fondatore.
Il G. fu membro di molte società, tra cui l'Istituto lombardo di scienze e lettere, la Società italiana di scienze naturali, l'Accademia e società agricola di Torino e la Società zoologico-botanica di Vienna. Fu rettore dell'Università pavese, consigliere e assessore comunale di Pavia, condirettore della Società agraria della Lombardia.
Il G. morì a Pavia il 18 marzo 1882.
Opere del G., oltre a quelle citate nel testo: Tentamen dispositionis methodicae Lichenum in Longobardia nascentium, additis iconibus partium internarum cuiusque speciei, in Mem. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, X (1865), 2, pp. 1-48; 5, pp. 1-27; XI (1866), 3, pp. 1-36; XIV (1869), 1, pp. 1-45; Alcuni discorsi sulla botanica, Pavia 1865; Manzonia cantiana, novum lichenum angiocarporum genus…, in Mem. della Soc. ital. di scienze naturali, II (1865), 8, pp. 1-8; Della fondazione di un laboratorio di botanica crittogamica per lo studio delle malattie delle piante e degli animali prodotti da crittogame parassite, in Rend. del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, II (1869), pp. 1-8; Sui microfiti della ruggine del grano, ibid., V (1872), pp. 1023-1066; La peronospora viticola ed il laboratorio crittogamico. Contributo alla storia del più infesto dei parassiti vegetali che attacchino la vite, ibid., XIII (1880), pp. 573-584.
Fonti e Bibl.: Necr.: M.E. Ardissone in Rend. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, XV (1882), pp. 697-710 (con bibl.); I. Regazzoni, in Almanacco della Provincia di Como pel 1883, Como 1882, pp. 15-44 (con bibl.); F. Sordelli, Sulla vita scientifica di S. G., in Atti della Soc. ital. di scienze naturali, XXV (1883), pp. 119-124; G. Cantoni, Onoranze a S. G., Pavia 1887; A. Béguinot, Botanica, Milano 1938, ad indicem; G. Gola, Botanica, in Un secolo di progresso scientifico italiano 1839-1939, IV, Roma 1939, pp. 111, 116, 120 s., 141, 143; R. Tomaselli, Revisione critica dei licheni delle collezioni di S. G., in Atti dell'Ist. botanico di Pavia, s. 5, II (1947), pp. 235-249; G. Lazzari, Storia della micologia italiana, Trento 1973, ad indicem; C. Cortini Pedrotti - U. Tosco, Cento anni di briologia in Italia, in Pubblicazioni in occasione del centenario della Società botanica italiana, a cura di F. Pedrotti, Firenze 1988, pp. 408 s.; G. Govi - A. Mattia, Progressi e sviluppi della patologia vegetale, ibid., p. 940; E. Nardi, La botanica sistematica negli ultimi 100 anni (1888-1988), ibid., p. 486; L. Nimis, La crisi della lichenologia in Italia dalla fine dell'Ottocento ad oggi, ibid., pp. 398-400.