FRANCESCO Borgia, Santo
Fu quarto duca di Gandía e terzo generale della Compagnia di Gesù. Figlio di don Giovanni e di donna Giovanna d'Aragona, pronipote di Alessandro VI, nacque in Gandía il 28 ottobre 1510. Ventenne appena sposò Eleonora de Castro, portoghese, che in dieci anni gli diede otto figli. Carlo V, lo creò nel 1530 marchese di Lombai e nel 1539 viceré di Catalogna. Dopo la perdita del padre (1543) tornò in Gandía, e quivi la morte della moglie (27 marzo 1546) affrettò quel mutamento interiore già in lui iniziato alla scomparsa dell'imperatrice Isabella (i° maggio 1539) e più ancora al contemplarne in Granata la salma (17 maggio 1539) putrescente e disfatta. In Barcellona aveva trattato con Pietro Fabro, compagno di S. Ignazio di Loiola; così si affezionò alla nascente Compagnia di Gesù, e il 2 giugno 1546 fece voto d'entrarvi. Il 1 febbraio 1548, in virtù d'un breve di Paolo III emetteva la solenne professione religiosa con facoltà di restare nel secolo fino a che non avesse dato ordine agli affari domestici. Intanto attendeva allo studio della teologia: venuto poi il giubileo del 1550, pellegrinò a Roma; dopo di che l'11 maggio 1551 cedeva ducato e titoli al primogenito don Carlos e il 23 si ordinava sacerdote.
Nel primo lustro della sua vita di gesuita (1551-1555) fu alla Guipúzcoa, a Lisbona, a Valenza; poi, nominato dal Loiola commissario della Compagnia nella Spagna e nelle Indie, attese senza passare a quest'ultime a propagarla e consolidarla in entrambe, esercitando simultaneamente un saggio e benefico influsso presso la vedova principessa Maria di Portogallo nipote di Carlo V. Ma l'Inquisizione di Spagna stette per imprigionarlo come sospetto d'eresia; la calunnia tentò di offuscarne l'onore; venne in disgrazia di Filippo II; alcuni dei suoi più stretti parenti concorsero a straziargli il cuore coi loro riprovevoli portamenti. Pio IV il 10 ottobre 1560 lo chiamò a Roma; e la chiamata del papa mise fine alle difficoltà e spianò al B. la strada al vicariato della Compagnia di Gesù (19 gennaio 1565) e poi al generalato (2 luglio 1565). Nel campo della cultura F. meritò altamente con la fondazione del Collegio Romano. Molto anche contribuì ad arricchire Roma di nuove fabbriche, quali furono il noviziato di Sant'Andrea al Quirinale, la chiesa dell'Annunziata (scomparsa nel Seicento per dar luogo alla chiesa di S. Ignazio), quella del Gesù, cui procurò e l'area, da lui acquistata con ingente spesa, e l'insigne fondatore che fu il cardinale Alessandro Farnese.
Rifiutata la porpora più volte, fu inviato da Pio V, nel giugno del 1571, come compagno del cardinale nepote Michele Bonelli, in Spagna, Portogallo e Francia per la lega contro i Turchi. Questo ultimo viaggio, intrapreso in condizioni rovinosissime di salute, accelerò la fine di F. Tornato a Roma mortalmente infermo, vi morì a mezzanotte del 30 settembre 1572. Fu canonizzato da Clemente X il 12 aprile 1671 e se ne celebra la festa il 10 ottobre. Le sue spoglie, trasportate nel 1617 dal Gesù di Roma a Madrid nella chiesa dell'antica casa professa dei Gesuiti, vennero trasferite nel 1901 alla nuova loro chiesa alla calle Flor Baja, dove soltanto in parte vennero ricuperate dalle fiamme degl'incendiarî del maggio 1931.
Bibl.: S. F. Borgia, in Mon Hist. Soc. Jesu, voll. 5, Madrid 1894-1911, nei quali si ha in gran parte il carteggio del santo prima e dopo la sua entrata in religione con altri documenti. Le antiche sue biografie, da quella contemporaneo P. Ribadeneira sino a J. E. Nieremberg, a D. Bartoli, e ad A. Cienfuegos, risentono, specialmente l'ultima, i difetti dell'agiografia del Seicento. Assai pregevoli: P. Suau, Histoire de Saint Fr. de Borgia, Parigi 1910; P. Karrer, Der heilige Franz von Borja, Friburgo in B. 1921.