BONFIGLIO, santo
Secondo una tradizione agiografica, le cui prime documentazioni risalgono per noi allo scorcio del secolo XV, ma che appare nel suo insieme tutt'altro che saldamente attestata, fu uno dei sette fondatori dell'Ordine dei servi di Maria, anzi il capo del gruppo dei mercanti fiorentini che nel 1233, abbandonando famiglia e affari, decisero di dedicarsi nella povertà a vita contemplativa, e si ritirarono prima in una casa alla periferia di Firenze passando più tardi alla solitudine del monte Senario, dando così inizio a un movimento eremitico, configuratosi poi in un Ordine.
Per quanto riguarda l'appartenenza di B. al gruppo dei sette fondatori bisogna precisare che il suo nome non compare nella più antica fonte agiografica, la Legenda de origine Ordinis fratrum Servorum, composta attorno al terzo decennio del secolo XIV, originariamente come introduzione a una Legenda beati Philippi ora perduta, e allargata poi, quale testo autonomo, in un successivo rifacimento destinato appunto a ripercorrere la storia dei sette. Da questa fonte, che tenta di compensare le evidenti lacune di informazione con l'abbondanza delle considerazioni ascetiche, la conversione, iniziata in un anno denso di fermenti religiosi, il 1233, appare muovere da precedenti che richiamano l'osservanza dei fratres de poenitentia e, passando attraverso una tappa intermedia ancora nell'ambito dei francescani di Firenze (la prima dimora del gruppo è infatti ubicata presso il cimitero e il primitivo convento fiorentino dei minori), approda infine alla completa solitudine dell'eremo, sul monte Senario. In questa fase culminante intervenne, per la scelta dell'abito e le decisioni relative all'osservanza regolare degli eremiti, il domenicano Pietro di Verona (s. Pietro Martire), durante la sua sosta di predicazione fiorentina (1244-1245).
Nessun'altra indicazione viene fornita per i sette, di cui si tace anche il nome, fatta eccezione per uno solo di essi, frate Alessio, al quale si attribuisce il racconto. Non sfugge al silenzio neanche il B., che pure testimonianze molto tardive indicheranno come il capo del gruppo, attribuendo a lui non poche iniziative in tutta la maturazione della vicenda. Egli è tuttavia menzionato nelle brevi epitomi che conosciamo della Legenda beati Philippi, in cui come priore tocca a lui accogliere in religione s. Filippo Benizi; ma anche qui nessun accenno allude al suo ruolo di fondatore. Come tale è infine espressamente indicato nella più recente storiografia servitana, a cominciare dal Dialogus de origine Ordinis Servorum di Paolo Attavanti (attorno al 1470) e, quindi, negli elenchi con cui - in una svariata combinazione di nomi - si tenta tra il secolo XV ed il XVI di ricostruire in qualche modo la lista dei fondatori (e per B. si avanzerà anche il cognome "de Monaldis"). Né d'altra parte può assumere particolare significato la convergenza di tutti questi elenchi per gli altri nominativi tra loro discordanti sui due nomi di B. e di frate Alessio: ché per quel che riguarda B. troppo ovvia risultava l'inclusione nella lista di colui che le pochi fonti documentarie e narrative presentavano come il capo dell'Ordine nascente.
Checché ne sia dell'appartenenza di B. al gruppo dei fondatori - la cui effettiva incidenza, in quanto gruppo, nella prima storia dell'Ordine è del resto difficilmente determinabile per i silenzi e le incertezze della tradizione -, egli appare comunque a capo della nuova fondazione fin da quando inizia per noi la documentazione: nel momento cioè in cui, superata la fase eremitica, si viene delineando il consolidamento delle strutture organizzative di un Ordine, che riceve intanto le prime conferme pontificie, mentre incomincia la sua diffusione. Questo nuovo processo è in qualche misura segnato dalla fondazione del convento cittadino di Cafaggio (SS. Annunziata), destinato a subentrare all'eremo di monte Senario come centro dell'Ordine. Il primo documento che ricorda B. è appunto connesso con la costruzione della chiesa fiorentina. Il 17 marzo 1250 per mandato del legato di Innocenzo IV, Pietro, cardinale diacono di S. Giorgio in Velabro, il vescovo di Siena autorizza B., priore dei frati servi di Maria di monte Senario, a procedere all'erezione della nuova chiesa. L'intervento del cardinale legato si giustifica con l'impegno di assoluta povertà professato dai servi di Maria, per cui la proprietà degli immobili a loro servizio passava alla S. Sede. Pochi mesi dopo, infatti, il 1º luglio, Enrico di Baldovino acquistava terreni in Cafaggio a nome della Chiesa romana, ma ad uso dei frati servi di Maria di monte Senario. L'anno seguente, il 7 ottobre, troviamo i frati di monte Senario radunati a capitolo nel loro convento di Cafaggio per emettere solennemente nelle mani del priore, B., il voto della più completa povertà (Chartularium, pp. 212-214).
Contemporaneamente l'Ordine, che viene così delineando la propria fisionomia, ottiene i primi riconoscimenti pontifici. Destinatario di questi documenti è certo B., anche se, conformemente alla prassi seguita in questo tempo dalla cancelleria, non vi compare il nome del priore dei servi di Maria a cui le lettere sono indirizzate. Già nel 1249, il 13 marzo, Ranieri cardinale diacono di S. Maria in Cosmedin, legato di Innocenzo IV, prendeva sotto la protezione della S. Sede i frati di monte Senario, confermando la regola e le costituzioni a loro concesse dal vescovo di Firenze Ardingo. L'anno seguente il suo successore nella legazione, Pietro di S. Giorgio in Velabro, nello stesso giorno (18 febbraio) in cui disponeva per la costruzione della chiesa a Firenze, concedeva anche l'assoluzione dalla scomunica ai seguaci di Federico II i quali avessero chiesto di professare la regola dei servi di Maria. Ed infine il 23 ott. 1251 il cardinale Guglielmo Fieschi comunicava che gli era stata affidata dal papa la protezione e la guida del nuovo Ordine.
Qualche altra testimonianza per B. ci viene dagli scarsi documenti relativi alla prima espansione del nascente istituto. Il 24 ott. 1251, in vista della fondazione del convento di Città di Castello, Cristiano, procuratore "fratris Filioli, prioris totius conventus et collegii fratrum de ordine et loco predicto" (cioè di monte Senario), riceveva una donazione a nome della Chiesa romana. A Siena si pensava già alla costruzione di un convento nel settembre 1250, quando il Comune deliberava di contribuirvi con ventimila mattoni: una donazione a favore di questo convento del 20 marzo 1252 (0 1253, ove si presupponga usato nella datazione il computo fiorentino dello stile dell'Incamazione: ipotesi peraltro non verificabile, essendo il documento tramandato soltanto da un breve regesto settecentesco) ha come destinatario "frate Figliolo", cioè Bonfiglio. Questa è anche l'ultima delle notizie documentarie che possediamo di lui. Non rimangono inoltre che le tardive testimonianze agiografiche nelle epitomi della Legenda beati Philippi, secondo le quali toccò a B. nel 1254 accogliere Filippo Benizi nell'Ordine.
Il fatto che in tali testimonianze B. sia ricordato come priore del convento di Cafaggio, ha dato luogo alla notizia, accolta dalla storiografia cinquecentesca, di una sua rinuncia alla direzione dell'Ordine, da lui esercitata come priore di monte Senario, per assumere negli ultimi anni il più modesto incarico di priore claustrale del convento fiorentino. È invece ovvio che si tratta sempre del priore generale, che ha ormai trasferito la sua residenza nel convento cittadino, subentrato a monte Senario come centro dell'Ordine. La stessa fonte del resto attribuisce a B. non solo la decisione per la promozione di s. Filippo al sacerdozio, ma anche, con tipica approssimazione e notevole anticipo dei tempi, l'iniziativa della convocazione del capitolo generale che avrebbe designato come successore Filippo.
Comunque almeno dal 16 febbr. 1256 è ormai documentato come priore Bonagiunta. D'altra parte una tradizione storiografica risalente al secolo XVI assegna la sua morte agli armi 1261-1262. Se potessimo concedere credito a queste indicazioni si dovrebbe pensare anche nel caso di B. ad una sua rinuncia alla suprema carica dell'Ordine (secondo una vicenda che troviamo documentata per alcuni dei suoi più immediati successori) per un ritorno alla solitudine del monte Senario, dove si ritenne appunto fosse conservato il suo sepolcro. Meno incerta è la data della sua morte per quanto concerne il giorno: B. infatti, a differenza di quanto avvenne per altri più tardi identificati come fondatori, godette presto e indipendentemente dalla sua inclusione nell'elenco dei sette di una certa venerazione che consentì il ricordo del suo anniversario, celebrato il 1º giugno.
Per il culto vero e proprio la fortuna successiva di B. è invece quella comune al gruppo dei sette, secondo l'elenco affermatosi nella storiografia servitana del secolo XVII. I tentativi per la canonizzazione comune approdarono nel 1725 ad un primo riconoscimento del culto, cui fece seguito nel 1728 la concessione di una celebrazione collettiva, per la quale - in assenza di una effettiva tradizione di culto - si dovette ricorrere ad una data convenziorale, scegliendo l'11 febbraio, giorno dell'approvazione definitiva dell'Ordine secondo la data della relativa bolla di Benedetto XI. Contemporaneamente si ottenne la inserzione nel Martirologio romano della commemorazione dei sette fondatori. Quella di B. venne erroneamente assegnata al 1º gennaio, dando anche in questo credito ad una falsificazione diffusa qualche decennio prima, il Giornale e ricordi di Niccolò da Pistoia, che così aveva malamente registrato la data tradizionale. La prosecuzione della causa di canonizzazione incontrò serie difficoltà a motivo dell'opposizione del promotore della fede di allora, Prospero Lambertini, che anzi dopo la sua promozione al pontificato come Benedetto XIV ne decise senz'altro l'archiviazione. Fu possibile riprenderla e portarla a conclusione nel clima di rinnovato interesse storico che caratterizza l'epoca di Leone XIII. La canonizzazione avvenne il 15 gennaio 1888.
La festa di B. e degli altri fondatori dell'Ordine dei servi di Maria, che era stata trasferita dall'11 al 12 febbraio, è stata ora - in occasione della recente revisione del calendario liturgico - assegnata al 17 febbraio, scegliendo per la celebrazione collettiva il dies natalis dell'unico dei sette, Alessio, la cui appartenenza al gruppo dei fondatori è in qualche misura attestata.
Fonti e Bibl.: Le fonti documentarie sono raccolte nel Chartularium Ordinis Servorum B. Mariae tempore sanctorum fundatorum et sancti Philippi. 1233-1285, a cura di P. Soulier, in Mon. Ordinis Servorum S. Mariae, XVI, Montmorency-Wetteren 1916, pp. 174 s., 180-82, 187-89, 196; v. anche R. M. Taucci, Note documentarie alla "Series priorum generalium O. S. M." dalle origini al Concilio di Trento, in Contributi di storiografia servitana, Vicenza 1964, p. 247. Per le fonti agiografiche: Legenda de origine Ordinis fratrum Servorum Virginis Mariae, a cura di A. Morini, in Mon. Ordinis Servorum S. Mariae, I, Bruxelles 1897, pp. 54-105, ed ora anche a cura di A. M. Rossi, Codice Mariano. La "Legenda de origine Ordinis Servorum Virginis Mariae", Roma 1951; Legenda beati Philippi, a cura di P. Soulier, in Mon. Ordinis Servorum S. Mariae, II, Bruxelles 1898-99, pp. 69 s., 72, ed ora nuovamente di P. M. Suárez, Un nuevo codice de la "Legenda b. Philippi", in Studi storici dell'Ordine dei Servi di Maria, XIV (1964), pp. 60, 62; per un'altra epitome della stessa Legenda v. P.M. Suárez, La "Legenda" perugina di S.Filippo da Firenze,ibid., XVII (1967), pp. 106 s.; P. Attavanti, Dialogus de origine Ordinis Servorum ad Petrum Cosmae, a cura di P. Soulier, in Mon. Ordinis Servorum S. Mariae, XI, Roulers 1910, p. 96; Catalogi antiquiores beatorum et beatarum Ordinis Servorum Sanctae Mariae, a cura di P. Soulier, ibid., XII, Bruxelles 1911, pp. 109-11, 114-16, 118, 121, 126, 131, 133, 138 s., 144, 159, 166, 169; Tabula palmitum fratrum Servorum beatae Mariae de Observantia, a cura di D. Montagna, in Contributi di storiografia servitana, Vicenza 1964, p. 300.
Per la bibliografia meno recente: P. Soulier, Bibliographia sanctorum Septem Fundatorum, in Mon. Ordinis Servorum S. Mariae, XVI, Montmorency-Wetteren 1916, pp. 39-77. In particolare, sull'identificazione dei sette fondatori e l'appartenenza di B. al gruppo: Martyr. Romanum... scholiis historicis instructum, in Propylaeum ad Acta sanctorum decembris, Bruxelles 1940, pp. 2, n. 10; 59 s., n. 1; F. Spedalieri, De Ecclesiae infallibilitate in canonizatione sanctorum. Quaestiones selectae, Romae 1940, pp. 31-55; A. M. Rossi, Manuale di storia dell'Ordine dei Servi di Maria, Roma 1956, pp. 735-38; ed ora il commento al nuovo Proprium sanctorum Ordinis sanctae Mariae, in Studi storici dell'Ordine dei Servi di Maria, XV (1965), pp. 43-68. Per i problemi connessi alle origini dei servi di Maria: G. G. Meersseman, Études sur les anciennes confréries dominicaines: III. Les congrégations de la Vierge, in Arch. fratrum Praedic., XXII (1952), pp. 6 s.; A. Dondaine, Saint-Pierre Martyr. Études,ibid., XXIII (1953), pp. 80 s., 152; R. M. Taucci, Dove era il primo convento dei Minori in Firenze?, in Studi francescani, LIV (1957), pp. 103-106; A. M. Rossi, A Santa Maria di Cafaggio in Firenze (SS. Annunziata) abitarono mai i Minori?,ibid., LV (1958), pp. 118-29; P. M. Suárez, La spiritualità mariana dei frati Servi di Maria nei documenti agiografici del secolo XIV, in Studi storici dell'Ordine dei Servi di Maria, IX (1959), pp. 121-57; X (1960), pp. 1-41; A. M. Dal Pino, Una sezione centrale arcaica nella "Legenda de origine Ordinis"? ibid., XIV (1964), pp. 37-47; R. M. Taucci, ISette santi a Cafaggio (1233-1241), in Moniales Ordinis Servorum, III (1965), pp. 15-31; Id., La Compagnia e l'Ordine dei Servi di Maria alla loro origine, in Studi storici dell'Ordine dei Servi di Maria, XVI (1966), pp. 82-103; B. Ulianich, Die sieben Gründer des Servitenordens, in Die Heiligen in ihrer Zeit, II, Mainz 1966, pp. 111-113; A. M. Dal Pino, Madonna santa Maria e l'Ordine dei suoi Servi nel I secolo di Storia (1233-1317 c.), in Studi storici dell'Ordine dei servi di Maria, XVII (1967), pp. 5-70; Enc. catt., XI, coll. 444 s.; Bibliotheca sanctorum, XI, coll. 907-943 (sub voce Sette santi fondatori dei servi di Maria).