BOBOLENO (Bobuleno, Baboleno), santo
Quarto abate di Bobbio, governò quel monastero verso la metà del sec. VII.
Nella Vita b. Columbani di Giona se ne ricorda il padre, il prete Winiocus, come frequentatore assiduo di s. Colombano e dei suoi monaci nel territorio tra i Vosgi e la Haute-Saâne, dove i pellegrini insulari si erano stanziati in seguito all'offerta del re Gontranno; dal contesto sembra di poter dedurre che Winiocus era nativo della Burgundia, e non venuto al seguito di Colombano dal monastero di Bangor o dall'Irlanda settentrionale: B. sarebbe quindi di origine franca. Ad ogni modo è certo priva di fondamento - e probabilmente frutto di una corruzione nella tradizione manoscritta - la notizia, contenuta negli anonimi Versus de Bobuleno abbate (attribuiti ad epoca oscillante tra la fine del IX e l'XI sec.), dell'origine attica del futuro abate bobbiese.
È impossibile enucleare gli elementi della biografia di B. confluiti nei racconti agiografici relativi ad altri monaci omonimi e contemporanei, preposti anch'essi a monasteri la cui origine si collega, direttamente o indirettamente, a s. Colombano, e soprattutto in quelli che riguardano s. Baboleno primo abate di St-Maur-des-Fossés e s. Baboleno terzo abate di Stavelot e di Malmédy nelle Ardennes, tanto più che una tradizione incontrollabile fa s. Baboleno abate di St-Maur-des-Fossés di origine italiana e monaco a Bobbio prima di passare oltralpe. Storici anche recenti (Zimmermann) propendono tuttavia per identificare con il futuro abate di Bobbio il Boboleno che accompagnava - insieme con altri monaci tra cui s. Gallo, fondatore e poi titolare della famosa abbazia svizzera - l'esule s. Colombano, allontanato dal regno di Burgundia per opera della regina Brunechilde, nella sua predicazione presso il lago di Costanza, nei dintorni di Bregenz: va però rilevato che Giona, il quale pure dedicò a B., oltre che a Waldeberto abate di Luxeuil, la sua Vita di s. Colombano, non vi accenna mai come a un discepolo diretto del santo irlandese, mentre tale sarebbe stato soltanto secondo l'anonimo poeta dei Versus sopra ricordati, poeta certamente fiorito nell'ambiente di Bobbio. Né si può trarre deduzione alcuna dalla sottoscrizione "Ego Bobulenus monacus et sacerdos subscripsi" che si trova nella falsa donazione dei beni monastici bobbiesi fatta da s. Colombano a Gregorio I papa, così come nessun elemento chiarificatore si trova nelle lodi assai generiche che ne fa il tardo autore dei Versus.
È tuttavia fuori di ogni dubbio che B. successe a Bertulfo nel governo abbaziale di Bobbio, probabilmente nel 640. Gli storici benedettini gli attribuiscono l'adozione di una regola che fondeva i precetti del monachesimo italiano con quelli del monachesimo irlandese, mitigando certi rigori disciplinari e talune intransigenze nell'uso liturgico della regola di s. Colombano con le norme più positive della regola benedettina; ascrivono alla sua azione una fioritura eccezionale del monastero, che avrebbe contato allora fino a centocinquanta monaci; ne esaltano la fermezza spirituale e la capacità di governo, basandosi sulla conferma, sollecitata e ottenuta, dei possessi del monastero e dell'esenzione dell'abbazia dalla giurisdizione vescovile; lo presentano come maestro insigne, educatore di fanciulli. Queste benemerenze si fondano tuttavia in buona parte su una tradizione che risale ancora una volta, nell'ipotesi più favorevole, agli anonimi Versus de Bobuleno abbate; mentre il privilegio di Teodoro I papa attribuito al 4 maggio 643 e il precetto di Radoaldo re del 4 nov. 652 (gli elementi cronologici sono in verità contrastanti) a lui indirizzati sono certamente falsificazioni tardive o, quanto meno, sono frutto di notevoli interpolazioni; di un privilegio di papa Martino I, infine, non rimane altro che un vago ricordo nella relazione inviata da Sicardo vescovo di Cremona e da Giovanni Buono abate di Ognissanti della stessa città, delegati apostolici, a papa Innocenzo III (20 nov. 1207).
L'azione svolta da B. in difesa dell'indipendenza del proprio cenobio trova piuttosto migliore documentazione nella testimonianza del contemporaneo Giona, che accenna alla lotta sostenuta contro Probo vescovo di Tortona, che pretendeva far valere la sua autorità sul monastero. Sicuramente documentato è altresì l'incremento che B. dette alla biblioteca abbaziale, facendo costruire una nuova arca, designata poi col suo nome, per la conservazione dei codici: tale è almeno la deduzione che si può trarre dalla nota di possesso del Vat. lat. 5758: "Liber de arca dom(ni) Bobuleni", a confronto con altri ex libris della medesima provenienza facenti menzione di arche intitolate ad altri abati.
Sconosciuta è la data di morte di B.; fu sepolto nella chiesa abbaziale e ben presto presso i monaci bobbiesi dovette svilupparsene il culto, congiunto con quello del fondatore e degli abati che lo avevano preceduto.
La commemorazione di B. è fissata al 17 dicembre, mentre il Menologium Benedictinum lo ricorda il 10 giugno, evidentemente per una confusione con Baboleno abate di St-Maurdes-Fossés: la data del 21 novembre, indicata nella Bibliotheca hagiographica latina, è probabilmente anch'essa frutto di un errore, essendo questo il giorno del transito di s. Colombano. Il 31 agosto si commemora invece nel monastero bobbiese la traslazione delle sue reliquie insieme con quelle di s. Colombano, s. Attala, s. Bertulfo e di altri santi monaci e monache di Bobbio: in tale data, infatti, nel 1482, si procedette alla ricognizione dei resti di detti santi e ad una loro più decorosa sistemazione, sotto l'altare maggiore. Nel 1910 ebbe luogo una nuova ricognizione, e mentre le spoglie di s. Colombano, s. Attala e s. Bertulfo venivano lasciate sul posto, le ossa di B. furono racchiuse in un'urna e collocate altrove.
Fonti e Bibl.: Ionae Vita Columbani, in Monumenta Germ. Histor., Scriptores rerum Merovingicarum, IV, a cura di B. Krusch, Hannoverae1902, pp. 81, 83 s., 281 s.; E. Dümmler, Lateinische Gedichte des neunten bis elften Jahrhunderts, in Neues Archiv der Gesellschaft für ältere deutsche Geschichtskunde, X (1885), pp. 333-335 (ediz. dei Versus de Bobuleno abbate: vedi ancora Mon. Germ. Hist., ibid., pp. 153-156); Codice diplomatico del monastero di San Colombano di Bobbio…, a cura di C. Cipolla e G. Buzzi, Roma 1918, I, in Fonti per la storia d'Italia, LII, pp. 83, 104-115; III, ibid., LIV, pp. 40, 47-53 (vedi anche A. Chroust, Untersuchungen über die langobardischen Königs- und Herzogs-Urkunden, Graz 1888, n. *4, e P. Fr. Kehr, Italia Pontificia, VI, 2, Berolini 1914, p. 250); Menologium benedictinum sanctorum,beatorum atque illustrium eiusdem Ordinis virorum…, a cura di G. Bucelin, Veldkirchii 1655, p. 414; Acta sanctorum iunii, V, Antverpiae 1709, pp. 179-184; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra..., IV, Venetiis 1719, coll. 956-959; J. Mabillon, Acta sanctorum ordinis s. Benedicti…, II, Venetiis 1733, pp. 564-568; Id., Annales ordinis s. Benedicti…, I, Lucae 1739, pp. 301, 340, 345 s., 427 s.; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia..., XIII, Venezia 1857, pp. 622-627; Bibliotheca hagiographica latina…, I, Bruxelles 1898-1899, p. 206; [G. Mercati], Prolegomena a M. Tulli Ciceronis De re publica libri e codice rescripto Vaticano latino 5757 phototypice expressi, ex Bibliotheca apostolica Vaticana 1934, pp. 9 s. (partic. nota 4); A. M. Zimmermann, Kalendarium Benedictinum. Die Heiligen und Seligen des Benediktinerordens und seiner Zweige, II, Abtei Metten 1934, pp. 642 s.; III, ibid. 1937, pp. 443, 445 s.; IV. ibid. 1938, p. 107.