ARIALDO, santo
, Nato in Cucciago presso Cantù (Brianza), sembra verso il 1010, da una famiglia nobile di secondo ordine di Carimate (e non di Alzate), e terminati gli studî nelle scuole di Milano, si recò all'estero e divenne maestro nelle arti liberali. Entrò nel clero e, come diacono, l'arcivescovo di Milano Guidone lo aggregò alla sua cappella. Ma scoppiata in Milano la lotta contro il malcostume del clero e la simonia, Arialdo, con Anselmo da Baggio e Landolfo Cotta, canonici della Metropolitana, divenne uno degli avversarî di Guidone che proteggeva il clero concubinario e nel 1057 incominciò in Milano quell'ardente predicazione che ben presto lo pose a capo della Pataria milanese. Divenuto papa Anselmo da Baggio (Alessandro II), Arialdo ebbe da lui ogni sorta di incoraggiamenti nella lotta intrapresa per la purificazione della chiesa milanese; e nel 1062 trovò nel nobile cavaliere Erlembaldo Cotta (fratello del canonico Landolfo Cotta), che il papa creò gonfaloniere della chiesa, un prezioso aiuto. Ma quando finalmente nel 1066 furono recate a Milano le bolle di scomunica contro l'ostinato arcivescovo Guidone, e la città fu in grande tumulto, Arialdo fu ferito e costretto a fuggire segretamente da Milano. Tradito poi e consegnato ai suoi nemici, fu da questi ucciso in una solitaria isoletta del Lago Maggiore, tra Angera e Arona (28 giugno 1066). La chiesa onora il diacono milanese Arialdo come santo martire.
Bibl.: B. Andreae, Vita S. Arialdi Martyris, in G. P. Puricelli, De Ss. Martyribus Arialdo Alciato et Herlembaldo Cotta, Milano 1657; G. Giulini, Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e della campagna di Milano, Milano 1760-1775; Landolfo Seniore, in Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, IV; C. Pellegrini, I santi Arialdo ed Erlembaldo, Milano 1897.