AREALDO, santo
Venerato come santo alla data del io settembre nel martirologio della Chiesa bresciana e negli antichi calendari della Chiesa cremonese.
Se il suo culto è antico e sicuro, non altrettanto si può dire circa l'epoca e le circostanze del martirio. Abbastanza solida è la tradizione che ne fissa la morte in Brescia, meno precisa quella che la fa risalire al secolo VI, assolutamente incontrollabili le fonti cui allude, di seconda mano, il Faino per ricostruime le vicende. Secondo tale racconto, nell'anarchia succeduta alla morte del re longobardo Clefi (574), il duca Alachi, che esercitava il dominio su Brescia, avrebbe infierito contro i cattolici e, mentre il vescovo Onorio con altri fedeli era costretto a nascondersi nei boschi per sfuggire alla persecuzione, A., catturato insieme con i due figli Carillo e Oderico, sarebbe stato con loro sottoposto ai martirio.
Va tenuto presente che non si hanno testimonianze di una persecuzione a carattere religioso da parte di Alachi, né rimane alcuna memoria di un culto prestato ai figli di s. A.se la leggenda ha un fondo di verità, è probabile che la strage vada intesa come uno degli episodi di rapina o di rappresaglia che caratterizzarono l'ínvasione longobarda e che l'inserzione di A. nel calendario dei santi bresciani sia dovuta al riconoscimento delle sue virtù esercitate in grado eroico indipendentemente dal martirio.
Notevoli incertezze sussistono anche circa l'origine del culto a Cremona: secondo la maggior parte dei cronisti lombardi, esso dovrebbe collegarsi con Gerardo de' Maggi, il quale, creato vescovo di Cremona da Clemente V nel 1305,avrebbe ottenuto dai Bresciani la traslazione delle ossa del martire nella propria sede episcopale: sennonché nella lista dei presuli di Cremona non c'è posto per un Gerardo al principio dei secolo XIV. Poiché in quegli anni (fino al 1309)si trova invece Berardo de' Maggi sulla cattedra di Brescia, il quale interviene proprio il 7 apr. 1305 in questioni di giurisdizione ecclesiastica nella città di Cremona, si può affacciare l'ipotesi che l'equivoco sia nato da un riferimento a * Berardus episcopus * letto " Gerardus * e attribuito erroneamente alla sede cremonese, dove effettivamente le reliquie di A. dovettero essere trasportate intorno al 1305.
Custodite in un primo tempo in una cappella dedicata allo stesso santo, esse furono successivamente trasferite nella cattedrale e sistemate presso l'altare del S.mo Sacramento; in seguito vennero portate nella cripta dove sono tuttora conservate in un'arca marmorea - opera di Gian Gaspare Pedoni - che racchiude anche una lamina plumbea in cui sono ricordate, rispettivamente sul recto e sul verso,le due ultime sistemazioni (26 sett. 1484 e 22 dic. 1538).
Da alcuni autori si è confuso A. con Arialdo diacono di buano, del secolo XI.
Fonti e Bibl.: L. Cavitelli, Annales... usque ad annum salutis 1583, Cremonae 1588, p.103 A-B; B. Faino, Martyrologium sanctae Brixianae Ecclesiae..., Brixiae 1665, pp. 119-121 (circa il fondamenito storico del Martyrologium,cfr. Propylaei antiquarii, pars III, in Acta Sanctorum aprilis, II, Antverpiae 1675, pp. XL-LVI); L. Astegiano, Codex diplomaticus Cremonae, II, Augustae Taurinorum 1898, p. 8 n. 61 (per la serie dei vescovi cremonesi cfr. ibid., pp. 174 S.); F. Ferrari, Catalogus sanctorum Italiae in menses duodecim distributus, Mediolani 1613, p. 562; Id., Catalogus generalis sanctorum aui in Martyrologio Romano non sunt...,Venetiis 1625, p. 346; Acta Sanctorum septembris..., 1, Antverpiae 1746, pp. 246 s.; F.A. Zacharìa, Cremonensium episcoporum series..., Mediolani 1749, pp. 274 s. (e cfr. pp. 141-143 ove si inserisce nella lista episcopale Gerardo de' Maggi, affacciando l'ipotesi - per altro insostenibile - che sia stato soltanto vescovo eletto, mai consacrato); Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., III, coll. 1631 s.