ANTONIO (Antonino), santo
Arcivescovo di Milano (sec. VII), le uniche notizie concordi che lo riguardino sono quelle fornite dagli antichi cataloghi dei vescovi di Milano, che gli attribuiscono due anni di governo e lo dicono morto un 31 ottobre e sepolto in S. Simpliciano. Di solito è detto Antonio, ma il catalogo del cod. E 24 della Biblioteca Ambrosiana lo chiama Antonino. Alcuni scrittori moderni, non si sa su quali fondamenti, lo vorrebbero appartenuto alla famiglia Fontana; se questa attribuzione dipenda dal fatto che la ricognizione delle sue reliquie avvenne nell'anno 1582 su richiesta dell'abate di San Simpliciano, Serafino Fontana, è molto difficile precisare.
Il suo pontificato va posto tra la morte di Giovanni il Buono, avvenuta almeno dopo il 649 poiché in quest'anno figura tra i sottoscrittori del Concilio lateranense, e l'elezione di Mansueto, avvenuta con tutta probabilità intorno al 671. Ma in questo lasso di tempo, oltre ad A., vanno collocati anche Mauricillo, che sarebbe durato solo quattro mesi, e Ampelio, che avrebbe governato la Chiesa milanese per cinque anni: stabilire una cronologia esatta è impossibile. Secondo alcuni non è improbabile che vi siano state delle vacanze intermedie della sede milanese, causate da qualche ritorno anticattolico dei re longobardi: il che sarebbe in accordo con una notizia - anch'essa però assai incerta - secondo la quale s. A. avrebbe combattuto vivacemente residui di arianesimo. Il Gams (p. 795), seguendo l'Oltrocchi e altri storici milanesi, lo dice morto il 31 ott. 661: ma questa data resta congetturale.
Sepolto nella basilica di S. Simpliciano, ove non si seppellivano più vescovi dalla metà del sec. V, le sua reliquie furono rinvenute, unitamente a quelle di altri vescovi di Milano e dei martiri Sisinnio, Alessandro e Vigilio, nel 1517, allorché i monaci cassinensi entrarono in possesso di quella basilica. Dopo la ricognizione avvenuta il 12 agosto di quell'anno, una nuova ricognizione fu fatta nel 1582 da s. Carlo Borromeo, presente anche il card. Paleotti, arcivescovo di Bologna.
Chiamato santo dal catalogo Beroldiano e dagli antichi calendari, nel breviario edito l'anno stesso della ricognizione s. Carlo ne assegnò la festa liturgica al 31 ottobre, fissata poi, nel breviario riedito nel 1625 dal card. Federico Borromeo, al 29 ottobre. Il messale ambrosiano lo ricorda tuttora il 29, il rito romano il 31ottobre.
Fonti e Bibl.: Catalogus Archiepiscoporum Mediolanensium, a cura di L. C. Bethmann e W. Wattenbach, in Monumenta Germ. Historica, Scriptores, VIII, Hannoverae 1848, pp. 101-110; C. a Basilica Petri (C. Bascapé), De vita et rebus gestis Caroli cardinalis tituli S. Praxedis archiepiscopi Mediolani, Brixiae 1602, pp. 146 ss.; G. F. Besozzo, Historia pontificale di Milano, Milano 1623, p. 110; Acta Ecclesiae Mediolanensis, I, Lugduni 1683, pp. 882, 1033 ss.; J. A. Saxius, Archiepiscoporum Mediolanensium series historico-cronologica, I, Mediolani 1755, p. 233 s.; B. Oltrocchi, Ecclesiae Mediolanensis historia ligustica..., Mediolani 1795, pp. 546-574; Acta Sanctorum. Maij VII, Parisiis 1866 p. LIV; Octobris XIII, ibid. 1883, p. 831-835; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300. La Lombardia;parte I, Milano, Firenze 1913, p. 282; G. P. Bognetti, Milano longobarda, in Storia di Milano…, II, Milano 1954, pp. 182, 200, 201; P. B. Gams, Series episcoporum, Graz 1957, p. 795; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., III,col. 855.