ANNONE II, santo
, Arcivescovo di Colonia dal 1056 al 1075, nato verso il 1010 in Svevia, morto a Colonia il 4 dicembre 1075. Severo, avido di onori e di comando e, per quanto disposto ad apprezzare la rigidezza monastica dei Cluniacensi, non tipo di asceta, si guadagnò il favore di Enrico III che nel 1056 lo fece arcivescovo di Colonia. Era il tempo in cui il partito della riforma cercava di reagire all'asservimento imposto da Enrico III alla Chiesa; e l'imperatrice Agnese di Poitou governava per il figlio Enrico IV, di età minore. Le posteriori Gesta Treverorum (Monum. Germ. histor., Script., VIII, 174) raccontano che Enrico III, morendo, designasse A. come reggente dell'Impero. La notizia è inesatta, pur tuttavia, grande fu la sua influenza sull'imperatrice. Si dové a lui, probabilmente, se il suo compagno di studî Gunther di Bamberga, più tardi canonico in quella città e cancelliere italiano poi successore di A. nella prepositura di Goslar, venne nominato nel 1057 vescovo di Bamberga. Questi divenne uno dei consiglieri più ascoltati dell'imperatrice, finché nel 1061 ella venne in dissenso con lui. Anche il duca Goffredo il Barbuto della Bassa Lorena, assai potente di là e di qua dalle Alpi, in seguito al suo matrimonio con Beatrice, vedova del margravio Bonifacio di Canossa, fu in rapporti di stretta amicizia con A. Apertosi il contrasto con la curia romana, A. non comparve al Consiglio dell'Impero di Basilea (28 ottobre 1061) in cui fu eletto papa il vescovo Cadaloo di Parma (Onorio II); e invece sui primi d'aprile del 1062, A. abbatteva la reggenza di Agnese col colpo di stato di Kaiserwerth, ed assumeva la tutela del giovine Enrico IV, cioè il potere. Contemporaneamente il duca Goffredo si intromise a Roma fra Cadaloo e papa Alessandro II, eletto dal partito riformatore il 30 settembre 1061; ma, invece di sostenere Cadaloo, ingiunse ad ambedue di ritornare nei loro vescovadi per attendervi la decisione del re. Un sinodo, radunato ad Augusta (ottobre 1062) e presieduto da A., riconobbe temporaneamente Alessandro II, rimandando la soluzione a un altro sinodo. Frattanto fu mandato in Italia il vescovo Burcardo di Halberstadt, nipote di A., per indagare sui procedimenti seguiti nell'elezione di Alessandro II; ed egli la riconobbe regolare. Nella primavera del 1063, perciò, Alessandro II fu accompagnato a Roma dal duca Goffredo: In tal modo, A., anziché difendere l'Impero, aveva in sostanza ceduto un passo dopo l'altro di fronte ai riformatori; e così, nel sinodo di Mantova del maggio 1064, a cui A. intervenne col duca Goffredo e coi vescovi e principi tedeschi, Alessandro II fu definitivamente riconosciuto. Il sinodo di Mantova segna l'esplicita rinunzia all'ingerenza regia nell'elezione del papa: e il culmine della carriera politica di A. fu insieme una sconfitta. Il suo geniale competitore, Adalberto, vescovo di Brema, prese allora il suo posto nella reggenza; e lo stesso papa Alessandro II non risparmiò ad A. ripetute umiliazioni. Il 1065, Adalberto, cingendo ad Enrico IV la spada, lo dichiarò maggiorenne. Non riuscì ad A., neanche dopo morto Adalberto (16 marzo 1072), di riprendere una posizione dominante. Enrico IV svolgeva ora una sua politica, e non gradiva più la tutela dell'uomo imperioso, pel quale, dopo Kaiserswerth, nutriva rancore. Nel 1073-74 A. trattò ancora, per conto del re, coi Sassoni ribelli. Gli ultimi anni della sua vita furono rattristati dall'aspro biasimo di Gregorio VII e dalla sollevazione dei cittadini di Colonia, dai quali fu cacciato (1074). Sedò la rivolta con spietata fermezza; ma Enrico IV stesso intervenne per indagare sugli avvenimenti e ad A. non fu risparmiata l'umiliazione di esser sottoposto a giuramento, per difendersi dall'accusa di fellonia. La biografia di A., scritta nel 1105 in Siegburg, come pure l'inno di A., condotto sulla traccia di quella, lo raffigurano nei modi consueti della leggenda agiografica. Nel 1183, A. fu canonizzato da Lucio III (v. annolied).
Bibl.: Vita S. Annonis, ed. R. Köpke, in Monum. Germ. hist., Scriptores, XI, Hannover, pp. 462-518; Die Maere von sente Annon, ed. Rödiger, Hannover, Deutsche Chroniken, I; W. Wattenbach, Deutschlands Geschichtsquellen im Mittelalter, 6ª ed., II, Berlino 1894; Th. Lindner, Anno II, der Heilige, Lipsia 1869; A. Hauck, Kirchengeschichte Deutschlands, 3ª e 4ª ed., III, Lipsia 1906; C. Mirbt, in Realencycklop. für protestantische Theologie, I, p. 556 segg.