VERONESE, Sante
– Nato a Venezia il 4 marzo 1684 da Giulio, mercante originario di Chioggia, e da Domenica Daria Colomba, fu battezzato nella parrocchia di S. Raffaele. Ebbe una sorella di nome Elena, che professò nel monastero chioggiotto di S. Caterina con il nome di M. Eletta e fu scelta più volte come badessa (morta il 4 aprile 1751).
Dopo un’istruzione elementare ricevuta in famiglia, orientatosi alla vita ecclesiastica, proseguì gli studi di filosofia e teologia a Roma, presso i padri somaschi del collegio del Nazareno. Ritornò ventitreenne a Venezia, dove la famiglia era stata accolta di recente nel patriziato cittadino, e il 4 agosto 1709 fu ordinato sacerdote. Frequentò l’Università a Padova, dove si addottorò in utroque iure il 30 dicembre 1709. Prima ancora dell’ordinazione sacerdotale il cardinale Giorgio Corner lo volle canonico della cattedrale (18 marzo 1709) in sostituzione di Augusto Zacco, tre anni prima nominato arcivescovo di Corfù; del capitolo patavino, egli fu eletto tesoriere il 16 settembre 1716 per la morte del conte Girolamo Zacco. Insegnava privatamente teologia morale e diritto presso la sua abitazione. Nel 1732 il vescovo di Padova Giovanni Minotto Ottoboni lo scelse come vicario generale, successore del canonico Pietro Antonio Corniani. Fu confermato in quest’ufficio dal cardinale Carlo Rezzonico, che resse la diocesi di Padova dal 1743 al 1758, prima di essere eletto papa con il nome di Clemente XIII.
Veronese ebbe fama di esperto in questioni giuridico-amministrative anche fuori dei confini diocesani, tanto da essere consultato direttamente da Clemente XII, ma anche dai cardinali Ludovico Pico, Giacomo Boncompagni, Neri Corsini, Piero Maria Pieri e Antonio Marino Priuli.
Clemente XII propose Veronese come vescovo di Torcello (1735), Benedetto XIV come vescovo titolare di Famagosta (1748) e poi come vescovo di Treviso (1750), ma in tutte e tre le circostanze egli rinunziò, adducendo a motivo le cattive condizioni di salute. Nel 1758, infine, da Clemente XIII fu nominato vescovo di Padova (11 settembre) e con dispensa pontificia fu consacrato in diocesi il 19 novembre dal cardinale Priuli, vescovo di Vicenza, assistito dai due fratelli Giustiniani: il vescovo di Treviso, Francesco Paolo, e il vescovo di Torcello, il benedettino Nicolò Antonio.
Veronese scelse come vicario generale il canonico Alessandro Pappafava, poi diventato vescovo titolare di Famagosta (1761). La sua prima lettera pastorale fu elogiata dalle Novelle della repubblica letteraria del 1759 (n. 24, pp. 188 s.), ma tutti i biografi, in generale, hanno rilevato la sua abilità letteraria e la profondità della dottrina, manifestatesi fin dal primo incontro pubblico con i magistrati patavini all’inizio del governo pastorale. Nel 1761 elevò a parrocchia la chiesa di S. Marco Evangelista. Ottenne dal papa particolari privilegi per le insegne dei canonici del duomo (1763). Legò i suoi libri alla biblioteca del seminario diocesano. Tutti i biografi concordemente fanno risaltare il suo grande e inimmaginabile impegno pastorale nonostante l’età avanzata e le infermità.
Clemente XIII lo creò cardinale prete nel Concistoro del 24 settembre 1759. Portata a Padova da Francesco Fantini, ricevette la berretta cardinalizia dal cardinale Priuli, ma per motivi di salute non si recò mai a Roma per prendere possesso del titolo cardinalizio. Fu abate commendatario delle badie di S. Maria delle Grazie, nella diocesi di Verona, e di S. Andrea di Carmignano, nella diocesi di Padova.
Morì a Padova la notte del 1° febbraio 1767 dopo lunga malattia, per la quale aveva provato senza successo a essere dispensato dal governo diocesano.
Trovò sepoltura nel duomo, nella cappella dedicata a S. Gregorio Barbarigo. I funerali furono celebrati dal dotto prefetto degli studi del seminario patavino Gaetano Cognolato, che lesse l’orazione funebre, poi stampata insieme a un breve profilo biografico (Oratio in funere Sanctis card. Veronesii, episcopi Patavini, habita in aede cathedrali nonis Februarii, Patavii 1767) e riedita poco più di una quindicina di anni dopo. Il sepolcro fu adornato da una lapide pavimentale fattagli apporre dai nipoti Carlo e Giulio Veronese.
Presso la diocesi di Padova si conservano vari dipinti a olio e un affresco a tempera, che ritraggono il vescovo in abiti cardinalizi, con le mani poggiate su libri, lo sguardo acuto, la fronte spaziosa e i capelli bianchi (tra gli altri, uno che lo raffigura di tre quarti è attribuito a Marietta Scanferla). Un ritratto del porporato fu inciso da Antonio Cappellan e stampato in occasione della creazione cardinalizia (1759); un’altra incisione a bulino, opera di Jacopo de Leonardis, fu stampata nel 1767 e adoperata come antiporta nell’edizione postuma bresciana dell’opera del cardinale Veronese.
Opere. Del cardinale Veronese restano diverse lettere pastorali al clero e alla diocesi di Padova, nonché alcuni fascicoli a stampa di ‘casi riservati’. Meno di una ventina di anni dopo la sua morte, un’opera inedita, offerta manoscritta al papa da Carlo Veronese, nipote del defunto porporato, fu fatta stampare a Brescia per interessamento del vescovo Giovanni Nani (Sanctis Veronesii episcopi Patavini Sanctae Romanae Ecclesiae presbyteri cardinalis opvs postvmvm De Necessaria fidelivm commvnione cum Apostolica Sede, Brixiae 1783).
Fonti e Bibl.: Abbondante documentazione sul governo pastorale è presso l’Archivio diocesano patavino, dove si conserva anche la tesi di laurea di S. Furlan, Attività pastorale del card. Santi [sic] Veronese, vescovo di Padova (1758-1767), Università degli studi di Padova, a.a. 1972-73.
La mancanza di studi critici sul cardinale Veronese rende complicata una ricostruzione biografica, che s’imbatte su date errate e notizie incerte e imprecise, pur fornite da fonti contemporanee o quasi, come le Notizie per l’anno del Chracas, che dicono Veronese nato il 12 luglio 1684, seguito da G. Moroni e altri autori anche odierni. Bisogna ancora far riferimento a cenni sommari in opere generali: G.C. Francesconi, Sancti Veronesio episcopo Patavino cum primum cathedrale templum ingrederetur gratulatio habita XV Kal. Januarias MDCCLVIII Capituli nomine, Patavii [1758]; C. Sibiliato, Nel faustissimo giorno della solenne consecrazione dell’Illustriss. e Reverendiss. Monsign. Santi [sic] Veronese, vescovo di Padova, conte di Piove di Sacco, prelato domestico di N.S. e del Soglio pontificio vescovo assistente. Stanze, Padova 1758; [A.M. Querini - G.G. Gradenigo], Tiara et purpura Veneta ab anno MCCCLXXIX. ad annum MDCCLIX. Serenissimae Reipublicae Venetae a civitate Brixiae dicata, Brixiae 1761, pp. 322 s., 428 s.; N.A. Giustiniani, Serie cronologica dei vescovi di Padova, Padova 1786, pp. CLX-CLXII; F.S. Dondi dall’Orologio, Serie cronologico-istorica dei canonici di Padova, Padova 1805, pp. 220 s., 242, 254; S. dall’Acqua, De Clodiensibus qui scientias, atque litteras excoluerunt elogium habitum Clodiae in aula episcopali XVIII Calend. Decembris anni MDCCCXIV ad studiorum Seminarii instaurationem, Venetiis 1816, pp. 10 s., 31 s.; Giornale della letteratura italiana, s. 2, XXIII (1821), vol. 54, pp. 237 s.; G. Ravagnan, in Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del secolo XVIII, e de’ contemporanei, V, Venezia 1837, pp. 565-567; G. Cappelletti, Le chiese d’Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, X, Venezia 1854, pp. 561 s.; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, XCV, Venezia 1859, pp. 43 s.; P.B. Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Ratisbonae 1873, p. 799; R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia catholica, VI, Patavii 1958, pp. 21, 330; Päpste und Kardinäle in der Mitte des XVIII. Jahrhunderts (1730-1777). Das biographische Werk des Patriziers von Lucca Bartolomeo Antonio Talenti, a cura di S.M. Seidler - Ch. Weber, Frankfurt am Main-New York 2007, pp. 484 s.; Meritevoli per pietà e scienza. Padre Emilio Venturini e il Pantheon de “La fede” (1867-1880), a cura di G. Duse, Chioggia 2009, passim.