SANTA SEVERINA (A. T., 27-28-29)
SEVERINA Antica cittadina calabrese della provincia di Catanzaro, sul fianco destro della bassa valle del Neto, a 326 m. s. m.; sorge su un'altura isolata e spianata di sabbie e argille plioceniche, soggetta a frequenti terremoti. Il territorio del comune (44,66 kmq.) è presso che spopolato, a causa della scarsa produttività (coltivazione estensiva del frumento e macchia mediterranea) e della malaria. Lavori di bonifica lo vanno trasformando nella parte più bassa vicina al Neto. S. Severina è di origine assai antica e pare risponda a una Σιβερίμη citata da Stefano di Bisanzio come città degli Enotrî, e forse fortezza militare greca contro le popolazioni bruzie dell'interno. Una ‛Αγία Σευερίνη è ricordata per il sec. IX da documenti ecclesiastici bizantini, come sede già di chiesa episcopale metropolitana dipendente direttamente da Bisanzio e forse risalente al sec. VIII. Conquistata dai Saraceni nell'840 insieme con Amantea e riconquistata da Niceforo Foca nell'886, fu bizantina di nuovo per tutto il sec. X e XI, sinché cadde dopo lungo assedio, nel 1073 o 1074, sotto i Normanni, che vi costruirono e ampliarono un castello, il quale appare oggi nelle forme imponenti dovute a ulteriori rifacimenti e ingrandimenti durati sino all'età spagnola. Verso il 1450 vi affluirono Greci-Albanesi (ai quali si deve il nome di Grecía dato tuttora a un quartiere orientale della città ora disabitato), che si fusero però interamente con la popolazione italiana. Passò poi sotto varie signorie feudali, fu devastata da parecchi terremoti (soprattutto nel 1783); conserva la sede arcivescovile e ha monumenti di arte religiosa assai importanti, recentemente restaurati e studiati, quali il Battistero bizantino, del sec. VIII o del IX, con cupola a spicchi sorretta da un colonnato interno e fonte battesimale del secolo XVI, i resti della cattedrale vecchia, già basilica a tre navate e triabsidata, di età normanna, oggi chiesa dell'Addolorata, la chiesetta di S. Filomena o Pozzolio (da una chiesa inferiore da poco messa in evidenza) con interessante cupoletta a alto tamburo esteriormente colonnato e bel portale scolpito, notevole esempio di fusione di forme strutturali bizantine con elementi decorativi normanni. La cattedrale attuale ha facciata secentesca e interno di recente rifacimento. Notevoli sono ancora i resti di abitazioni in grotta nel quartiere Grecía e i documenti epigrafici bizantini. Il comune di Santa Severina aveva 1343 ab. nel 1871, 1737 nel 1901, 1828 nel 1921, 2311 nel 1931, di cui 1696 nel centro cittadino e 358 nel centro di Altilia, a 6 km. a N., vicino al Neto (con interessanti affioramenti di salgemma, la cosiddetta Salinella di Neto). Santa Severina è a i km. circa dalla strada maggiore Crotone-S. Giovannì in Fiore (servizio autom. giornaliero Crotone-S. Giovanni in Fiore).
Bibl.: P. Orsi, Le chiese basiliane della Calabria, Firenze 1929; P. Loiacono, Sul restauro compiuto al Battistero di Santa Severina, in Boll. d'Arte, XXVIII (1934-35), pp. 174-85; id., Restauri alla chiesetta di S. Filomena a S. Severina, ibid., pp. 502-09.