SCOLASTICA, santa
SCOLASTICA, santa. – Nacque a Norcia, nella Sabina, tra la fine del V e gli inizi del VI secolo.
Questo dato elementare (così come quello della morte, alla metà circa del V secolo) si desume da quelli (comunque vaghi e generici) relativi al fratello san Benedetto, forniti dal II libro dei Dialogi di Gregorio Magno (circa 540-604), dedicato alla figura del santo; un testo che, tuttavia, si presenta come una bioagiografia che persegue anzitutto una finalità edificante, talché tutti gli episodi riportati non sono finalizzati a riflettere la realtà effettuale, ma a segnare altrettante tappe della santità di Benedetto, scandita da eventi prodigiosi.
Scolastico/a è attestato già nel VI secolo come nome di persona, ma è stato interpretato in chiave simbolica e in funzione del profilo gregoriano di Benedetto (Wansbrough, 1965; de Vogüé, 1972, pp. 260-264).
Nei due capitoli dedicati a Scolastica (Grégoire le Grand, Dialogues, II, a cura di A. de Vogüé, 1979, pp. 230-234), Gregorio la presenta come una sanctimonialis femina risiedente in una cella, che incontrava annualmente il fratello in un luogo non distante da Montecassino. Durante il loro ultimo incontro i fratelli trascorsero la giornata conversando di argomenti spirituali, fin quando, scesa la notte e giunto il momento di rientrare, Scolastica chiese a Benedetto di trattenersi per continuare a parlare. Al rifiuto del santo, la preghiera e il pianto della donna scatenarono un violento e inaspettato temporale che lo costrinse a rimanere lì tutta la notte.
Il fenomeno della pioggia che segue la preghiera ha diversi precedenti letterari (Gregorio Magno, Storie di santi e di diavoli, a cura di S. Pricoco - M. Simonetti, 2005, p. 362), ma nel miracolo si è visto il riflesso di un rito di magia simpatica (Boesch Gajano, 2004. p. 260), interpretazione però negata da Adalbert de Vogüé (1972, p. 258).
Il giorno successivo, Benedetto vide l’anima della sorella in forma di colomba volare verso il cielo, una circostanza evocante temi evangelici e agiografici e carica di valori simbolici (Gregorio Magno, Storie di santi e di diavoli, cit., pp. 363 s.). Annunciata la morte di Scolastica, il santo dispose che il corpo fosse deposto nel sepolcro fatto preparare per sé a Montecassino, nell’Oratorio di S. Giovanni Battista, sicché nemmeno la sepoltura, commenta Gregorio, potesse separare coloro che erano stati così uniti in vita.
Questi sono gli unici dati biografici, in qualche misura circostanziati, di cui disponiamo e comunque Scolastica, nel racconto gregoriano, emerge come una figura sostanzialmente funzionale a quella del fratello; tuttavia, la sua menzione nei Dialogi ne determinerà una lunga fortuna, favorita evidentemente dallo sviluppo del culto per s. Benedetto. E, naturalmente, il carattere che prevarrà nelle sue rappresentazioni sarà quello di una santa monaca costantemente accostata a Benedetto, sia in quelle narrative sia in quelle iconografiche (Lentini, 1968. pp. 747 s.; Carnascialli, 1982; Libertini, 2008-09, pp. 145-151).
Gli scrittori che, dal Medioevo all’età moderna, hanno scritto su di lei, tuttavia, si sono limitati a riprendere e amplificare le scarne notizie gregoriane, aggiungendovi alcuni dettagli biografici recepiti dalla tradizione, in primo luogo cassinese. In questo senso non è significativa un’omelia dell’abate Bertario (856-883), utilizzata a Montecassino per l’ufficio notturno della festa della santa, il 10 febbraio, nella quale si commentano i citati passi gregoriani (edita in Lentini, 1988b, pp. 385-407).
Di maggiore utilità sono le opere di Alberico di Montecassino (morto nel 1105 circa), che condividono, tutte o in parte, la medesima finalità liturgica: due Vitae, una in prosa e l’altra in versi (edite rispettivamente, in Lentini, 1988a. pp. 132-139, e in MGH, Poetae latinae medii aevi, V, 3, a cura di G. Silagi, München 1979, pp. 596-598), probabilmente un carme (pp. 598-600), e un’omelia (edita in Mai, 1841. pp. 131-143). Oltre a narrare alcuni miracoli di guarigione avvenuti sul sepolcro a Montecassino (capp. 87-110 della Vita in prosa), Alberico scrive che Scolastica viveva in una cella virginum, suggerendo l’esistenza di una comunità monastica di appartenenza (cap. 11, p. 133, cfr. Lentini, 1988a. pp. 122 s.). Nella medesima Vita, inoltre, egli fornisce maggiori dettagli circa il luogo di incontro tra Scolastica e Benedetto, lì dove fu costruita una chiesa in onore della santa. Sicché la tradizione cassinese lo ha individuato in una struttura sul versante occidentale ai piedi del monte di Cassino (Pantoni, 1947; Chronica Casinensis, a cura di H. Hoffmann, 1980, l. IV, cap. 100, p. 562). Per alcuni studiosi, invece, qui sarebbe sorta la sua cella (Schuster, 1946. p. 309), altre volte identificata in un monastero di Piumarola (oggi frazione di Villa Santa Lucia, Frosinone; Chronica Casinensis, cit., l. I, cap. 8, p. 34), mentre il luogo dell’incontro potrebbe trovarsi sul versante orientale del monte (Lentini, 1988a, pp. 131 ss.).
Con le opere successive, generalmente raccolte di vite di santi, la figura di Scolastica fuoriesce dal mondo benedettino che ne aveva promosso la memoria cultuale, ma ugualmente esse non ne arricchiscono il profilo biografico, riflettendo piuttosto gli ambienti entro i quali e per i quali furono prodotte, motivo per cui la figura della santa diventa spesso funzionale a veicolare modelli di santità e/o messaggi edificanti, come nel caso dei domenicani e dei leggendari utili alla loro predicazione, o delle opere precedenti e successive alla Riforma protestante (cfr. per la questione Libertini, 2008-09, pp. 122-127, 130-144).
Benché, dunque, legato a quello di Benedetto, il culto per Scolastica è attestato nel tempo anche dalle chiese e dai monasteri a lei dedicati sin dall’Alto Medioevo, a partire da quello di Subiaco (Carosi, 1987), ma non mancano altre attestazioni (tra le più antiche, a Moscufo, a Gaeta e a Penne; Chronica Casinensis, cit., l. I, cap. 45, p. 120, l. II, cap. 60, p. 284, cap. 86, p. 337). Esso si diffuse soprattutto in Francia, aprendo una lunga e irrisolta querelle tra Montecassino e Fleury. Tra la seconda metà del VII e i primi anni dell’VIII secolo, dopo la distruzione longobarda di Montecassino (577 circa), un gruppo di persone di Le Mans e Orléans avrebbero traslato i resti di Benedetto e Scolastica in Gallia (Paulus Diaconus, Historia Langobardorum, a cura di L. Bethmann - G. Waitz, l. VI, cap. 2, p. 165; Miracula s. Benedicti, a cura di E. de Certain, 1858, pp. 1-14), una circostanza ammessa sia dalle fonti legate all’abbazia di Fleury, sia, più recentemente, da alcuni storici francesi, mentre è stata negata dai cassinesi soprattutto durante e dopo l’abbaziato di Desiderio (1058-87; Galdi, 2014, pp. 9-11). Le reliquie di Scolastica sarebbero poi state trasferite a Le Mans e, nell’873, a Juvigny (Goffart, 1967; Beau et al., 1980, pp. 313-334, 335-348).
Fonti e Bibl.: J. Bolland, S. Scholastica, Virgo, in Acta Sanctorum februarii, II, Antverpiae 1658, pp. 392-401; Miracula s. Benedicti, in Les miracles de Saint Benoît ècrits par Adrevald, Aimoin, André, Raoul Tortaire et Hugues de Sainte Marie moines de Fleury, a cura di E. de Certain, Paris 1858; Paulus Diaconus, Historia Langobardorum, a cura di L. Bethmann - G. Waitz, in MGH, Scriptores rerum langobardicarum et italicarum saec. VI-IX, Hannoverae 1878; Grégoire le Grand, Dialogues, II (livre 1-3), a cura di A. de Vogüé, Paris 1979, pp. 230-234; Chronica Casinensis, a cura di H. Hoffmann, in MGH, Scriptores, XXXIV, Hannover 1980; Gregorio Magno, Storie di santi e di diavoli (Dialoghi), I (libri I-II), a cura di S. Pricoco - M. Simonetti, Milano 2005.
L. Lippomano, Sanctorum priscorum vitae..., Venezia 1551; A. Mai, Spicilegium romanum, V, Romae 1841; B. Mombritius, Sanctuarium seu Vitae Sanctorum, II, Paris 1910; I. Schuster, Storia di san Benedetto e dei suoi tempi, Milano 1946; A. Pantoni, Un venerando santuario cassinese. La chiesa di Santa S. o del “Colloquio”, in Benedictina, I (1947), pp. 25-41; C.-M. de Witte, Notes sur la découverte des ossements de Saint Benoît et de Sainte Scholastique au Mont-Cassin en 1484, in Benedictina, X (1956), 3-4, pp. 259-266; Sainte Scholastique patronne de la ville du Mans, Montligeon 1964; R. Grégoire, Prières liturgiques médiévales en l’honneur de saint Benoît, de sainte Scolastique et de saint Maur, in Analecta monastica, VII (1965), pp. 1-85; J.H. Wansbrough, St. Gregory intention in the stories of St. Scholastica and St. Benedict, in Revue bénédictine, LXV (1965), pp. 145-151; W. Goffart, Le Mans, St. Scholastica, and the literary tradition of the translation of St. Benedict, in Revue bénédictine, LXXVII (1967), pp. 107-141; A. Lentini, S., santa, in Bibliotheca Sanctorum, XI, Roma 1968, pp. 742-749; A. de Vogüé, La rencontre de Benoît et de Scholastique. Essai d’interprétation, in Revue d’histoire de la spiritualité, XLVIII (1972), pp. 257-274; A. Beau et al., Le culte et les reliques de saint Benoît et de sainte Scholastique, Saint-Benoît-sur-Loire 1980; E. Carnascialli, Contributo per l’iconografia di santa S. nell’arte italiana, in Iconografia di san Benedetto nella pittura della Toscana. Immagini e aspetti culturali fino al XVI secolo, Firenze 1982, pp. 283-346; G.P. Carosi, I monasteri benedettini di Subiaco, Subiaco 1987; A. Lentini, L’omilia e la Vita di S. S. di Alberico Cassinese, in Medioevo letterario cassinese. Scritti vari, a cura di F. Avagliano, Montecassino 1988a, pp. 115-139; Id., Il sermone di S. Bertario su S. Scolastica, ibid., 1988b, pp. 367-407; G. Italiani, Il De Sancta Scolastica Virgine nel Codice 39 dell’Archivio storico di Perugia (XV secolo), in Curiositas. Studi di cultura classica e medievale in onore di Ubaldo Pizzani, a cura di A. Isola - E. Menestò - A. Di Pilla, Napoli 2002, pp. 509-518; S. Boesch Gajano, Gregorio Magno. Alle origini del Medioevo, Roma 2004; R. Grégoire, Il culto liturgico di S. Benedetto e di S. Scolastica, in Id., Storia e agiografia a Montecassino, a cura di F. Avagliano, Montecassino 2007, pp. 127-132; C. Libertini, Santa S. nel Medioevo. Costruzione agiografica e tradizione monastica, tesi di laurea in storia medievale, Università degli studi di Roma Tre, a.a. 2008-09; A. Appetecchia - I. Mayer, S. S. e le prime dipendenze tra fonti documentarie, strutture materiali e nuove tecnologie, in Le valli dei monaci, Atti del Convegno internazionale, Roma-Subiaco... 2010, a cura di L. Pani Ermini, Spoleto 2012, pp. 309-358; A. Galdi, S. Benedetto tra Montecassino e Fleury (VII-XII secolo), in Mélanges de l’École française de Rome. Moyen Âge, CXXVI (2014), 2, pp. 2-20.