PAOLA FRASSINETTI, santa
PAOLA FRASSINETTI, santa. – Nacque a Genova nel quartiere Borgo Lanaioli il 3 marzo 1809 da Giovanni Battista, commerciante, probabilmente di tessuti, e da Angela Viale.
Paola fu terzogenita e unica femmina di cinque figli: dei suoi quattro fratelli, tutti entrati nello stato ecclesiastico, il più famoso è il primogenito Giuseppe, fondatore della congregazione dei Figli dell’Immacolata.
Non frequentò alcuna scuola, ma ricevette la sua istruzione in casa, sotto la guida del padre e del fratello maggiore. Dopo la morte della madre (1818) e di una zia (1821), assunse infatti la direzione della casa trascurando quindi lo studio; tuttavia il contatto quotidiano e la conversazione con i fratelli le permise comunque di sviluppare una buona cultura e matura capacità di scrittura, come dimostrano le sue lettere.
A 22 anni fu mandata dal padre a Quinto a Mare, dove il fratello Giuseppe era parroco, per aiutarlo, ma anche per rimettersi in salute. Qui conobbe alcune giovani con le quali iniziò a pensare a un istituto dedito all’istruzione religiosa e morale delle bambine e delle ragazze nell’ambito parrocchiale. Il 12 agosto 1834 con sei compagne si ritirò in una casa a Quinto, dando vita a una comunità denominata Figlie di Santa Fede. Nel 1835 avvenne l’incontro con il bergamasco don Luca Passi, fondatore della Pia opera di santa Dorotea, che aveva come scopo la tutela religiosa e morale delle ragazze attraverso l’impegno di donne laiche abitanti nella stessa parrocchia. Egli la convinse a inserire la sua azione apostolica nell’ambito della sua Opera e a cambiare il nome in Maestre di santa Dorotea.
Nel 1836 l’attività riprese quindi a Genova, dove Paola Frassinetti e le sue prime compagne fecero la vestizione solenne (4 marzo 1838): loro impegno era inizialmente partecipare alla vita pastorale parrocchiale, insegnando la dottrina cristiana e fondando localmente la Pia opera di santa Dorotea, ma ben presto le loro attività si ampliarono con l’istituzione di scuole e convitti. Rimanendo sempre in collegamento con l’istituzione di Passi, le Maestre di santa Dorotea aprirono così a Genova scuole gratuite popolari e un educandato per fanciulle benestanti dove accogliere ragazze da educare cristianamente e moralmente, impartendo loro anche una certa istruzione culturale (leggere, scrivere, fondamenti di aritmetica e grammatica, e poi storia, geografia e lingue a richiesta dei genitori) e avviandole ai lavori manuali femminili. Nel 1841 insieme a due compagne si trasferì a Roma per porre il centro della Congregazione nella capitale della cristianità.
L’impatto con la città non fu facile, resesi subito conto che la vita religiosa romana non corrispondeva all’immagine che ci si sarebbe potuti aspettare dalla città del papa. Trascorso il primo anno in un’angusta casa di via Ss. Apostoli, scomoda per l’attività che si prefiggevano, l’anno seguente si trasferirono in via Panisperna, in una casa più grande dove fu possibile mettere in atto le finalità dell’istituto, accettando ragazze come educande. Qui Paola – che nel 1838 aveva comunque elaborato un primo regolamento, di cui però non è rimasta traccia – si dedicò anche a stilare le costituzioni della sua Congregazione, prendendo a modello le regole delle Dame del Sacro Cuore di Maddalena Sofia Barat. La ragione della scelta dell’istituto francese, da poco insediato a Roma a Trinità dei Monti, era la comune ispirazione gesuitica: Paola sentiva infatti un’affinità spirituale con i gesuiti, conosciuti già a Genova, e tra loro scelse sempre il suo direttore spirituale.
Stimata dal papa e dal cardinale vicario Costantino Patrizi, nel 1844 le fu affidato, perché lo riorganizzasse e trasformasse in educandato, il rifugio di S. Onofrio, uno dei conservatori di Roma allora in forte declino. Lì, nel 1846, trasferì il noviziato e insediò la casa generalizia della sua Congregazione, mantenendo l’educandato e le scuole esterne. Il 26 aprile dello stesso anno, con alcune compagne, fece la professione religiosa, pronunciando un quarto voto di perseveranza nell’istituto.
A S. Onofrio Paola Frassinetti visse tutto il resto della vita, pur viaggiando per visitare le case genovesi e gli altri istituti che nel frattempo si aprivano in varie località dello Stato pontificio. Dalla congregazione dei Vescovi e regolari riuscì a ottenere una prima approvazione (decretum laudis) per il proprio istituto il 22 agosto 1855, ma solo per le case all’interno dello Stato pontificio (quelle genovesi soppresse nel 1848 riaprirono solo nel 1857); le Costituzioni, redatte nel 1851, non furono invece approvate, ma sottoposte ad experimentum per tre anni.
Il lungo iter di approvazione della regola era dovuto alla non chiara natura giuridica dell’istituto, affiliato all’opera di don Passi, ma anche abbastanza autonomo, con una fondatrice che spesso non condivideva le scelte di Passi ed era spinta dal cardinale vicario, protettore della congregazione, a staccarsene. Il 24 agosto 1860 la congregazione ottenne una prima parziale approvazione, confermata alla fine il 16 giugno 1863.
Nonostante questi problemi, Paola Frassinetti godeva di molta stima presso le autorità ecclesiastiche romane a cominciare dal papa, da cui fu spesso ricevuta in udienza, tanto che le furono affidate anche le scuole della beneficenza, istituzioni destinate alle fanciulle del popolo, e nel 1861 la riorganizzazione del conservatorio della Divina Provvidenza in via di Ripetta. Anche in questo caso dimostrò notevoli capacità di governo e di organizzazione, riuscendo a conquistare la fiducia delle novanta ricoverate e trasformando anche questo istituto in un fiorente educandato. Dopo l’Unità d’Italia diverse case delle Dorotee nelle Marche furono confiscate e destinate a scopi civili o affidate a personale laico, soprattutto per la diffidenza che ispirava la vicinanza delle suore ai gesuiti, ma l’istituto non patì la legge di soppressione degli ordini religiosi, in quanto si faceva carico di istituti di istruzione pubblica. Fu necessario però che le suore maestre ottenessero la patente di insegnanti e la Frassinetti si adeguò, programmando lo studio delle suore secondo il regolamento delle scuole normali e magistrali (1864). Nel frattempo nel 1866 si aprirono le prime case all’estero, in Brasile e Portogallo.
Anche a Roma, dopo la breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), l’istituto si trovò a fare i conti con le ispezioni governative e il pericolo che la casa di S. Onofrio fosse confiscata, ma l’opera educativa delle Dorotee era apprezzata anche dai nuovi governanti, dato che fu offerta loro la direzione di un altro conservatorio, quello dell’Addolorata (1874). Contemporaneamente Paola Frassinetti accettò di assumere la direzione di diverse scuole e di un convitto nel quartiere Esquilino (1878) e anche di farsi carico della scuola eretta dal papa a Borgo Pio per contrastare quelle protestanti (1881).
Nonostante l’età avanzata, la superiora continuò a dirigere e visitare le sue suore (nel 1875 si recò fino in Portogallo) e a combattere la battaglia per rivendicare l’autonomia dagli altri istituti nati dall’Opera di santa Dorotea, scrivendo un numero cospicuo di lettere, che dimostrano acutezza e autonomia di giudizio, senso pratico, capacità di trattare disinvoltamente con tutti, dal papa ai governanti italiani, dai familiari alle sue suore, dai vescovi agli altri ecclesiastici, mantenendo sempre una grande libertà di spirito.
Morì a Roma in S. Onofrio l’11 giugno 1882. L’8 giugno 1930 fu dichiarata beata da Pio XI e l’11 marzo 1984 fu proclamata santa da Giovanni Paolo II.
Opere. Profili spirituali dagli scritti della ven. Paola Frassinetti, Napoli 1907; Lettere, Roma 1985.
Fonti e Bibl.: Archivio segreto Vaticano, Congregazione Vescovi e Regolari, Istituti femminili, b. 5; Roma, Archivio storico del Vicariato, Decreti, 1855, f. 1360. Diffusa la documentazione su Paola Frassinetti in Roma, Archivio della Casa generalizia delle Dorotee; Genova, Archivio della Casa provinciale delle Dorotee; Genova, Archivio storico della curia arcivescovile.
Costituzioni e regole dell’istituto religioso delle suore maestre di s. Dorotea, Roma 1851; C.L. Morichini, Degl’istituti di pubblica carità ed istruzione primaria e delle prigioni in Roma, II, Roma 1842, pp. 151-154; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, XX, Venezia 1843, pp. 227 s.; C.L. Morichini, Degli istituti di carità per la sussistenza e l’educazione dei poveri e dei prigionieri in Roma, Roma 1870, pp. 558 s., 652-656; A. Capecelatro, Vita della serva di Dio P. F. fondatrice delle Suore di santa Dorotea, Roma-Tournay 1900; Memorie intorno alla venerabile serva di Dio P. F. ed all’istituto da lei fondato, Roma 1908; Romana seu Januen. Beatificationis et canonizationis ven. servae Dei Paulae F. fundatricis Congregationis Sororum a S. Dorothea, I-IX, Romae 1922-1931; G.V. Gremigni, La beata P. F.: compendio della vita, Roma 1930; Vie de la bienheureuse Paule F., fondatrice de l’Institut de Sainte Dorothée par une religieuse du même Institut, Paris 1930; Dizionario degli istituti di perfezione, IV, Milano 1977, coll. 588-590; VIII, Milano , 1988, coll. 677-681; M. Neirotti, P. F. a Genova: una presenza dinamica nella sua città a servizio della Chiesa per l’educazione, Genova 1984; P. F.: profilo di una vocazione, Genova 1984; M.L. Trebiliani, Dal Conservatorio della Divina Provvidenza all’educandato di S. Dorotea: tappe di una evoluzione, in Dimensioni e problemi della ricerca storica, 1991, n. 2, pp. 43-56; Ead., P. F., in Il gran libro dei santi, III, Cinisello Balsamo 1998, pp. 1553 s.