ANGELA Merici, Santa
Fondatrice delle Orsoline, nata a Desenzano sul lago di Garda il 21 marzo 1474. Orfana a dieci anni, fu accolta da uno zio a Salò con la sorella maggiore, che fu rapita da morte improvvisa, lasciando Angela molto angosciata soprattutto per l'incertezza sullo stato dell'anima di lei, trapassata senza conforti religiosi. Morto lo zio e tornata a Desenzano, A. vi si fece terziaria francescana e intensificò la vita di penitenze rigorose e di preghiera mistica, che le davano l'estasi. Intuendo essere un vivo bisogno della società turbata dalla Riforma protestante e corrotta dai vizî una solida educazione delle fanciulle, ne accolse alcune nella casa, convertita in scuola, e diede loro cristiani insegnamenti ed esempî; inizio questo dell'opera di apostolato per mezzo della donna alla quale A. era destinata.
Dopo un pellegrinaggio ai santuarî d' Italia ed ai Luoghi Santi, che A. volle toccare, benché avesse perduta durante il viaggio la vista (ricuperata in seguito ai piedi del Crocefisso), per il giubileo del 1525 venne a Roma, ove Clemente VII la invitò a fermarsi, mentre Francesco II Sforza, che la chiamava sua madre spirituale, insisteva per averla a Milano. Ella preferì stabilirsi a Brescia, ove aveva aperta una scuola e, dopo una visione che ebbe di S. Orsola tra uno stuolo di vergini, dette forma e norme alla Compagnia delle Dame di S. Orsola. La novità dell'istituzione era nel fatto che le aggregate restavano nel mondo, con una maestra per quartiere, a edificarvi le famiglie, istruirle ed offrire la carità ai malati ed afflitti, cangiando all'occasione tenore di vita; perciò molte suore Orsoline si unìrono in comunità, altre adottarono la clausura. La Compagnia, che A. resse per cinque anni, fu approvata nel 1544. Mori il 27 gennaio 1540 e fu sepolta nella chiesa di S. Afra in Brescia. Beatificata da Clemente XIII, fu ascritta tra i santi da Pio VII nel 1807 (24 maggio).
Bibl.: G. Lombardi, Vita della B. M. Angela Merici, Venezia 1778; Sainte Angèle Merici et l'Ordre des Ursulines, par une religieuse du même Ordre, Parigi 1922; P. Guérin, Les Petits Bollandistes, VI, Parigi 1888, p. 326 segg.