SANT'ANGELO in Vado (A. T., 24-25-26 bis)
Cittadina interna delle Marche, in provincia di Pesaro, 28 km. a SO. di Urbino; il centro, l'antico Tifernum Metaurense, distrutto dai Goti all'inizio del sec. VI e ricostruito poi col nome attuale, sorge a 359 m. s. m. nella valle del Metauro dove confluisce in questo fiume il torrente Morsina. Non presenta notevoli opere d'arte, anche per le sue avventurose vicende storiche. Fra le sue fabbriche religiose più antiche, è la chiesa di San Francesco (sec. XIV), e quella di S. Chiara (sec. XV). Tra le fabbriche civili è notevole il trecentesco palazzo gotico del podestà, una casa del '400 fatta costruire dal capitano Matteo Grifoni, e la coeva casa Ridarelli-Nardini con sculture attribuite a Marino Cedrini. Una statua lignea dell'Annunziata, di scuola toscana del Quattrocento, è conservata in S. Filippo; frammenti d'una pala robbiana si trovano in S. Chiara e in S. Maria dei Servi, una tela di Federico Zuccari (1603), in cui sono rappresentati gli stessi pittori coi figli ai piedi della Madonna, è conservata al comune.
Il territorio comunale (67,43 kmq.), ricco di boschi, produce cereali, uva e foraggi. Notevole è il commercio di bestiame e di legno. La popolazione, quasi stazionaria da un trentennio (4203 ab. nel 1901), ammontava nel 1931 a 4262 ab. dei quali 1779 nel capoluogo. Servizî automobilistici uniscono Sant'Angelo a Urbino e alla stazione di Urbania sulla linea Fabriano-Urbino.