ALFERIO, sant'
, La tradizione lo dice nato nel 931 da cospicua famiglia salernitana e fondatore della Badia della SS. Trinità di Cava: la quale, tuttavia, esisteva già prima (v. cava dei tirreni, badia), ma con diversa costituzione disciplinare. Inviato da Guaimaro III, principe di Salerno, in Germania e in Francia come apocrisario, si ammalò per via e si ritirò a S. Michele di Chiusa (Susa), dove conobbe Odilone, abate di Cluny, che lo volle seco nel suo monastero per iniziarlo alla vita claustrale. Tornò poi in patria su richiesta del principe salernitano, e vi assunse il governo di quasi tutti i cenobî della città, finché, nel 1011, secondo il Chronicon Volturnense, si ritirò nella valle (cava) Metelliana, tra le pendici di M. Finestra ad O. di Salerno. L'unica fonte superstite della sua vita redatta da Ugo (1130-1141), probabilmente abate di Venosa, c'informa che furono suoi discepoli Desiderio di Benevento, abate di Montecassino, e Teone, secondo abate di Cava. Un diploma del 1025 di Guaimaro III e IV, a lui concesso (Arch. Cav., A. 19), contiene una vera donazione feudale della suddetta valle, e con gli altri molti documenti di quel periodo (1011-1050, ed. in Cod. dipl. cav., VII e segg.), mostra qual valore avesse la sua attività di cenobita-feudatario, rivolta a disciplinare secondo gli statuti cluniacensi l'organizzazione monastica della regione. Morì il 12 aprile 1050 (Ann. cav., in Cod. dipl. cav., V, p. 33), dopo aver vissuto quasi 120 anni, secondo l'antico agiografo.
Bibl.: Vita Alferii, da J. Mabillon, Acta Sanct. ord. S. Bened., I, pp. 727-535; L. A. Muratori, Rer. ital. script. VI, pp. 205-14; P. Guillaume, Vita di S. Alferio fondatore e primo abate della S. Trinità di Cava, Cava 1875; id., Essai historique sur l'abbaye de Cava, Cava 1877; E. Sackur, Die Cluniacenser, II, Halle 1894, pp. 199-200; E. M. Martini, Il diritto feudale e l'Ab. d. Cava nel sec. XI, Roma 1898; U. Berlière, L'ordine monastico, trad. it. di M. Zappalà, Bari 1928.