SANKT PÖLTEN
Città capoluogo dell'Austria inferiore, 60 km a O di Vienna, sul fiume Treisen (ant. Tragisa o Tragisamus), sorta sul sito di un centro del Norico, il Municipium Aelium Cetium, che prendeva il nome dal vicino Mons Cetius, la Foresta Viennese.
L'insediamento, nato da uno stanziamento di veterani lungo la via principale del limes sotto Traiano (intorno all'anno 100 d.C.), fu elevato a municipium Aelium sotto Adriano. La sua storia e la sua funzione sono simili a quelle di Ovilava (Wels), ovvero si rivelano finalizzate ad accrescere le penetrazioni amministrative dell'ancora poco romanizzata zona prealpina nord-occidentale e a stabilire basi commerciali e di rifornimento per gli accampamenti nati sotto gli imperatori Flavi. A capo della città troviamo perciò soprattutto Ulpii e Aelii con tradizione militare. Si trovano testimonianze dei seguenti organi amministrativi: ordo decurionum e collegium fabrum (CIL, IlI, 5659=11800), duumvir (CIL, III, 5630, 5625, 5658 = 11799), quaestor e aedilis (CIL, III, 5663 = 11806). Nelle vicinanze di Cetium visse San Floriano fino al suo martirio (4 maggio 304) avvenuto a Lauriacum.
La città antica rimase a lungo inesplorata: solo un'iscrizione frammentaria indica il restauro di un tempio a cura del collegium fabrum sotto Marco Aurelio, e un altare votivo dedicato a Nettuno informa della regolarizzazione di un corso d'acqua sotto il controllo del vir perfectissimus Aurelius Iulius (intorno al 276 d.C.). Nel corso di lavori nel 1912 e nel 1953 vennero alla luce parti di strutture con ipocausto (terme?). Quanto al sistema viario, si sono rinvenute finora cinque strade con ghiaia in direzione E-O e due in direzione N-S; la dislocazione regolare di tutti i resti degli edifici finora individuati lascia presumere una regolare suddivisione per tutta la zona costruita. E pur vero che mentre a Virunum e a Solva si conoscono intere insulae, a Cetium finora si sono scoperte solo case singole e sparse. Non restano tracce della cinta muraria; scarsa è la conoscenza delle necropoli lungo la via del limes e lungo le strade che portano alla città da Í e da NO (tumulazioni di corpi di IV e V sec.: tra i reperti sono stati rinvenuti spesso bracciali con teste di serpente; da notare un mattone con incisione precristiana: vivas nobis) e da SO (urne cinerarie, della prima metà del III sec., con corredi costituiti da vasi).
In seguito alla ricostruzione del duomo nel 1949 e grazie a studi più ampi avviati negli ultimi anni, si delinea ora un quadro più preciso circa l'assetto dei quartieri dei commercianti e degli artigiani a O, S ed E della città. Le abitazioni degli inizî del II sec. furono costruite soprattutto con legno e argilla, con o senza basamento di pietre di riporto legate con malta; sembra che tali dimore fossero composte da una cucina, uno o due ambienti abitabili e diversi ambienti di servizio; spesso si creavano spazi di lavoro simili a cortili, coperti da un tetto. A seguito di un incendio che distrusse completamente la città nel corso delle guerre marcomanne (intorno al 170 d.C.) quasi tutte le case furono ricostruite totalmente in pietra; a un nuovo vasto incendio verso la metà del III sec. seguì una recessione, che del resto si può osservare in tutto il Noricum Ripense; una ripresa costante potrebbe essere iniziata ai tempi di Costantino ed essere durata sino alla fine del IV secolo. In aggiunta all'insediamento di commercianti e artigiani sotto l'odierno Rathausplatz, a O, furono costruite grandi villae urbanae, in cui gran parte degli ambienti era fornita di riscaldamento sotto il pavimento (piano casa Τ e Z). Qui, la fase più recente (e databile con certezza) appartiene all'ultimo quarto del IV secolo. Il quartiere dei vasai a S della città, invece, sembra essere stato abbandonato nella tarda antichità; a metà
del V sec. nelle rovine fu sepolta una coIona germanica, nella cui sepoltura fu trovato un vaso del tipo detto «Murger Ware».
Dell'agiatezza della popolazione e degli intensi traffici con zone lontane testimonia l'importazione, a opera dei commercianti locali, di terra sigillata proveniente dal centro della Gallia (zona duomo: deposito distrutto intorno al 170; Rathausplatz: deposito di merce del gruppo Bernhard III, distrutto nel 270 c.a). Per un breve periodo al Rathausplatz si tentò anche, subito dopo la distruzione marcomanna e con successo, la produzione in proprio di sigillata con rilievi. In questo luogo si sono trovate anche fucine del III sec. che, come è dimostrato, producevano Kniefibeln e anelli, forse arricchiti da gemme, mentre a E (zona duomo) una fonderia lavorava per i militari già dal II sec., come dimostrano frammenti di matrici per guarnizioni di cinture. Etichette in piombo dimostrano l'esistenza a Cetium anche di attività nel campo della follatura del tessuto; aspetti interessanti riguardo l'importazione di generi alimentari, probabilmente da Aquileia, offrono noccioli d'oliva trovati in un deposito.
Gli elementi della decorazione architettonica, gli affreschi, i mosaici e le sculture (che a Cetium finora si sono trovati solo marginalmente), come pure i rilievi funerari, non si dissociano dalla norma dei ritrovamenti del Noricum. Dall'approfondimento degli studi sui reperti minori rinvenuti nelle vaste esplorazioni avviate a partire dal 1988 si attendono chiarimenti sulla produzione di ceramica e sulla realizzazione di elementi dell'abbigliamento nel Noricum nord-occidentale.
Bibl.: P. Scherrer (ed.), Landeshauptstadt St. Pölten. Archäologische Bausteine I-IV (Österreichisches Archäologisches Institut. Sonderschriften, 22, 23, 26 e 27), Vienna 1991-1996, con ampia bibliografia.
(P. Scherrer)