sanculotto
(fr. «sans culotte») Il termine fu inizialmente coniato (1791-92) in accezione spregiativa dagli aristocratici francesi per indicare coloro i quali, tra i partecipanti al processo rivoluzionario in corso, indossavano i pantaloni lunghi, anziché i calzoni corti e le calze di seta caratteristici dell’abbigliamento della nobiltà. Il termine dunque designa una forza attiva della Rivoluzione francese appartenente alla piccola borghesia e al proletariato, soprattutto di Parigi, che sostenne le posizioni più radicalmente democratiche, incarnate da Robespierre, Marat, Hébert, confluendo in parte tra i giacobini. Organizzati in club e sezioni, protagonisti nelle fasi più drammatiche della rivoluzione e molto attivi durante il Terrore, attraverso i «comitati di sorveglianza» (1792-93), i s. affrontarono i problemi relativi alla difficoltà dell’approvvigionamento e all’aumento dei prezzi, reclamando la regolamentazione dell’economia. Sostenitori della democrazia diretta, diffusero ampiamente l’uso dell’appellativo di «cittadino». Dopo la caduta di Robespierre (1794), i s. finirono con il perdere il proprio ruolo politico.