SANCIO II re di Castiglia e di León
Ferdinando I di Castiglia e León alla sua morte, nel 1065, lasciò diviso lo stato fra i proprî figli. Il primogenito, S., ebbe il regno di Castiglia compreso Nájera e sino al Pisuerga; Alfonso il León e le Asturie; García la Galizia e le conquiste portoghesi; Urraca ed Elvira i dominî di Toro e Zamora, sottoposti, peraltro, alla signoria del regno di León. Il governo di S. ebbe breve durata; e delle sue continue guerre si hanno poche notizie e s'ignora la successione cronologica. Forse tra il 1065 e il 1068 combatté contro la Navarra, retta da suo cugino Sancio Garcés IV, per conquistare la regione della Vecchia Castiglia che Sancio III aveva data al proprio primogenito; ma la fortuna non gli fu amica sui campi di Mendavia. In quel torno di tempo, secondo quanto riferisce lo Zurita, fu battuto a Viana anche da Sancio Ramírez re d'Aragona, intervenuto forse per vendicare la morte di suo padre Ramiro I. E finalmente dovette lottare anche contro il re moro di Saragozza al-Mugtadir, e invase le Asturie, la Galizia e il Portogallo. Poi mosse contro suo fratello Alfonso e lo vinse dapprima a Llantada, presso il Pisuerga (19 luglio 1068), e tre anni dopo a Volpéjar (15 luglio 1071): Alfonso, caduto prigioniero a Santa Maria de Carrión, condotto a Burgos e poi messo in libertà - allora riparò a Toledo - dovette cedergli il trono di León. Ma Zamora non volle accettare il dominio di S.; e, durante l'assedio, il 7 ottobre 1072, questi fu ucciso a tradimento da uno dei difensori della città, Bellido Dolfos, che viene dalla leggenda dipinto a neri colori.
La sua morte seminò il terrore tra gli assedianti; e il suo cadavere a stento poté essere trasportato nel monastero di Oña per esservi sepolto. Allora Alfonso dall'esilio corse a prendere il suo trono.
Prudencio de Sandoval; Historia de los reyes de Castilla y de León, Pamplona 1615; C. Fernández Duro, Romancero de Zamora, Madrid 1880; A. Huici, Las crónicas latinas de la Reconquista, Valenza 1913; A. Ballesteros y Beretta, Historia de España, II, Barcellona 1920.