SANCIO I re di Navarra
Salì sul trono di Navarra nel 905, succedendo a Fortún Garcés, che alcuni considerano come suo fratello e altri, con maggiore verosimiglianza, come appartenente a una diversa dinastia: per questi ultimi egli sarebbe stato figlio di Garci Jiménez, forse proveniente da Sobrarbe e dalla tradizione presentato come liberatore di Ainsa assediata dai Mori, e in tal caso da ritenere come capostipite della seconda dinastia di Navarra. Il cronista Vigila narra che egli "cum castris omne territorium aragonense capit". Ma notizie più precise ci rimangono soltanto delle sue guerre con gli Arabi, che gli fruttarono delle conquiste, ed alle quali, sebbene non sempre fortunate, deve indubbiamente la propria fama.
Il suo primo nemico fu aṭ-Ṭawīl signore di Huesca: nelle contese con lui e con i Banū Mūsā estese il proprio dominio su Albaida, centro della signoria di questi ultimi, sulle cui rovine sembra fondasse il monastero di San Martin de Albelda. Alleato di Ordoño II di León, si spinse verso Nájera e Tudela, impossessandosi di Valtierra. Ma ‛Abd ar-Raḥmān III, che già nel 918 aveva vinto Ordoño, nel 920 prese le armi contro Sancio in difesa dei suoi correligionarî, lo sconfisse dapprima sulle rive dell'Ebro e poi distrusse il suo esercito e quello dell'alleato Ordoño nella valle di Junquera: la guarnigione di Muez fu passata a fil di spada; la Navarra fu saccheggiata spaventosamente. Sempre unito ad Ordoño - con il quale strinse anche rapporti di parentela, se è sua figlia quella Sancia che sembra divenisse allora moglie del re di León - S. mosse alla riscossa l'anno seguente, dopo la ritirata dei musulmani, ed occupò Viguera, mentre Ordoño conquistava Nájera. Ma ‛Abd ar-Raḥmān III riprese l'offensiva nel 924 e, senza quasi incontrare resistenza - ché il terrore assalì i cristiani, impedendo a S. una seria difesa - entrò in Pamplona, che distrusse in gran parte. Ma forse, con gli aiuti di León e di Castiglia, a S. arrise la vittoria poco prima della sua morte, che è da porsi nel 925, se è esatto quanto ci riferisce un cronista, il quale afferma che "dehinc expulsis omnibus biotenatis, migravit a saeculo".
T. Ximénez de Embún, Ensayo histórico acerca de los orígines de Aragón y Navarra, Saragozza 1878; M. Serrano Sanz., Noticias y documentos históricos del condado de Ribagorza, Madrid 1912; A. Ballesteros y Beretta, Historia de España, II, Barcellona 1920.