SAN VINCENZO, Gregorio di (Gregorius a Sancto Vincentio)
Matematico, nato a Bruges l'8 settembre 1584, morto a Gand il 27 gennaio 1667. Recatosi a Roma per ragioni di studio, si fece nel 1605 gesuita e fu discepolo di C. Clavio. Salito rapidamente in fama, fu da Ferdinando II chiamato a Praga; ed ivi, quando la Malá Strana fu occupata dagli Svedesi (1648), venne gravemente ferito e perdette molti suoi manoscritti. Passò poi alla corte di Filippo IV di Spagna, quale istitutore di Don Giovanni d'Austria; e verso la fine della sua vita tornò in patria per assumervi a Gand l'ufficio di bibliotecario.
La rinomanza del S. V. è dovuta soprattutto al suo voluminoso Opus geometricum quadraturae circuli et sectionum coni (Anversa 1647). Quest'opera ebbe fervidi ammiratori e fieri critici; ma le stesse polemiche da essa suscitate - protrattesi fin dopo la morte dell'autore - contribuirono a promuovere i primi sviluppi dei metodi infinitesimali. Il S. V., con un suo metodo, che egli designa col nome di ductus plani in planum e che presenta qualche analogia con quello degli indivisibili di B. Cavalieri, riesce, sia pure soltanto per via euristica, a ottenere la cubatura di solidi particolari e a farne dipendere speciali quadrature. Così determina - a quanto pare, indipendentemente dal Cavalieri - l'area della spirale di Archimede come equivalente a quella di un segmento parabolico; e riduce il calcolo di π a quello del volume di un solido compreso tra due cilindri parabolici ad assi ortogonali, pervenendo a un risultato che, in simboli moderni, è espresso dalla relazione
Nell'Opus il S. V. dà anche, implicitamente, la proprietà dei logaritmi di misurare aree iperboliche.