SAN PIETRO
. Isola situata a SO. della Sardegna dalla quale la separa un braccio di mare largo circa 6 km., mentre un più breve canale (4 km.) la divide dalla vicina Sant'Antioco. Ha un'area di kmq. 51,3. È costituita da un blocco di rocce vulcaniche acide, essenzialmente lipariti e rioliti, con i relativi tufi, ora litoidi a giacitura orizzontale, onde le vaste estensioni taibulari o leggermente ondulate, ora teneri e facilmente erodibili, nel qual caso si hanno aree depresse, coperte di sabbie, e coltivate. La parte più elevata dell'isola quella centrosettentrionale, dove il M. Guardia dei Mori raggiunge 211 m.; il vicino Tortoriso è alto 208. Tutta la parte meridionale è occupata da pianure, a brevi ondulazioni; l'altezza media dell'isola è calcolata a m. 73,5. Le coste settentrionali e di nord-ovest, sono alte e roccime, le erte scarpate a mare sono rotte talora da vallette pensili che, insieme con depositi di panchina a diverse altezze, a tracce di terrrazzi spiagge marine fossili, dànno la prova di recenti movimenti di emersione. L'isola è poverissima di sorgenti e i suoi corsi d'acqua, brevi e in genere assai incassati, sono quasi sempre asciutti.
San Pietro, detta ‛Ιεράκων νῆσος, Accipitrum insula, nell'età classica, fu allora, a quanto pare, assai scarsamente abitata, e nel Medioevo addirittura deserta. Nel 1738 Carlo III vi favorì lo stanziamento di circa 600 Genovesi già stabiliti nell'Isola Tabarca presso Tunisi; altri vi arrivarono negli anni successivi per sfuggire alle invasioni barbaresche; e ai Tabarchini si unirono anche parecchie famiglie liguri; perciò nell'isola si parla ancora un dialetto con elementi genovesi. Gli abitanti erano 613 nel 1745, 919 nel 1756, circa 2000 alla fine del sec. XVIII, 3215 nel 1844, 4815 nel 1871 e 7693 nel 1901. La popolazione era nel 1931 di 7817 ab., quasi tutti riuniti nel centro di Carloforte, sulla costa orientale dell'isola. Le risorse principali degli abitanti provengono essenzialmente dal mare. L'isola ha una tonnara presso la Punta e un'altra nella vicina Isola Piana; inoltre gl'isolani sono occupati anche nella tonnara di Portoscuso sulla prossima costa sarda. Si pescano anche aragoste e altri pesci per il consumo locale. Il trasporto dei minerali e in genere il piccolo traffico marittimo dà occupazione a molti degli abitanti. L'agricoltura non è trascurata; la proprietà è molto frazionata e predomina il vigneto. Numerose sono le case in campagna che tuttavia servono per lo più solo di abitazione nei mesi dei lavori campestri o per villeggiatura. L'isola ha anche, sulla costa occidentale, una miniera (Miniera del Becco) di manganese e di ocre; qua e là si estrae buon materiale da pavimentazioni. A sud di Carloforte vi sono vaste saline demaniali (mq. 768). Altre aree depresse in prossimità delle coste, occupate da stagni, sono in corso di bonifica, al pari dello Stagno dei Pescetti nella parte meridionale, pianeggiante, dell'isola.
Notevole è nell'isola l'emigrazione, diretta soprattutto in altri comuni del regno; il censimento del 1931 registrava 340 abitanti temporaneamente assenti. L'isola è unita da servizî di piroscafo a Porto Vesme sulla costa sarda e a Calasetta nell'Isola Sant'Antioco. Nell'interno dell'isola una rotabile unisce Carloforte alla tonnara della Punta e un'altra alla bonifica dei Pescetti; le altre strade sono mulattiere.
Bibl.: T. Cogliani, L'Isola di S. Pietro, in Arch. Storico Sardo, 1908; M. Taricco, L'isola di S. Pietro, in Atti del XII Congr. geogr. ital., Cagliari 1935; id., Geologia del foglio Isola S. Pietro-Capo Sperone, in Boll. Comit. geol., 1934; M. Vinelli, Un episodio della colonizz. in Sardegna, Cagliari 1866.