SAN PAOLO (São Paulo; A. T., 157-158)
Stato del Brasile, che si estende tra la costa dell'Oceano Atlantico, a cui si affaccia dalla punta Trinidad presso Paraty al Morro do Cardoso sulla Bahia di Cananéa per una lunghezza di 700 km., e il corso del Paraná, il quale dalla confluenza del Rio Paranahyba col Rio Grande a quella del Rio Paranapanema costituisce il confine col Matto Grosso: il Rio Grande poi segna per gran parte del suo corso il confine settentrionale verso il Minas Geraes, mentre il Paranapanema col suo affluente Itararé divide San Paolo dallo stato di Paraná. La superficie territoriale è di kmq. 247.239, cioè rappresenta appena il 9% di tutto il territorio del Brasile, mentre la popolazione che secondo il censimento del 1° settembre 1920 raggiungeva 4.592.188 abitanti, rappresentava allora il 15% della popolazione totale.
Già da queste cifre appare l'importanza dello stato di San Paolo tra le varie unità della Confederazione, importanza resa anche maggiore dalla prosperità economica, rispetto alla quale anzi, grazie alla ricca produzione agricola, forestale e animale e specialmente grazie al valore dell'esportazione del caffè, spetta a San Paolo il primo posto fra gli stati del Brasile.
Dal punto di vista del territorio San Paolo può essere diviso in due zone nettamente distinte: a oriente si trova la stretta fascia compresa tra la costa oceanica e la Serra do Mar, la quale s'innalza immediatamente vicina al mare nella sezione settentrionale fino a Santos, e quindi con i nomi di Serra da Paranapiacaba, Agudas Grandes e Quemada se ne allontana un poco lasciando aperta sul mare la vallata del Rio Ribeira de Yguape. Questa zona ha un clima caldo e piovoso durante tutto l'anno, con un'escursione annua di appena 6° e perciò la flora presenta caratteri tropicali e la foresta tropicale sempreverde ammanta tutto il pendio esterno delle serre. Coltivazioni tropicali si sono estese attorno a Santos, dove fiorisce in primo luogo la coltura delle banane, e nella valle del Rio Ribeira, dove predomina la coltivazione del riso che si è andata sviluppando per merito degl'immigrati giapponesi.
Raggiungendo la cresta della Serra do Mar, che non supera mai in questa sezione i 1200 m. s. m., si arriva alla seconda e più estesa zona, all'altipiano, che digrada lentamente verso il corso del Paraná a cui discendono tutti i fiumi del territorio (Rio Pardo, Tieté, Agapehy, do Peixe, Paranapanema) tranne il Rio Parahyba do Sul di cui soltanto la valle superiore appartiene a San Paolo. L'altipiano ha un'altezza variabile tra 800 e 1000 m. nella parte orientale, ma si va abbassando fin sotto i 500 m. nella zona occidentale. Benché il territorio sia attraversato dal tropico del Capricorno, l'altitudine modifica gli effetti della latitudine, cosicché prevale il clima temperato semiumido, con temperature medie annue comprese fra 12° e 20°. Ma le oscillazioni sono notevoli tanto che, per es., a Campinas si passa da 29,3 nel gennaio a 12° nel luglio e a San Paolo da 20°,5 in febbraio si scende a 14°,4 in luglio. Nella sezione più orientale e più elevata le variazioni sono maggiori e si hanno delle minime temperature assolute inferiori anche allo zero, per cui non vi possono essere introdotte le colture tropicali; nella sezione più occidentale e meno elevata invece il clima è più uniforme.
La piovosità è abbondante e supera di solito i 1200 mm. con un periodo piovoso prevalentemente estivo da ottobre a marzo.
Nel territorio di San Paolo penetra anche la Serra da Mantiqueira che vi protende una serie di catene secondarie, come la Serra da Cantareira, de Bõa Vista e Dos Marins, nella quale ultima si trova il punto più alto del territorio di San Paolo (m. 2400). Molte altre serre si trovano indicate nelle carte particolareggiate nell'interno, ma esse non sono altro che gli orli dentellati delle terrazze superiori dell'altipiano che appaiono come catene solo a chi le guardi dal fondo delle valli: infatti predominano dovunque le forme tabulari monotone, interrotte solo dai solchi scavati dai fiumi.
Nella Serra do Mar prevalgono le formazioni arcaiche cristalline, ma andando verso occidente esse sono coperte da strati del Paleozoico superiore (Permico) e del Mesozoico (Triassico e Cretacico) disposti orizzontalmente e qua e là ricoperti alla loro volta da lave e da formazioni vulcaniche del Mesozoico e del Terziario; dalla disgregazione di queste rocce eruttive, ricche di fosfato di calcio, deriva in gran parte la famosa "terra roxa" di San Paolo, tanto propizia alla coltura del caffè.
Dal punto di vista agricolo-economico l'altipiano può essere diviso in quattro zone di valore ed estensione assai differenti. Una fisionomia particolare presenta la sezione paulistana della valle del Parahyba che, limitata sui due fianchi dalla Serra do Mar e dalla Serra da Mantiqueira, comprende terreni di formazione terziaria con affioramenti di rocce granitiche e gneissiche più o meno estese. È questa la zona della più antica colonizzazione, dove lo stato di San Paolo ha ottenuto il suo primo sviluppo economico e donde esso ha tratto l'impulso e i mezzi per estendere le colture alla più ricca zona occidentale. Attualmente l'importanza di questo territorio è di molto diminuita, però costituisce sempre una regione ad economia modesta, ma solida. I terreni delle vecchie fazendas, in decadenza o addirittura abbandonate, sono stati rilevati da piccoli proprietarî che con assiduo lavoro sono riusciti a rimettere in valore gran parte della superficie agricola, continuando le colture tradizionali del caffè e della canna da zucchero, ma integrandole con coltivazioni di cotone, di tabacco, di ortaggi e di frutta: sui terreni più elevati si pratica anche l'allevamento del bestiame. La popolazione è di oltre 30 ab. per kmq. e numerosi centri abitati si addensano lungo la ferrovia di Rio de Janeiro.
A S. della capitale, verso il confine dello stato di Paraná, i terreni più elevati formano la zona dei campos: sulla linea di cresta della Serra do Mar cessa la foresta tropicale che copre il versante esterno e il bosco è largamente inframezzato da distese di campos e di cerrados. Vi predomina l'allevamento del bestiame, ma hanno notevole sviluppo anche le colture della canna da zucchero, del tabacco e specialmente quella del cotone che ha i suoi centri maggiori a Sorocaba, Tatuhy e Itapetinga.
La terza zona detta del San Paolo medio e orientale si estende ad occidente di Bragança e Campinas fino a Riberão Preto, a Jaboticabal, ad Araraquara e a Jahú, ed è la regione delle grandi piantagioni del caffè. Il territorio, che naturalmente era coperto da boschi inframezzati da savane, è oggi così povero di alberi che sono stati fatti vasti rimboschimenti di eucaliptus, specialmente lungo le linee ferroviarie. I terreni, ricchi di ossido di ferro e di allumina provenienti dalla decomposizione delle rocce diabasiche e porfiriche, particolarmente adatti alla coltura del caffè, sono largamente rappresentati nella valle del Tieté e nella regione a nord del fiume fino al confine nel Minas Geraes, tanto nella valle del Rio Pardo quanto in quella del Mogy-Guassú. È questa la regione più ricca dello stato e la più intensamente coltivata del Brasile; straordinariamente uniforme ma anche estremamente caratteristico è il paesaggio delle fazendas, dove gl'interminabili filari di piante di caffè dal color verde cupo coprono senza intermittenze le distese ondulate dell'altipiano; l'uniformità è rotta soltanto dagli edifici centrali della fazenda, dove abita il proprietario o l'intendente, e dove si trovano le aie per l'essiccamento del caffè e i laboratorî per la preparazione del prodotto, e dalle file delle mndeste casette dei coloni adibiti alla manutenzione dei cafezaes. Anche in questa zona sono praticate le coltivazioni del cotone, della canna da zucchero, del tabacco, del mais e di altri cereali, ma le piantagioni del caffè sono quelle che imprimono il loro particolare carattere a tutto il paese. La popolazione vi è abbastanza densa, ma per effetto del regime di lavoro delle fazendas che richiedono forte impiego di mano d'opera straordinaria all'epoca del raccolto, buona parte degli abitanti vive nei centri urbani, assai numerosi, alcuni dei quali hanno una discreta vita cittadina, perché si sono sviluppati come centri commerciali e industriali, favoriti dall'ottima rete ferroviaria, più fitta in questa regione che in qualunque altra parte del Brasile, e dalla rete delle strade ordinarie, divenute oramai in larga misura vie di traffico automobilistico.
Queste particolari circostanze assicurano la continuità di vita ai centri delle più vecchie zone caffeifere in via di esaurimento, come è il caso di Campinas, dove molte antiche piantagioni sono decadute e le terre sono cedute a piccoli proprietarî che v'introducono la pollicoltura.
Un posto a sé tiene la parte più occidentale di San Paolo, regione di tavolati uniformi che scendono al Paraná, incisa soltanto dalle valli dei suoi affluenti. Ampie fasce forestali corrono lungo i fiumi, ma nelle zone del tavolato comprese fra due valli successive si stendono le savane: le foreste però verso occidente si vanno allargando fino a costituire una zona continua sulla riva del Paraná. Anche in questa regione nei tempi più recenti, avanzando specialmente lungo la ferrovia Noroeste, che da Campinas raggiunge il Paraná presso Itapura, e lungo la linea della Sorocabana, che da Salto Grande è arrivata a Porto Tibiriçá sul fiume stesso, si sono estese le coltivazioni e vi si trovano anzi le fazendas caffeifere più ricche e promettenti. Di anno in anno la battaglia contro la foresta si va intensificando e aumentano le piantagioni di caffè, che nel terreno vergine appena disboscato compensano largamente il costo e le fatiche del dissodamento. Man mano che si procede verso occidente, però, gl'insediamenti umani appaiono più primitivi e incompiuti e le zone coltivate formano soltanto delle oasi in mezzo al deserto verde; tuttavia la proporzione fra i terreni ancora selvaggi e le zone poste a coltura indica il netto progresso di queste ultime.
Importanza notevole ha l'allevamento del bestiame. Oltre a soddisfare il consumo interno, il patrimonio zootecnico consente l'esportazione; durante la guerra mondiale sorsero quattro stabilimenti per la preparazione della carne congelata e in conserva, ma essi, più che alla macellazione di animali dello stato, provvedono a utilizzare i bovini del Minas Geraes, del Goyaz e del Matto Grosso, come è il caso in particolare degl'impianti di Barretos.
L'abbondanza del capitale e la disponibilità della mano d'opera, garantita dall'afflusso incessante d' immigranti europei, fecero sorgere e sviluppare, specialmente a partire dal 1900, l'attività industriale che raggiunse il massimo sviluppo durante la guerra mondiale e immediatamente dopo, grazie alla mancata concorrenza delle merci europee e alla protezione doganale. Tengono il primo posto le industrie tessili che impiegano 65.000 operai, e che con i loro 350.000 fusi e 250.000 telai rappresentano la principale organizzazione industriale di tutto il Brasile.
Ma l'industria paulista abbraccia ormai tutti i campi: industrie siderurgiche e metallurgiche, fabbriche di mobili e concerie di pelli, fabbriche di prodotti chimici, farmaceutici, cartiere, vetrerie, fabbriche di ceramiche e di fiammiferi, manifatture di tabacchi e fabbriche di birra, di paste alimentari e di conserve fornirono nel 1928 una produzione complessiva del valore di 1.677.000 contos, pari a circa 4 miliardi di lire italiane.
San Paolo possiede un'estesa rete ferroviaria che dalla capitale s'irradia in tutte le direzioni e supera i 7000 km. Linee importantissime sono la Rio de Janeiro-San Paolo e la San Paolo-Santos. Nell'interno la rete ferroviaria è particolarmente densa nella zona mediana della grande produzione del caffè, ma estende i suoi tentacoli verso il Goyaz, attraverso il triangolo Mineiro, verso gli stati meridionali per mezzo della grande linea San Paolo-Rio Grande do Sul e attraverso il Matto Grosso meridionale raggiunge Corumbá sul Paraguay.
Le ferrovie sono integrate da una fitta rete stradale fra cui particolare importanza hanno l'autostrada San Paolo-Santos e quella San Paolo-Rio de Janeiro.
La popolazione dello stato è cresciuta assai rapidamente a partire dal 1872. In quell'anno San Paolo contava 837.354 abitanti; nel 1900 la popolazione era di 2.279.000 e nel 1920 venivano censiti 4.592.188 ab. con una densità di 18,7 ab. per kmq. I calcoli del 1933 facevano ascendere la popolazione a 7.119.400 ab. (28,7 ab. per kmq.). Dei cenri abitati dello stato quattro superavano i 100.000 ab.: la capitale San Paolo, Santos, Campinas, Ribeirão Preto. Seguono per importanza i municipî di Sorocaba, Piracicaba, São Carlos, Jahú, Bragança, Rio Preto, Olympia, ecc.
All'aumento della popolazione ha contribuito in proporzione grandissima l'immigrazione degli Europei, che si sono riversati nel Brasile. Dal 1827 al 1926 sono entrati nello stato oltre 2.230.000 immigranti, di cui 995.000 italiani. Il censimento del 1920, che calcola come Brasiliani i figli degl'immigrati nati in Brasile, registrava 398.797 Italiani, circa la metà della popolazione straniera; ad essi seguivano gli Spagnoli, i Portoghesi, i Tedeschi, mentre le altre nazionalità erano rappresentate da cifre modeste. Il computo consolare italiano del 1927, però, fa ascendere il numero degl'ltaliani di San Paolo a 1.200.00, di cui 200.000 vivono nella capitale. In tutti i municipî dell'interno, dovunque è estesa la coltura del caffé, si trovano forti nuclei di Italiani. Le condizioni economiche della collettività italiana sono assai varie e, in complesso, si possono considerare migliori quelle degl'Italiani che vivono nella capitale e negli altri centri urbani, mentre sono meno buone quelle dei coloni delle fazendas. Tuttavia anche tra i coloni parecchi sono riusciti a divenire proprietarî, coltivatori diretti di terre. Secondo il censimento del 1920 erano di proprietà di Italiani 11.825 aziende rurali con 916.487 ha., rappresentanti un valore di 257.547 contos. Nel 1920 appartenevano ad Italiani 1445 stabilimenti industriali che impiegavano 8500 operai. In questi dati non sono comprese naturalmente le grandi società, che, pure essendo formate e dirette da Italiani, figurano come costituite e registrate in Brasile: in realtà buona parte dell'attività industriale dello stato dipende dall'iniziativa degl'Italiani ed è diretta e controllata da membri della colonia italiana. Nel 1927 funzionavano 64 scuole primarie e 5 scuole secondarie italiane, frequentate da 6274 alunni, e 4 collegi con 1282 convittori. Settantadue società di beneficenza con 7587 soci, 126 associazioni sportivo-ricreative, le otto riviste e i giornali italiani sono gl'indici migliori dello spirito di italianità degli emigrati italiani, che hanno costituito anche attivi e fervidi Fasci in tutti i centri principali dello stato.
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