SAN MARINO (XXX, p. 727; App. II, 11, p. 786)
MARINO I socialcomunisti hanno continuato a governare la repubblica fino all'autunno 1957, avendo nuovamente vinto le elezioni del 14 agosto 1955: a comunisti e socialisti erano toccati 35 seggi, 23 ai democristiani, 2 ai socialdemocratici. Ma il 17 settembre sei consiglieri di sinistra passavano all'opposizione, che veniva così a essere costituita da 31 consiglieri contro i 29 che sostenevano ora il governo in carica. I capitani-reggenti reagivano sciogliendo il consiglio e indicendo nuove elezioni. L'opposizione dichiarava incostituzionale la decisione del governo, si trasferiva a Rimini e il 1° ottobre costituiva un "governo provvisorio" con sede in località Rovereta. Il "governo provvisorio" fu subito riconosciuto dal governo italiano, che provvedeva, insieme, a far chiudere da carabinieri la frontiera sanmarinese. Il 2 ottobre i capitani-reggenti chiedevano alle N. U. di inviare a S. M. forze di polizia internazionale. Il 7 ottobre il "governo provvisorio" annunciava di aver reclutato 110 ex-carabinieri italiani per un'eventuale marcia su S. M., ma il giorno 11 il governo in carica cedeva il potere dichiarando in un proclama che "il governo popolare di S.M. sopraffatto da forze di un governo straniero aveva cessato la resistenza per il supremo bene del paese". Il "governo provvisorio" e i suoi sostenitori rientravano in S. M. il giorno 14, e il 23 il Consiglio eleggeva il nuovo governo, nominava i Capitani-reggenti e dichiarava decaduti i 29 consiglieri comunisti e socialisti. Il nuovo governo si preoccupò, tra l'altro, di stipulare accordi con l'Italia per la soluzione di alcune vertenze in sospeso tra i due stati. Il 13 settembre 1959 si sono tenute nuove elezioni secondo una nuova legge elettorale, che, imponendo ai sanmarinesi residenti in Europa (per lo più in Italia) di recarsi di persona a votare, ha forse danneggiato le sinistre: la maggioranza dei seggi è andata all'alleanza tra democristiani e indipendenti socialdemocratici (partito costituitosi per la fusione dei socialdemocratici e dei socialisti dissidenti), con la seguente ripartizione: 27 seggi ai democristiani, 9 agli indipendenti, 16 ai comunisti e 8 ai socialisti. Subito dopo le elezioni, l'8 ottobre, sono state emesse sentenze piuttosto gravi contro 27 esponenti di sinistra dichiarati colpevoli di "attentato alla sicurezza dello stato" per i fatti del 1957.
Il nuovo governo ha abolito gran parte delle riforme introdotte dai socialcomunisti. La vita agricola della minuscola repubblica è ancora chiusa nelle strutture tradizionali; unica vera risorsa, la frequenza dei turisti che salgono in estate per una breve visita di un giorno dalle stazioni balneari romagnole. La repubblica rimane l'unico paese d'Europa che non ha ancora istituito un regolare censimento della popolazione (nel 1953 i calcoli anagrafici hanno indicato una popolazione di 13.000 persone, di cui 1.500 nel capoluogo).
Bibl.: Ripresa nazionale, numero speciale dedicato al 1650° anno di vita della Repubblica, San Marino 1950, fasc. 5-6.