COLOMBANO, san
, Dalla nativa Irlanda, dove vide la luce nell'anno 543 a West Leinster, l'inclinazione ascetica e missionaria lo portò in Borgogna, poi sul finire della vita in Lombardia.
Le sue notizie ci sono pervenute specialmente attraverso la vita (pubblicata per primo dal Mabillon) scritta dal monaco bobbiese Ionas, che raccolse informazioni dirette sotto il successore di C. stesso nella direzione del monastero di Bobbio.
Da giovane C., di aspetto avvenente, fu dedito ai piaceri mondani: il suo distacco dal mondo avvenne ad un tratto, sotto l'influenza, pare, d'una religiosa da lui incontrata, e contro la volontà della madre. Dopo essere rimasto come monaco lungo tempo nel celebre convento di Bangor (retto allora dall'abate S. Comgall), e cedendo a un'ispirazione che a lui parve venirgli da Dio stesso, con 12 compagni emigrò in Francia nel 588, e si stabilì dopo varie peregrinazioni in Borgogna. Questa regione, più che altre della Francia aveva bisogno dell'opera purificatrice di religiosi come C. e i suoi compagni, essendo le condizioni morali del clero borgognone poco buone. Il re Gontrano concesse a C. un luogo deserto in cui ritirarsi, Annegray. Di qui comincia la sua nuova vita: vita semplice e di preghiera, animata dal solo desiderio d'essere esempio di fede e di santità. Crescono i monaci intorno a lui; occorre istituire un altro convento a Luxeuil, di cui egli diventa il primo abate: un terzo convento è fondato a Fontaines. Venti anni trascorrono così: e mentre egli fugge perfino la compagnia dei suoi confratelli per stare solitario, gli si avventano contro le ire dei vescovi che, gelosi dell'ascendente da lui acquistato, gli imputano alcune libertà (ad esempio, la cosiddetta pasqua celtica) da lui mantenute nell'esercizio del culto. La lotta si complica, perché, inflessibile contro le depravazioni del clero, egli in tutto si professa cattolicissimo. Arrestato nel 602 (vi interviene con i suoi loschi disegni anche la regina Brunilde) viene rinviato in Irlanda: sennonché durante il viaggio egli e alcuni confratelli poterono allontanarsi. Peregrinarono a lungo, si fermarono in Svizzera, dove furono anche attivi (ad esempio a S. Gallo); infine, pervenuti a Milano nel 612 e bene accolti dal re Agilulfo e dalla regina Teodolinda, ottennero come rifugio la località di Bobbio. Ivi, mentre i Longobardi finivano col passare dall'arianesimo al cattolicesimo, fu eretto il celebre monastero (v. bobbio). C. vi morì il 615, in odore di santità. Il corpo è ancora a Bobbio nella cripta dell'altare, dove fu collocato nel 1842.
Bibl.: Martin, Saint Colomban, in Les Saints, Parigi 1908.