SAN CANDIDO (A. T., 24-25-26)
Paese della Venezia Tridentina (chiamato sotto il dominio austriaco Innichen), in provincia di Bolzano, posto a 1137 m. s. m., allo sbocco della Val di Sesto (bacino della Drava). Frequentata località estiva di villeggiatura e punto di partenza per prossime escursioni (Punta dei Tre Scarperi, Croda dei Baranci, Cime Ganda, ecc.), possiede numerosi alberghi e pensioni.
San Candido ha stazione sulla Fortezza-Lienz ed è unita a Sesto da un servizio automobilistico.
Monumenti. - Dal Museo di Innsbruck è stato restituito alla sua piazza un cippo romano col nome dell'imperatore Gordiano, scolpito probabilmente nel 238, sopra un'epigrafe romana più antica, e ritrovato nel sec. XVIII al ponte di Gratsch presso Dobbiaco. Ma i precipui monumenti della vecchia borgata sono in rapporto con la storia ecclesiastica di San Candido, ove già nel sec. VIII era stato fondato un celebre monastero benedettino. La chiesa parrocchiale di S. Michele, ricostruita nel 1760 dopo un incendio, con affreschi barocchi di Cristoforo Mair; la duplice chiesa con cui nel secolo XVII furono riprodotti il sacello del Sepolcro in Gerusalemme e il santuario di Altötting in Baviera; ed altre chiese ancora passano in seconda linea di fronte alla colleggiata dei Ss. Candido e Corbiniano che conserva per la massima parte la monumentale struttura romanica duecentesca, arricchita di sculture dell'epoca stessa (fra cui il gruppo della Crocifissione dell'altar maggiore) e ravvivata di affreschi del sec. XV (in parte di Michele Pacher). Qualche codice miniato si conserva tuttora nella Biblioteca della Collegiata: ma l'evangeliario del sec. VIII è attualmente all'universitaria di Innsbruck. Notevole, infine, la Casa del capitolo, del sec. XVI, con belle decorazioni in legno.
J. Weingartner, Die Kunstdenkmäler Südtirols, I, Vienna 1923, pagina 473 segg.