San Benedetto dell'Alpe
Complesso monastico benedettino sulla valle del Montone, lungo la strada che univa Forlì al Casentino, al confine fra i due territori.
Il monastero, risalente al sec. X e riformato da s. Romualdo nel 986, era in località Biforco, lungo il torrente Acquacheta; sulla montagna sovrastante era un eremo, quindi presso la cascata fatta dall'Acquacheta un ospizio e un mercato a fondovalle, da cui ha avuto origine il paese attuale: da questo complesso monastico derivò al luogo la denominazione di Alpe di San Benedetto. Il monastero di Biforco divenne badia vallombrosana e in seguito fu annesso alla collegiata di San Lorenzo di Firenze.
Il luogo è puntualmente descritto da D. nel parallelo tra la cascata del Flegetonte e il corso del Montone (If XVI 100-101 Acquacheta... / rimbomba là sovra San Benedetto / de l'Alpe per cadere ad una scesa / ove dovea per mille esser recetto). Quest'ultimo verso è stato variamente interpretato sia come richiamo a un progetto dei conti Guidi di Dovadola, signori della zona, di costruire ivi un grande castello (questa è l'interpretazione data dal Boccaccio e da Benvenuto); sia come un rimprovero per il rettore del monastero che per avarizia teneva pochi monaci ove se ne sarebbero potuti ospitare tanti (per tutta la questione, cfr. RECETTO).
Una presenza di D. in San B., voluta dalla tradizione locale, è avvalorata sia dalla puntuale descrizione del luogo sia dalla sua ubicazione sulla strada che conduceva in Romagna, in particolare dalla vicinanza con San Godenzo.
Bibl. - P. Nadiani, Interpretazione dei versi di D. sul fiume Montone..., Milano 1894 (recens. di F. Pellegrini, in " Bull. " II [1894-1895] 105-107); P. Nadiani-E. Casorati, Ricordi danteschi nella valle del Montone..., Argenta 1904 (recens. di F. Torraca, in " Bull. " XII [1905] 71-72); P. Bandini, San B. in Alpe e la sua secolare abbazia, Forlì 1934; G. Penco, Storia del Monachesimo in Italia, Roma 1961, 212, 235. Si vedano inoltre Bassermann, Orme 178-191; Davidsohn, Storia I 172, 409, 1091; IV III 87.