ṢAN'Ā' (A. T., 91)
' Capitale del regno yemenita, centro culturale, economico e politico del paese, posta al centro d'un vasto altipiano (largo 20 km. e lungo 80), coperto da potenti strati di sedimenti eolici, 2350 m. s. m., presso le pendici del M. Nequm. La sua posizione commerciale è favorevole in quanto una serie di estese pianure continua verso N., lungo il versante rivolto al Mar Rosso. Il clima è temperato (media annua 17°,5; giugno 21°,7; gennaio 14°,2), ma un poco deprimente per l'altitudine elevata; la piovosità è di 500 mm. all'anno con un massimo in luglio; l'umidità relativa è in media del 48%. La città ha una pianta a forma di otto, disposto in direzione est-ovest, le cui estremità distano circa 8 km. Presso la strozzatura è il palazzo dell'Imam (el-Mutawakkil). Essa si divide poi in tre grandi quartieri. La parte orientale, che è quella più antica e alla quale in senso stretto si dovrebbe limitare il nome di San'ā', forma il quartiere arabo; esso termina verso oriente con una fortezza (Qaṣr), che è rilevata d'una quindicina di metri e si appoggia alle ultime pendici d'una collina; il centro è occupato invece dal mercato (sūq), dove si concentra la vita economica; le strade sono in genere strette e tortuose. Una porta interna separa questo quartiere, posto qualche metro più in alto, dal quartiere turco (o città giardino) con vie ampie e grandi orti irrigati con l'acqua tratta dai pozzi, profondi una ventina di metri. A occidente si trova il popoloso quartiere ebraico. Nelle mura che cingono la città, costruite in argilla mista a sassi, si aprono 8 porte; la principale è la Bāb el-Yemen, che si apre a S. A occidente, all'estremità del quartiere ebraico, si apre la Bāb el-Yahūd (Porta dei Giudei), alla quale mette capo la strada che proviene da el-Ḥodeidah; vi sono poi due porte interne. Caratteristica di Ṣan‛ā' sono i palazzi di sei e fino sette piani, con la parte inferiore a pietre squadrate e quella superiore in mattoni cotti o crudi, e le moschee, in tutto una sessantina, coi loro alti ed eleganti minareti; la maggiore è la Giāmi‛, di forma rettangolare, trasformazione d'un antico edificio cristiano, tempio massimo dei musulmani zeiditi dello Yemen. Gli abitanti sono oltre 50 mila, dei quali 7000 Ebrei; gli Europei sono appena una quindicina.
C. Ansaldi, Il Yemen nella storia e nella legg., Roma 1933; C. Rathjens, Südarabien-Reise. Landeskundliche Ergebnisse, Amburgo 1934; id., Sanaa. Eine südarabische Stadtlandschaft, in Zeitschr. d. Gesellschaft für Erdkunde zu Berlin, 1929; E. Migliorini, Nuovi viaggi in Arabia, in Boll. R. Soc. geogr. it., 1932, pp. 771-78 (ivi è riprodotta una pianta della città).
Storia. - La storia antichissima di Ṣan‛ā' non è conosciuta e solo in un'iscrizione ḥimiaritica (cioè dell'ultimo periodo della storia yemenita, che segue il mineo e il sabeo, v. Yemen) ne ricorre forse la menzione. La tradizione leggendaria sia degli Ebrei, sia dei musulmani, favoleggia sulle sue origini (la città sarebbe stata fondata da Sem); non si può concludere con certezza dal nome Azāl dato a Ṣan‛ā' nella tradizione musulmana che la città sia da identificarsi con Uzāl della Bibbia (Gen., X, 27), poiché con probabilità tale denominazione ha origine dal passo biblico stesso.
La storia della città entra in piena luce con la conquista dello Yemen (verso il 530 d. C.), provocata dalla politica anticristiana del re Dhū Nuwās (v. Yemen). Ṣan‛ā' fu la capitale del nuovo regno e il viceré abissino Abrahah vi costruì una celebre chiesa, su cui la tradizione dà molti particolari fantastici. La città ha poi avuto sempre parte essenziale nella sioria dello Yemen, di cui è stata spesso, come oggi, la capitale, e sempre centro importante, anche quando la sede di signorie di tutto il paese o di parte di esso era in altre città come Zabīd, Ta‛izz, ecc.
Gli Abissini furono cacciati nel 570 dai Persiani, chiamati dagli elementi arabi ostili alla dominazione etiopica, e che risiedettero anch'essi a Ṣan‛ā', nella quale regnavano al tempo della riforma di Maometto. La tradizione musulmana afferma che i Persiani e gli Abnā', i figli cioè di matrimonî misti tra Arabi e Persiani, si convertirono presto all'islām, compreso il governatore Bādhām fattosi musulmano nel 10 ègira.
La rivolta dello pseudo profeta al-Aswad al‛Ansī (v. arabi: Storia) scoppiò a Ṣan‛ā' poco prima della morte del Profeta, nell'11 ègira, e fu ben presto domata. Alla morte di Maometto si affermò un altro movimento antimusulmano che la tradizione chiama la seconda riddah o ribellione delle tribù contro l'Islām considerando come la prima quella di al‛Ansī. Alcuni critici moderni credono piuttosto che tanto la ribellione del falso profeta quanto la predetta seconda riddah, che ebbe anch'essa in Ṣan‛ā' violente manifestazioni, furono, piuttosto che movimento antimusulmano, una reazione da parte degli Arabi contro i Persiani e i predetti Abnā'.
In ogni modo dopo quei torbidi nello Yemen si consolidò ben presto la signoria musulmana e Ṣan‛ā' fu retta da governatori inviati da Medina; la storia della città, durante il dominio dei quattro primi califfi e quello ommiade, non registra avvenimenti di speciale rilievo. Più tardi, sotto gli ‛Abbāsidi, le condizioni furono complicate dal concorrere di più fattori, analoghi a quelli che determinarono la storia di altre parti dell'impero musulmano, come la naturale tendenza di governatori o principi vassalli ad affermare la loro autonomia, l'influenza delle principali famiglie o tribù locali, come Hamdānidi e Yāmidi, la potenza dei grandi regni formatisi successivamente a spese del califfato 'abbasida (quelli dei Fāṭimidi, degli Ayyūbidi, dei Mamelucchi e poi dei Turchi), infine le vicende di sette sciite come Zaiditi e Carmati che trovarono nello Yemen campo propizio di propaganda e di azione. Fu al tempo della rivolta sciita capeggiata, sotto il califfo al-Ma'mūn, da Abū's-Sarāyā che Moḥammed ibn Moḥammed ibn Zaid, eletto imām dopo la morte di Moḥammed ibn Ibrāhīm ibn Ṭabāṭabā (intorno al quale già si era schierato un forte nucleo di Zaiditi) inviò nello Yemen Ibrāhīm ibn Mūsà ibn Gia‛far, soprannominato al Giazzār "il beccaio" per la violenza con cui combatté la causa sciita contro gli ‛Abbāsidi, e che si affermò nel paese nel 201 eg. (816-817 d. C.). Fu sotto il suo governo che si formò quel centro sciita zaidita dello Yemen che si consolidò più specialmente con l'Imām al-Hādī. Questi fondò nel 284 eg. (897 d. C.) la signoria zaidita di Ṣa‛daz e da questa città mossero gli imām per le loro azioni di cui è piena la storia del paese, e che li condusse al dominio su Ṣan‛ā' e sullo Yemen.
Più tardi dell'influenza zaidita si affermò nello Yemen quella dei Carmati che vi apparvero nel 291 eg. (903-904 d. C.) con il celebre ‛Ali ibn al-Faḍl, che s'impadronì di Ṣan‛ā' nel 293 eg. (903 d. C.) togliendola ai Ya‛furidi (v. qui appresso), finché una grave sconfitta subita per opera specialmente dall'imām zaidita di Ṣa‛dah, nel 305 eg. (917-918), troncò il predominio carmata nello Yemen, senza però distruggere l'influenza della setta, che rimase come elemento notevole della storia del paese, né ancora oggi è scomparsa. Mentre a Zabīd dominavano fino dall'819 d. C. gli Ziyādidi il cui potere si estendeva anche a Ṣan‛ā', in questa città, decadendo la forza degli Ziyādidi, si affermò almeno dal 256 eg. (869 d. C.) la signoria di Moḥammed ibn Ya‛fur, della tribù yemenita dei Dhū Ḥawāl, governatore del Yemen per molti califfi ‛abbāsidi. Il potere degli Ya‛furidi sulla città fu poi minacciato dagli Zaiditi, che dominavano, come è detto sopra, a Sa‛dah, e dai Carmati, guidati dal predetto ‛Alī ibn al-Fadl; Ṣan‛ā' godette un periodo di fiore sotto il restaurato regno dello ya‛furida As‛ad ibn Ibrāhīm (303-331 eg: 915-943 d. C.), che aveva dovuto cedere ai Carmati. Più tardi, mentre a Zabīd agli Ziyādidi succedevano i Nagiāḥidi (412-455 eg.; 1021-1158 d. C.), dal consolidarsi dell'impero dei Fāṭimidi, dallo schierarsi di molti Carmati sotto di essi, nacque il breve potere dei Ṣulaiḥidi, per opera del Dā‛ī o propagandista fāṭimida ‛Alī ibn Moḥammed. Questi, fattosi indipendente nel 429 eg. (1037 d. C.), prese per qualche tempo Zabīd ai Nagiāḥidi (453 eg., 1061 d. C.) e poco dopo (nel 455 eg., 1063 d. C.) Ṣan‛ā', ponendo fine a un periodo assai torbido, complicato da moti varî e dagli assalti degli Zaiditi. Di questa casa è famosa la regina Sayyidah Ḥurrah, moglie di al-Mukarram, la quale trasportò la capitale a Giublah.
Il potere su Ṣan‛ā' fu poi assunto dagli Hamdānidi, della grande tribù dei Banū Hamdān, i quali con Ḥātim ibn Ghashīm occuparono Ṣan‛ā' nel 492 eg. (1098 d. C.) e vi rimasero per quasi un secolo, turbato anch'esso dalle discordie tra le famiglie e dall'attività turbolenta degli imām zaiditi. Era inevitabile che il grande potere degli Ayyūbidi si affermasse anche nello Yemen; gli Hamdānidi dovettero cedere infatti nel 569 eg. (1173 d. C.) alle armi di Tūrānshāh inviato da Saladino. Il possesso degli Ayyūbidi fu duramente contrastato con varie vicende sia dagli Hamdānidi sia dagli imām zaiditi. La città soffrì gravemente in questo periodo di lotta. Agli Ayyūbidi successero i Rasūlidi, famiglia che aveva dato agli Ayyūbidi molti governatori dello Yemen. La dinastia fu fondata da ‛Omar ibn ‛Alī ibn Rasūl, che prese Ṣan‛ā' nel 626 eg. (1229 d. C.) e si dichiarò indipendente nel 630 eg. (1232 d. C.). La sede della signoria rasūlida fu Ta‛izz. Durante il periodo rasūlida la potenza degli imām zaiditi di Sa‛dah crebbe grandemente; essi riuscirono più volte ad affermarsi a Ṣan‛ā' e a spingersi anche su altri centri rasūlidi. Al predominio rasūlida successe quello dei Ṭāhiridi (850-923 eg.; 1446-1517 d. C.); l'ambizioso imām zaidita Yaḥyà Sharaf ad-dīn nel 902 eg. (1496-1497 d. C.) invitò il ṭāhirida ‛Amir ibn ‛Abd al-Wahhāb a riconoscere la sua sovranità, ed al rifiuto di costui si rivolse al sultano mamelucco di Egitto Qānsūh al-Ghūrī, le cui forze occuparono lo Yemen, mentre l'ultimo ṭāhirida di Ṣan‛ā', il predetto ‛Amir, fu fatto uccidere in Ṣan‛ā' nel 923 eg. (1517 d. C.). Per le vicende della conquista ottomana dell'Egitto l'imām Sharaf ad-dīn poté poi occupare Ṣan‛ā' nel 926 eg. Ma i Turchi invasero lo Yemen, nel 944 eg. (1537-1538 d. C.) dopo la conquista dell'Egitto e più tardi (953 eg.) Uzdamir Pascià occupò Ṣan‛ā', invano difesa dall'imām zaidita al-Muṭahhar. Gli imām non rinunciarono tuttavia al dominio di Ṣan‛ā'; e già nel 1045 ègira (1635-1636 d. C.) l'imām al-Mu'ayyad costrinse i Turchi a lasciare lo Yemen con Ṣan‛ā', che rimase in mano degli Zaiditi e come capitale del loro regno per un periodo assai lungo, turbato tuttavia da lotte intestine tra imām, moti di Carmati e di tribù beduine. I Turchi, dopo una infelice spedizione tentata nel 1849 inviarono un nuovo esercito con Mukhtār Pascià, il quale nel 1871 entrava in Ṣan‛ā' facendone la capitale del vilāyet turco dello Yemen. La sconfitta turca nella guerra mondiale ebbe tra le altre conseguenze la fine del dominio turco, tirannico e vessatorio, nello Yemen e su Ṣan‛ā', e il ritorno degli imām zaiditi che ancora oggi dominano (per le ultime vicende, v. Yemen).
Encyclopédie de l'Islam, s. v. Ṣan‛ā'; C. Huart, Histoire des Arabes, Parigi 1912-13; C. Ansaldi, Il Yemen, Roma 1933; C. van Arendonk, De opkomst van het Zaidietische Imamaat in Yemen, Leida 1919; W. Redhouse, The Pearl-Strings, a history of the Resuliyy Dinasty of Yemen by Aliyyu'bnu'bnu'l-Hasan'el-Khazrejiyy, Leida e Londra 1906 segg. (nell'introduzione un riassunto della storia dello Yemen). Per notizie, più speciali per i singoli periodi: L. Caetani, Annali dell'Islam, passim; M. Hartmann, Der islamische Orient, II: Die arabische Frage, Lipsia 1909; A. S. Tritton, The rise of the Imams of Sanaa, Londra 1925.