SAMUS (Samus)
Scultore renano, figlio di Venicarius, del I sec. d. C. Ha firmato con il fratello Severus la colonna di Giove a Magonza (65 d. C.): Samus et Severus Venicarii filii sculpserunt (C.I.L., xiii, 118o6; v. vol. ii, fig. 1014).
L'iscrizione si riferisce evidentemente alla decorazione a rilievo sul doppio dado di base e sui cinque rocchi della colonna: la statua di bronzo dorato posta alla sommità, di cui restano solo frammenti all'attacco sul piedistallo, doveva essere di un altro artista esperto in quella tecnica. I rilievi di S. e Severus rivelano infatti una sensibilità plastica elementare. Caratteristica è la riduzione ad un intaglio in superficie, come di legno, delle cornici architettoniche e l'incomprensione del kỳma lesbico. L'iconografia delle figurazioni mitologiche è di tradizione classica: particolarmente interessante l'Atena nello schema del "giudizio di Oreste", che risale ad un originale pittorico del IV sec. a. C. (W. Amelung, in Röm. Mitt., xxi, 1906, p. 280); tuttavia l'esecuzione tradisce la formazione provinciale degli scultori, e non c'è alcun'eco del ricco pittoricismo della scultura di età neroniana in Roma. Il nome S. è stato interpretato come una derivazione dal greco o come un nome celtico; il patronimico allude comunque all'origine barbarica degli scultori.
Bibl.: A. Oxé, in Mainder Zeitschrift, VII, 1912, p. 34 ss.; F. Quilling, Die Juppitersäule des Samus und Severus, Lipsia 1918; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, I A, 1920, c. 2228, s. v.; E. Neeb, Die Mainzer Juppitersäule, Magonza 1923; H. Schoppa, Die Kunst der Römerzeit in Gallien, Germanien und Britannien, Berlino 1957, n. 57, p. 52; L. Crema, L'architettura romana, in Enciclopedia Classica, sez. III, vol. XII, i, Torino 1959, p. 334; G. Becatti, La colonna coclide istoriata, Roma 1960 (v. anche le voci colonna; magonza).