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ALATRI, Samuele

di Alberto Caracciolo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)
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ALATRI, Samuele

Alberto Caracciolo

Nacque a Roma il 30 marzo 1805 da abbiente famiglia di commercianti. A ventitrè anni entrò nel consiglio direttivo della locale comunità israelitica, per cui ebbe a trattare prima con Gregorio XVI e poi con Pio IX le questioni relative alla segregazione razziale. Da Gregorio XVI l'A. ottenne che il Monte di Pietà di Roma (di cui molto più tardi, dal 1875 sino alla morte, doveva esser direttore) facesse prestiti su pegni ai suoi correligionari, che prima ne erano esclusi. Chiamato nel 1850 a far parte del consiglio di reggenza della Banca dello Stato Pontificio (poi Banca Romana), riuscì a salvarla dalla crisi del 1855, presentando poi un progetto di riforma generale delle banche dello Stato.

Di formazione liberale-moderata, l'A. nel '48-'49 partecipò al Municipio romano e strinse legami politici e personali con uomini come T. Mamiani e M. Minghetti. Dopo il 20 sett. 1870 fece parte della delegazione che offrì a Vittorio Emanuele il risultato del plebiscito. Dalle elezioni del 13 nov. 1870 fino alla morte fu consigliere comunale: assessore alle finanze (1870-74), entrò in contrasto col governo per la ripartizione dei beni ecclesiastici e dei proventi del dazio-consumo, nonché per gli stanziamenti a favore delle opere edilizie della capitale. Nelle elezioni amministrative del 1887 fece parte, insieme con il Rattazzi e con altri, della lista dell'Unione romana (di ispirazione cattolico-moderata) confermando così la frase pronunziata, si dice, da Pio IX: "Samuele Alatri è il più cristiano di quei cristiani del Campidoglio".

Fu eletto alla Camera (per il collegio di Roma II) nella XII legislatura (1874-76), svolgendo attività limitata alle commissioni; presentandosi di nuovo nel '76, in opposizione alla sinistra, fu battuto. Nel 1880 presiedette un Consiglio straordinario per la riorganizzazione della comunità ebraica di Roma, e, dal 1886 fino alla morte, il Consiglio generale ordinario.

Morì a Roma il 20 maggio 1889.

Bibl.: A. Berliner, Geschichte der Juden in Rom, II, Frankfurt a.M. 1893, pp. 209-212 e passim; P. Rieger, Geschichte der Juden in Rom, II, Berlin 1896, pp. 365 e passim; G.Blustein, Storia degli ebrei in Roma, Roma 1921, pp. 244-250; Judisches Lex., I, coll. 188-189; Encycl. Judaica, II col. 100.

Vedi anche
deputato Membro della Camera dei deputati. In Italia è eleggibile a deputato ogni elettore che, nel giorno delle elezioni, abbia compiuto i 25 anni di età, salvi i casi di ineleggibilità e incompatibilità. Il termine è usato anche per indicare i membri del Parlamento europeo (cioè dell’assemblea della Comunità ... mónte di pietà mónte di pietà Istituto destinato a concedere prestiti (anche minimi) a miti condizioni, con garanzia di pegno su cose mobili. Diffusi in Italia dopo la nascita del monte di pieta di monte di pieta di Perugia (1462), e soprattutto dopo che Leone X riconobbe la liceità dell'interesse (solo se destinato ... plebiscito Nel diritto moderno, istituto di democrazia diretta, usato per la prima volta in Francia nel 1851, con cui il popolo è chiamato ad approvare o a disapprovare un fatto, un avvenimento, riguardante la struttura dello Stato o del governo e, più spesso, il passaggio di un territorio dalla sovranità di uno ... František Ladislav Rieger Rieger ‹rìiġer›, František Ladislav. - Uomo politico ceco (Semily, Boemia Orient., 1818 - Praga 1903). Entrato giovanissimo nel movimento nazionale ceco, prese parte attiva ai moti del 1848-49, sostenendo l'idea di un'evoluzione dell'Impero asburgico in senso federale. Dal 1861 deputato del partito ceco ...
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