COLERIDGE, Samuel Taylor
Poeta, filosofo e critico inglese, nato a Ottery St. Mary nel Devonshire il 21 ottobre 1772. Figlio d'un ecclesiastico e maestro di scuola della parrocchia, sin dalla prima infanzia C. rivelò quelle che dovevano rimanere per sempre le sue caratteristiche fondamentali, cioè un'uguale passione per la lettura e per la speculazione, una delicata e fervida fantasia, e una sensibilità intensa, morbosa. Quando il C. aveva nove anni gli morì il padre, e l'anno seguente (1781) ottenne un posto gratuito nella scuola del Christ's Hospital di Londra. Qui, sotto la guida del Boyer, acquistò una vasta cultura classica, incominciò a scrivere i primi versi in greco, in latino e in inglese, e imparò i primi principî di un sano metodo critico. Malgrado la sua avversione ai piaceri comuni della gioventù, molti erano gli amici che egli si attirava col fascino irresistibile della sua personalità e con la sua brillarite conversazione: primo fra di essi fu Charles Lamb che in due saggi (Recollections of Christ's Hospital e Christ's Hospital 35 years ago) lasciò una vivida descrizione dei loro giorni di scuola. C. era considerato da tutti come un prodigio di scienza, e aveva fame insaziabile di letture. A 16 anni divorava libri di medicina; poi si sentì attirato dalla metafisica e, dopo la lettura del Dizionario filosofico di Voltaire, fece professione di ateismo, cosa che gli procurò le busse del Boyer: ma presto lo studio dei neoplatonici modificò le sue opinioni. Oltre che alla metafisica s'interessò alla poesia (1789), per la quale cominciò a sentire inclinazione al tempo del suo non corrisposto amore per Mary Evans e dopo la lettura dei sonetti del Bowles. Circa questo periodo il C. si prese una febbre reumatica per non aver fatto asciugare gli abiti dopo essersi gettato vestito nel fiume per un bagno; di là i primi germi del male, che in gran parte cagionò la tragedia dei suoi ultimi anni.
Nell'ottobre 1791 entrò con una borsa di studio nel Jesus College di Cambridge, ma, benché il primo anno vincesse la medaglia d'oro Browne per un'ode saffica, in complesso deluse le speranze che si riponevano in lui, e i suoi studî si fecero sempre più inconcludenti. Fra i camerati godeva fama di poeta e di eloquente espositore della politica rivoluzionaria e della religione non ortodossa; ma nel dicembre 1793, in un accesso di scoraggiamento, lasciò l'università e si arruolò nei dragoni del re sotto il nome di Silas Tomkyn Comberbacke. Ma il C. era inadatto alla vita militare, e il febbraio seguente, pentito, persuase i fratelli a pagare il suo esonero. Ritornò a Cambridge, ma ripartì nel dicembre seguente, senza aver preso nessun diploma. Nelle lunghe vacanze estive, aveva conosciuto a Oxford il Southey, e con lui aveva delineato il progetto d'una "pantisocrazia", secondo cui "dodici gentiluomini di buona educazione e di principî liberali avrebbero dovuto imbarcarsi con dodici dame" per fondare una repubblica ideale nelle foreste interne dell'America, provvedendo al proprio sostentamento con tre ore al giorno di lavoro manuale, e dedicando il resto del tempo alla cultura dello spirito. Nell'ardore di questa fede, respinto da Mary Evans, si fidanzò con Sara Fricker, e per procurarsi il denaro necessario all'esecuzione del nuovo progetto organizzò col Southey un giro di conferenze nell'Inghilterra occidentale. Tentarono anche il giornalismo, e C. scrisse una serie di sonetti politici ver il Morning Chronicle. Ma prima ancora della fine dell'anno la rinunzia del Southey mise fine alla loro repubblica visionaria. Ne sorse un'aspra disputa, che fu composta dopo un anno, ma le relazioni fra i due uomini non ripresero più l'antica intimità. Frattanto C. aveva sposato Sara Fricker (ottobre 1795) ed era andato ad abitare prima a Clevedon e poi a Bristol, dove un editore gli aveva acquistata la proprietà letteraria di alcune poesie (pubblicate nel marzo 1796) e gli aveva promesso di comprare i suoi futuri versi per una ghinea e mezzo ogni cento righe. Per procurarsi altro denaro C. ebbe l'idea di fondare un giornale intitolato The Watchman, e per raccogliere sottoscrizioni fece un giro nell'Inghilterra settentrionale, fermandosi a predicare la domenica in chiese unitarie. Ma il Watchman morì dopo dieci numeri (marzo-maggio 1796). Anche i progetti di assumere la condirezione del Morning Chronicle, e d'occuparsi come precettore, fallirono, e alla fine dell'anno C. andò a stabilirsi a Nether Stowey nel Somerset, deciso a consacrare la sua vita all'agricoltura e alla letteratura.
Nel giugno 1797 fece visita a Wordsworth (che egli aveva conosciuto due anni prima) e alla sorella Dorothy a Racedown nel Dorsetshire. E al contatto con il delicato spirito d'osservazione di Dorothy Wordsworth, e stimolato ciascuno dal genio dell'altro, ambedue i poeti raggiunsero subito la pienezza della propría potenza artistica. Quel che C. diede a Wordsworth si può vedere nel Prelude; in Wordsworth C. trovò la più calda simpatia, la comprensione dei più profondi elementi della sua natura, e da lui prese un'intensità di propositi che portò a maturazione un genio incline a disperdersi. Non è esagerato affermare che la grande poesia di C. nacque sotto l'influenza di tale compagnia.
I Wordsworth si trasferirono ad Alfoxden, a tre miglia circa da Stowey, e per circa un anno vissero con C. in contatto quasi quotidiano. Insieme fecero il progetto d'una rivoluzione poetica che avrebbe riportato la poesia alla natura e ai sentimenti elementari dell'umanità, rivestendola di un più profondo significato spirituale. Con questo proposito furono concepite le Lyrical Ballads, che dovevano consistere di due tipi di liriche: le une avrebbero rivelato il mistero nascosto nelle cose di ogni giorno; le altre (la parte di C.), avrebbero trasportato dall'interno della nostra anima nel mondo del soprannaturale una sostanza d'umane passioni e d'umana verità e, spiritualizzando il romanzesco, vi avrebbero insieme conferito realtà poetica. A questo volume C. contribuì con The ancient Mariner, The Nightingale, e con una scena del suo antico dramma Osorio. Intanto scriveva la prima parte di Christabel (parte 2ª, 1802) e Kubla Khan, inviava al Morning Post la Ode to France (nella quale ritrattava la sua antica fede rivoluzionaria) e Fears in Solitude, e componeva le migliori sue poesie familiari, fra cui The Lime-tree Bower my Prison e Frost at Midnight.
Nel 1798, John e Josiah Wedgewood gli offersero uno stipendio di 150 sterline all'anno, a condizione che si dedicasse esclusivamente alla poesia e alla filosofia. A Shrewsbury conobbe l'Hazlitt, e quale viva impressione questi ne ricevesse, si legge nel suo famoso saggio On my first acquaintance with poets. Ai primi di settembre pubblicò le Lyrical Ballads, poi con i Wordsworth partì per la Germania. Appena sbarcati si divisero, e C. proseguì per Ratzeburg e quindi per Gottinga, dove si mise a studiare la lingua, la letteratura, la filosofia e la fisiologia tedesca, e conobbe per la prima volta gli scritti di Kant che dovevano influenzare tanto profondamente il pensiero dei suoi ultimi anni. Nel giugno seguente era di ritorno a Stowey, e dopo una visita nel nord ai Wordsworth, si stabilì per un certo periodo a Londra, dove attese alla traduzione del Wallenstein di Schiller (pubblicata nel 1800) e alla redazione di articoli politici per il Morning Post. Ma quantunque il suo lavoro di giornalista fosse riconosciuto brillante, egli lo trovava sommamente sgradevole. Il desiderio della compagnia dei Wordsworth lo attirò verso il nord, e nel luglio 1800 si stabilì con la sua famiglia a Greta Hall (Keswick), a circa 14 miglia dalla casa dei wordsworth a Grasmere. Nel 1803 il Southey e la sua famiglia lo raggiunsero a Keswick, e lì C. visse fino al 1804 facendo progetti per scritti di poesia, di metafisica e di critica letteraria, ma concludendo poco. L'umidità del clima fu funesta alla sua salute. Dalla moglie, che non lo aveva mai compreso, si estraniò sempre più, e, nella depressione di spirito in cui era caduto, unico conforto era la compagnia dei Wordsworth e della cognata Sara Hutchinson, per la quale concepì un profondo attaccamento. Queste sue infelici condizioni fisiche e mentali trovano un'espressione patetica ed eloquente, nella Ode to Dejection, della quale esistono antichi abbozzi scritti uno per Wordsworth, l'altro per Sara Hutchinson. Già allora era caduto in preda all'oppio. Fin dal 1796 aveva chiesto al laudano sollievo contro una dolorosa malattia, e nel 1798 aveva scritto Kubla Khan sotto il suo eccitamento; ma ora cominciò a subire il dominio della droga, che paralizzava la sua volontà costituzionalmente debole e acuiva la sua sensibilità morbosa. Le sue lettere, e ancor più i suoi appunti privati e inediti, rivelano in lui la coscienza della sua degradazione. Sperando che un clima più caldo potesse giovargli, fece un viaggio (1804-1806) a Malta, in Sicilia, a Napoli e a Roma: pare che Napoleone avesse dato ordine di arrestarlo per alcuni attacchi nel Morning Post, ma nell'agosto del 1806 raggiunse sano e salvo l'Inghilterra. Tuttavia la sua salute non era migliorata mentre era peggiorata la sua schiavitù all'oppio. Nella primavera del 1808 tenne un corso di conferenze alla Royal Institution, e negli ultimi mesi dello stesso anno attuò il progetto di un altro periodico, The Friend, che pubblicava a Penrith e scriveva a Grasmere. Egli abitava allora con i Wordsworth, essendogli la vita con la moglie divenuta intollerabile: si erano separati di comune accordo. Nel marzo 1810 col 27° numero il The Friend fu sospeso, e pochi mesi dopo C. partì da Londra con l'intenzione di stabilirsi con i Montagu. Ma alcune parole rivolte con buona intenzione da Wordsworth al Montagu per metterlo al corrente delle abitudini di C., riferite a questi in forma svisata, furono causa di una rottura fra i due amici: ambedue ne soffrirono amaramente, e quantunque più tardi si riconciliassero, la piaga non fu mai del tutto risanata. Gli anni seguenti C. abitò quasi sempre con un vecchio amico, Morgan, la moglie e la sorella del quale gli dedicarono le cure più devote. Negli anni 1810-11 tenne un corso di conferenze, per la maggior parte su Shakespeare e su Milton, le quali, dice Byron che vi assisté, ebbero nella Londra letteraria un successo furioso. Saltuariamente scriveva anche per The Courier, e nel 1813 fu rappresentato al Drury Lane, per intercessione di Byron, il suo dramma Remorse, rifacimento dell'antico Osorio, che si ripeté con successo per venti sere. I tre anni seguenti, trascorsi principalmente a Bristol e a Calne nel Wiltshire, segnarono il periodo della sua peggiore dedizione all'oppio, ma anche allora fu capace d'intermittenti sforzi intellettuali: tenne un corso di conferenze, a Bristol, scrisse un lavoro teatrale Zapolya, che fu rifiutato dal Covent Garden, ma fu pubblicato nel 1817, preparò le sue poesie per la stampa (vennero pubblicate nel 1817 sotto il titolo di Sibylline Leaves) e scrisse la sua opera principale in prosa, Biographia Literaria (pubblicata nel marzo 1817). Nel 1816, per istigazione di Byron, il Murray pubblicò Kubla Khan, Christabel e The Pains of Sleep, in forma di opuscolo. Nello stesso anno, disperato per la sua decadenza fisica e morale, C. si mise nelle mani del farmacista Gillman e della moglie, e per il rimanente dei suoi giorni la loro casa fu la sua. Sotto le loro cure devote migliorò la salute del suo corpo e del suo spirito, e per quanto non abbandonasse mai completamente l'uso delle droghe, riuscì a liberarsi dalla loro tirannia. Ma le sue energie creative erano esaurite, e, benché accarezzasse sempre progetti grandiosi, e in specie un vasto sistema di pensiero che avrebbe dovuto conciliare religione e filosofia, le sole opere che riuscisse a portare a termine furono Aids to Reflection (1825), e un opuscolo On the Constitution of Church and State (1830). Tuttavia ancora poteva dissertare brillantemente di poesia, di filosofia, di religione (una faccia d'arcangelo "a little damaged" gli trovava il Lamb, quando egli ripeteva le sue poesie); e attirò intorno a sé un gruppo di giovani ardenti, attraverso i quali esercitò un influsso potente sul pensiero della prima metà del sec. XIX. Qualche idea dell'ordine e della qualità della sua conversazione si può avere leggendo i Table Talks pubblicati dai nipoti (1835), che però non dànno alcuna idea della sua impareggiabile eloquenza, e dell'incantesimo che, secondo tante testimonianze, sapeva gettare sopra i suoi ascoltatori. Nel 1824 Giorgio IV gli assegnò un sussidio annuo di 100 sterline, e quando questo cessò con la morte del re, Hookham Frere lo indennizzò della perdita, e nel 1831 il Tesoro gli concesse un'elargizione di 300 sterline. C. morì il 25 luglio 1834, lasciando due figli, Hartley e Derwent, che si fece sacerdote e pubblicò le sue opere postume, e una figlia, Sara. L'amore e la devozione che, nonostante i suoi difetti, gli tributarono gli amici durante tutta la sua vita infelice, sono una chiara testimonianza dell'intima bontà della sua natura. Il suo genio, nonostante le dispersioni, ci ha lasciato abbastanza da accreditare l'opinione di quelli che hanno visto in lui il più grande genio dell'epoca.
Come poeta, C. vive soprattutto per le sue opere di carattere puramente romantico, e per le poesie intimamente familiari. Quel poco che ci ha lasciato in questi due generi è di qualità assolutamente superiore. Nessuno come lui ha saputo esprimere le sfumature sottili del mondo della fantasia, e dare ad esse un senso così profondo. Il motto da lui posto in testa all'Ancient Mariner - "Facile credo, plures esse Naturas invisibiles quam visibiles in rerum universitate", ecc. - esprime bene lo spirito che informa tutta la sua poesia romantica. Il poeta ci trasporta in una regione ideale, dove tutti i partieolari sono così fusi e così intensamente realizzati dalla sua fantasia, da darci l'illusione che il soprannaturale sia naturale e da svegliare in noi il senso del mistero che si annida alle radici della natura e della vita umana. Le stesse qualità magiche conferiscono alle sue poesie intime, come The Nightingale e Frost at Midnight, il loro carattere singolarissimo. Il suo talento per l'osservazione minuta e sottile, la sua padronanza della cadenza verbale, il suo fraseggiare delicato, prestano agli spettacoli e ai suoni della terra una bellezza e un significato che sono più spirituali che terrestri. Per queste ragioni nessun poeta è meno traducibile di C.
La sua pretesa di essere il più grande critico inglese è sostenuta dalla considerazione che C. era anzitutto un conversatore, e che quindi quanto ci rimane della sua critica, le Biographia Literaria, parti del The Friend e dei Table Talks e gli appunti presi alle sue conferenze non sono che la disiecta membra del corpo della sua opera. Essendo stati suoi discepoli Lamb, Hazlitt e altri, si può dire realmente che tutto quanto c'è di buono nella critica inglese della prima metà del sec. XIX è una sua emanazione. Da quanto ci ha lasciato possiamo vedere combinati in lui come in nessun altro critico inglese il sentimento del poeta per la bellezza sia della concezione sia dell'esecuzione, l'abilità di analizzare i mezzi attraverso i quali il poeta ha raggiunto i suoi effetti, e la capacità di estrarre il significato speculativo e filosofico implicito in ogni creazione della fantasia, mettendo così in relazione la filosofia dell'arte con la filosofia della vita. Queste qualità, che si ritrovano in tutti i suoi scritti critici, sono evidentissime negli studî su Shakespeare e Wordsworth. Se in quest'ultimo, scritto dopo l'allontanamento, usa un tono in qualche punto troppo aspro, e sottilizza abilmente sulle intenzioni del poeta, tuttavia ha saputo come nessuno metter in luce la grandezza essenziale di Wordsworth e il risultato da lui unicamente raggiunto. Gli scritti filosofici di C. mancano di coesione, e nonostante tutte le sue pretese, non riuscì mai a produrre un sistema logico completo; anche gli sforzi del suo amico G. H. Green, che dedicò trent'anni al tentativo di elaborare un sistema filosofico sugli appunti di C., dobbiamo riconoscere che andarono falliti (Green, Spiritual Philosophy, 1865). Tuttavia C. ha un posto di prim'ordine fra quei pensatori inglesi che diedero il colpo di grazia al materialismo del sec. XVIII e diffusero in Inghilterra il trascendentalismo tedesco. "Uno spirito vivo", dice Shadwell Hogdson, "spira dalle pagine di C. che io non riesco a trovare in nessun altro". Per questo motivo poté esercitare un influsso su uomini di mentalità diversissime. Mentre la Broad Church e i movimenti di Oxford furono in gran parte ispirati da lui, il radicale J. S. Mill deve molto al suo pensiero politico. "Egli", dice il Mill, "infonde un nuovo spirito nel vecchio conservativismo ricercando una base filosofica a dottrine prima sorrette dal pregiudizio".
Opere: Poems, ed. Dykes Campbell, Londra 1894; ed. E. H. Coleridge, 2 voll., Oxford 1912; Biographia Literaria, ed. Shawcross, 2 voll., Oxford 1907; Lay Sermons, Essays on his own Times, The Friend, Church and State, Aids to Reflection, Lectures on Shakespeare, Miscellanies, ecc., ed. varie; Anima Poetae (importante raccolta di estratti dai suoi appunti), pubbl. da E. H. Coleridge, Londra 1895; Letters, ed. E. H. Coleridge, 2 voll., Londra 1895.
Bibl.: J. D. Campbell, Life of C., Londra 1894, 2ª ed. 1896; J. Aynard, La vie d'un poète. Coleridge, Parigi 1907. Cfr. anche i saggi su C. di De Quincey, in Collected writings, II e V, Edimburgo 1889-90; di Hazlitt, in Works, LV e XII, Londra 1902-04; di Lamb, in Works, ed. Lucas, II, Londra 1903; di Pater, in Appreciations, Londra 1889. Sul pensiero di C. v.: Muirhead, C. as Philosopher, Londra 1930; Coleridge's Shakespearian Criticism, voll. 2, Londra 1931; Short Bibliogr., in English Assoc. Leaflet 23, Londra 1921.