SCHEIDT, Samuel
Organista e compositore, nato nel 1587 in Halle sulla Saale da un soprintendente alle saline, ivi morto il 20 marzo 1654. Lo Sch. fu allievo in Amsterdam del cosiddetto "creatore d'organisti": J. P. Sweelinck. Nel 1609 era organista aulico e vescovile della chiesa di S. Maurizio e maestro di cappella in Halle, nel 1620 organista e maestro di cappella aulico di Cristiano Guglielmo margravio di Brandeburgo in Magdeburgo. Nonostante questa nomina pare che lo Sch. continuasse ancora la sua attività in Halle. Nel 1625, dopo l'occupazione di Halle da parte del Wallenstein pare che lo Sch. perdesse tutte le sue cariche salvo quella, malamente rimunerata, di maestro della cappella chiesastica. I disordini provocati dalla guerra dei Trent'anni impedirono in un primo tempo qualsiasi lavoro proficuo. Nel 1632 lo Sch. venne reintegrato nella sua vecchia carica di maestro della cappella principesca arcivescovile. Anche il fratello Conrad fu musicista.
I meriti dello Sch. sono molteplici: nella sua qualità di fondatore dell'arte organistica della Germania settentrionale e centrale nella tarda età barocca influì specialmente sugli sviluppi stilistici della variazione e della fantasia corale. Nella composizione della musica religiosa per organo fece del resto affluire tutti i tipi di variazioni della musica profana, tutte le conquiste tecniche e spirituali della scrittura dei "coloristi", egli stesso giungendovi a risultati estetici di un valore che l'opera dei predecessori non lasciava presagire. Mentre la melodia nella scrittura corale diventa spesso irriconoscibile, egli sa dare ad essa tanto rilievo da renderla riconoscibile anche al profano: conquista, questa, fondamentale per le vicende ulteriori di tale scrittura. Superando gli stilemi del suo maestro Sweelinck (ancora derivati dall'uso dei virginalisti inglesi), ne introdusse dei nuovi, tra questi un'imitatio violistica. La melodia dello Sch. non è così piacevole come quella del suo contemporaneo.G. Frescobaldi, ma la sua armonia è più ricercata. Fu un deciso avversario del virtuosismo: traspose la maniera contrappuntistica delle sue opere vocali nelle opere per organo, accolse nelle composizioni per organo anche figure vocali, distinguendosi per questa particolarità dai coloristi; avversò qualsiasi esagerazione di effetti e ogni spartizione dipendente di voci. Fu il primo a legare alla maniera dei concerti tutte le strofe di un canto liturgico rivelandosi anche in ciò uno dei più importanti precursori di J. S. Bach. Formalmente lo Sch. risentì fortemente le influenze italiane, specie nei prediletti effetti di "eco" a molte voci, secondo i vecchi sistemi corali veneziani. Nell'opera dello Sch. si compie il trapasso dagli antichi modi chiesastici, dominanti ancora nella Tabulatura nova ai moderni modi in "maggiore" e "minore" del suo trattato di Intavolatura, in accordo con l'evoluzione allora compiutasi del "basso continuo". Anche nei suoi rapporti con i coloristi si nota un ritegno che va progressivamente accentuandosi, sicché i concerti spirituali (Geistliche Konzerte) sono di gran lunga più semplici dei Concerti sacri. In questa composizione l'apparato strumentale secondo il gusto italiano è certo ancora brillante, splendido, spesso a spese della profondità e intensità interiore, qualità che invece si possono ammirare nelle Cantiones.
Le opere principali dello Sch. sono: Cantiones sacrae, 8 voci (1620), 38 canti, 14 dei quali composti su corali luterani; Concertus sacri, 2, 3, 4, 5, 8, 12 voci, adjectis symphoniis et choris instrumentalibus cum Basso continuo (1621-22, altre edizioni 1631, 1634-35, 1640) opera evidentemente d'ispirazione italiana, contiene tra altro messe, Magnificat, Mottetti; Tabulatura nova (1624, 3 parti), Variationes Psalmorum, Fantasiarum, Toccate, variazioni corali, fantasie, Passamezzi, Kyrie, Credo, Salmi, Inni, Magnificat, una specie di trattato della nuova maniera di suonare l'organo. Le prime due parti sono dedicate ai virtuosi, la terza a coloro "che specialmente vogliono far della musica", per uso ecclesiastico (riedito nei Denkmäler deutscher Tonkunst, I, 1892 a cura di M. Seiffert); Ludi musici (Padovane, Gagliarde, Courante, Allemande, Entrate, Canzonette, I parte, 4 e 5 voci, 1621; II, 4, 5 e 7 voci, 1622; III, 3, 4, 7, 8 voci, 1625; VI, 3 e 4 voci, circa 1627). Nuovi concerti sacri (4 parti), 1631 a 2-3 voci; 1634 a 5 voci, 1635 e 1640 a 6 voci; le angustie della guerra impedivano ormai allo Sch. di pubblicare opere a tante voci, come nelle Cantiones sacrae, sicché si limitò a due o tre voci; presto poté però elevare maggiori esigenze nell'esecuzione strumentale. La raccolta, originariamente di 4 parti, doveva venire ampliata fino a comprenderne sei, ma per la tristizia dei tempi non si trovò nessun editore per le ultime due, conservatesi solo in parte sotto forma di dediche e di composizioni di circostanza; Liebliche Krafft-Blümlein, 2 voci cum Basso continuo (1635), 100 Madrigali, composti prima del 1642 (pochi se ne sono conservati), 70 sinfonie in Concerten-Manier 3 v. cum Basso continuo (conservatosi in modo frammentario, 1644) "per i toni consueti" in concerti e mottetti; Intavolatura di 100 canti sacri e salmi (1650, continuazione della Tabulatura nova). Lo Sch. compose pure un Tractatus de Compositione andato perduto.
In edizioni recenti, inizio di un'edizione completa, sono apparse, oltre alla Tabulatura nova, nei Denkmäler deutscher Tonkunst, I, l'Intavolatura, i Ludi musici del 1621, le Cantiones sacrae e singole canzoni (a cura di G. Hamis), Amburgo.
Bibl.: M. Seiffert, J. P. Sweelinck u. seine Schüler, in Vierteljahrschrift für Musikwissenschaft, Lipsia 1891-92; A. Werner, S. u. G. Sch., Sammelbände der intern. Musikgesellschaft, ivi 1900; Ch. Mahrenholz, S. Sch. Sein Leben u. sein Werk, Lipsia 1924.