Pufendorf, Samuel
Giurista e storico tedesco (Chemnitz 1632-Berlino 1694). Cartesiano, ma sensibile all’influsso di Grozio e di Hobbes, dal 1661 insegnò diritto naturale e delle genti a Heidelberg, che lasciò, dopo le polemiche suscitate dalla sua opera De statu Imperii Germanici, pubblicata nel 1667 con lo pseudonimo di Severinus de Monzambano, per passare in Svezia a Lund. Qui, nel 1672, diede alle stampe De iure naturali et gentium, i cui temi tornano nel De officiis hominis et civis iuxta legem naturalem (1673). Alle polemiche suscitate da queste opere replicò nel 1686 con Eris Scandica. Consigliere di Stato e storiografo regio a Stoccolma, fu poi chiamato nel 1686 come consigliere aulico a Berlino presso Federico Guglielmo di Hohenzollern. P. dovette la sua fortuna alla sistematicità con cui sviluppò le tesi giusnaturalistiche, interpretando la nuova coscienza europea laica e razionalista. Nello svolgimento delle sue dottrine assume particolare rilievo la tesi dell’autonomia del diritto naturale rispetto alla religione: esso infatti determina la «regola delle azioni e dei rapporti fra tutti gli uomini non in quanto cristiani, ma in quanto uomini»; con eguale precisione è circoscritta la sfera del diritto dalla morale: nella prima è elemento essenziale la coattività connessa con la sanzione in rapporto alla non osservanza della norma giuridica; nella morale invece non vi è coazione, e il rispetto della norma è rimesso alla coscienza. In Italia l’opera di P., che ebbe risonanza a partire dalla seconda metà del sec. 18°, fu criticata da G.B. Vico, che vi trovò mancanza di senso storico e astrattezza dogmatica.