Vedi Samoa dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Lo stato di Samoa è un arcipelago composto da nove isole vulcaniche, due delle quali – Savai'i e 'Upolu – occupano il 99% della sua superficie totale. Situate nel cuore dell’Oceano Pacifico meridionale, le isole sono state le prime della regione a ottenere l’indipendenza dalla potenza occupante: la Nuova Zelanda ha infatti abbandonato l’arcipelago nel 1962, permettendo così ai samoani di autogovernarsi sotto l’egida del monarca Malietoa Tanumafili II. Da allora, lo scenario politico di Samoa si è contraddistinto per la stabilità e la sostanziale continuità istituzionale. I più significativi cambiamenti della struttura politica nazionale si sono verificati nel 1990, con l’introduzione del suffragio universale per le elezioni parlamentari, e nel 2007, quando, con la morte del sovrano Malietoa Tanumafili II, il paese ha assunto un assetto istituzionale repubblicano.
La Costituzione in vigore prevede che il potere legislativo sia esercitato dal Fono, l’assemblea unicamerale composta da 49 deputati eletti ogni cinque anni. Il capo di stato, dal 2007 Tuiatua Tupua Tamasese Efi, ha poteri assimilabili a quelli di un monarca costituzionale e ha carica quinquennale. Il governo, invece, è composto da 12 ministri scelti dal presidente del Consiglio. L’attuale premier è Tuila’epa Sa’ilele Malielegaoi, leader dello Human Rights Protection Party (Hrpp), al suo quarto mandato consecutivo e sorretto da una maggioranza parlamentare di 37 deputati (30 del Hrpp e 7 indipendenti). Nel settembre 2012 Tuila’epa si è nominato ministro per i rapporti con il Parlamento: l’ottavo portafoglio ministeriale che il capo del governo si è auto-attribuito, generando molta preoccupazione per una gestione autoritaria del potere. Il maggior partito d’opposizione, il Tautua Samoa, alle ultime elezioni del marzo 2011 ha invece ottenuto 13 seggi. Il più influente potere politico-sociale è tuttavia esercitato dai Matai, ovvero dai capi villaggio, considerati una sorta di padri di famiglia: ognuno di essi impone la propria autorità sulla popolazione residente nella zona rurale che gli compete.
Gli abitanti, per il 90% di religione cristiana e fortemente ancorati alle tradizioni locali, nonché alla terra (i samoani vivono per lo più di un’agricoltura di sussistenza), appartengono al gruppo etnico polinesiano, di cui sono il secondo gruppo più numeroso al mondo dopo il popolo dei Maori.
L’economia statale, pur essendo tra le più prospere dell’area del Pacifico insulare, non versa in buone condizioni, in particolar modo dopo il violento tsunami che nel 2009 ha devastato il paese. Il pil nazionale, pari a solo poco più di mezzo miliardo di dollari, è prodotto prevalentemente dal settore terziario (62%), a cui fanno capo il turismo (in ripresa dal 2010) e i servizi bancari, che potenzialmente potrebbero assumere un crescente peso economico nel futuro prossimo. La più importante fonte di reddito proviene, però, dai finanziamenti e dagli aiuti elargiti dai paesi donatori e dalle principali istituzioni finanziarie internazionali. Decisivi anche i flussi di denaro provenienti dai lavoratori samoani all’estero (che contribuiscono per il 23% del pil nazionale), risiedenti soprattutto negli Stati Uniti, nelle Samoa Americane e in Nuova Zelanda.
Samoa, paese membro delle Nazioni Unite, è molto impegnata a livello regionale tramite il Forum delle Isole del Pacifico e l’Accordo commerciale tra i paesi delle Isole del Pacifico (Picta), il cui obiettivo è rimuovere ogni barriera doganale tra i paesi membri per creare un mercato comune con libera circolazione di beni e merci.