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Samaritana

di Angelo Penna - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Samaritana

Angelo Penna

Donna di un villaggio della Samaria. Il Vangelo non ne riporta il nome; per questo è passata alla storia con l'aggettivo che ne ricorda la stirpe e la regione.

I Samaritani costituivano una stirpe eterogenea, perché discendenti da antichi Ebrei e da importati da altre regioni, e abitavano la zona fra la Giudea e la Galilea. Della donna, soggetto di molte leggende posteriori, il Vangelo ricorda solo il villaggio (Sichar), il particolare dei sei uomini, di cui almeno il sesto non era suo marito, e il movimentato colloquio con Gesù presso il pozzo di Giacobbe (Ioann. 4, 1-42). Il discorso prende lo spunto dall'acqua del pozzo, ma Gesù introduce l'idea dell'‛ acqua viva ' " salientis in vitam aeternam " (in concreto, la grazia).

D. interpreta con una certa libertà il simbolismo dell'acqua, applicandolo alla verità rivelata in genere. La sete natural che mai non sazia / se non con l'acqua onde la femminetta / samaritana domandò la grazia (Pg XXI 3). L'ultimo verso si riferisce alla richiesta, intesa in senso diverso, della donna: " Domine, da mihi hanc aquam, ut non sitiam, neque veniam huc haurire " (Ioann. 4, 15).

Vocabolario
saziare
saziare v. tr. [dal lat. satiare, der. di satis «abbastanza»] (io sàzio, ecc.). – 1. Soddisfare completamente l’appetito, il desiderio di cibo o di un determinato cibo: s. la fame (meno com., la sete); s. un affamato; s. qualcuno di dolci;...
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