salvinata
s. f. (iron.) Modo, comportamento, trovata, tipici del politico Matteo Salvini, segretario federale della Lega.
• Salvini annuncia, per oggi, un blitz al campo rom di Bologna. «Una provocazione pericolosa che rischia di generare gravi tensioni», alza gli scudi il Pd. Lui se la ride, ha già calcolato l’effetto mediatico della visita ed è certo che anche grazie a queste «salvinate» la Lega salirà ancora di più nei sondaggi. (Rodolfo Sala, Repubblica, 8 novembre 2014, p. 10, Politica) • «Non è vero che ho divorziato da [Silvio] Berlusconi», ma il Cavaliere deve scegliere: «O me o [Angelino] Alfano», ha detto Salvini durante la prima (della lunga serie) apparizione di ieri a «Mattino 5». Il ministro dell’Interno dal canto suo si è cimentato nella creazione di un neologismo: «L’Italia non va avanti sparando “salvinate”», come «l’uscita dall’Europa e il ritorno alla “liretta”». (Andrea Scutellà, Piccolo, 28 febbraio 2015, p. 3) • L’ultima salvinata è una vera e propria dissociazione dal fronte del No sul tema del quesito sulla scheda elettorale: «Io il ricorso non l’avrei fatto, bado alla sostanza». (Nino Bertoloni Meli, Messaggero, 8 ottobre 2016, p. 7, Primo Piano).
- Derivato dal nome proprio (Matteo) Salvini con l’aggiunta del suffisso -ata1.