SALVIATI Cecchino
Francesco de'Rossi , detto CS., pittore, nacque a Firenze nel 1510, morì a Roma l'11 novembre 1563; fu allievo di Andrea del Sarto. Recatosi assai giovane a Roma, il soprannome gli valse la protezione del cardinale Salviati. Ivi studiando il disegno di Michelangelo, il colorito del Parmigianino e il gusto decorativo di Polidoro da Caravaggio, tra i manieristi romani divenne il più grandioso, il più ardimentoso, il più ricco di colore. Intorno al 1540 a Venezia dipinse per il cardinal Grimani una Psiche, il cui potente scorcio impressionò gli artisti veneziani, che, a loro volta, influirono, sul suo colorismo, specie nei mirabili ritratti. A Firenze per Cosimo I affrescò in palazzo Vecchio la Sala delle Udienze con storie di Camillo, fece cartoni per arazzi e quadri per chiese e per privati. Nel 1554 fu in Francia presso Francesco I e per il cardinal di Lorena lavorò nel castello di Dampierre. A Roma rimangono di lui molte opere monumentali: affreschi nella compagnia della Misericordia, una cappella in S. Maria dell'Anima, il completamento della cappella Chigi in S. Maria del Popolo, le Nozze di Cana in S. Salvatore in Lauro, la cappella del palazzo della Cancelleria, grandiose decorazioni nei palazzi Farnese e Sacchetti.
G. Vasari, Le Vite, ed. Milanesi, VII, Firenze 1881; L. Lanzi, La storia pittorica dell'Italia, I, Bassano 1809, p. 200; C. Gamba, Ritratti di Cecchino Salviati, in Rass. d'arte, 1909, pp. 4-5; H. Voss, Die Malerei der Spätrenaissance in Rom und Florenz, I, Berlino 1920, p. 232 segg.; A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, vi, Milano 1933, pp. 147-214; W. Stechow, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIX, Lipsia 1935 (con bibl.).