CASTELLUCCI, Salvi
Nacque ad Arezzo nel 1608. Allievo ed imitatore di Pietro Berrettini da Cortona, fu attivo ad Arezzo, Cortona e Città di Castello. Ritenuto dalle fonti più felice nella pittura ad olio, ci sembra oggi, essendo le sue opere mobili in gran parte scomparse, migliore negli affreschi delle volte della cattedrale di Arezzo, dove continuò la decorazione iniziata nel secolo precedente da Guillaume de Marcillat. In questo ciclo di Storie bibliche egli ci appare come uno degli epigoni più puntuali dell'opera del suo grande maestro, pur tra numerose sgrammaticature, soprattutto nel disegno. Il C. può considerarsi, in genere, un onesto mestierante della pittura barocca. Il suo quadro del duomo di Cortona e un disegno della collezione Santarelli agli Uffizi furono esposti alla Mostra di Pietro da Cortona a Roma, nel 1956.
Il C. morì ad Arezzo nel 1672.
Opere: Arezzo, duomo: affreschi della volta della navata centrale (quarta e quinta campata) e del coro: Scene dell'Antico Testamento, Profeti, Virtù e Vizi (1661-1665 circa, pagati 350 scudi); affresco raffigurante il Padre Eterno, nella lunetta della porta laterale; Resurrezione e Assunzione, affreschi già esistenti sopra la porta centrale della facciata; Museo civico: prima sala del manierismo, barocco e Ottocento al secondo piano, sulla porta, Preghiera nell'orto, e a sinistra, Padre Eterno, e inoltre, due quadretti raffiguranti la Madonna col Bambino e santi;Palazzo pubblico: Madonna tra i santi protettori di Arezzo (affresco, ricordato dalle fonti). Città di Castello, S. Domenico, chiostro: trentasette lunette affrescate con Storie della vita della b. Margherita (firmate e datate 1662); le rimanenti cinque storie sono opera di Giovanni Battista Pacetti detto lo Sguazzino. Cortona, duomo: S. Giovanni Evangelista comunica la Madonna. Firenze, Galleria degli Uffizi, Gabinetto disegni e stampe, collezione Santarelli: 7 disegni (nn. 5232-38): 5232, Baccanale con Sileno caduto dall'asino;5233, variante dei precedente; 5234. Cristo deriso;5235, Pietà;5236, Maddalena penitente;5237. Madonna e s. Francesco che reca in braccio Gesù Bambino;5238, Studio di soffitto con putti che portano in volo un aratro. Cascia, monastero di S. Rita: Pietà, firmata, 1657, con la cimasa raffigurante l'Elemosina di s. Tommaso da Villanova. Atri, S. Gregorio: Sposalizio mistico di s. Caterina e i ss. Marco e Francesco (attribuzione dubitativa). Poggioprimocaso, S. Fortunato: affreschi, S. Apollonia, S. Matteo, L'arrivo della reliquia (ante 1654), attrib. anche a G. Abbatini. Usigni, S. Salvatore: Madonna col Bambino e s. Francesco, 1650 (affresco); La Trinità e i ss. Artemio, Candido e Antonio da Padova, 1650 (affresco); I ss. Sebastiano e Antonio abate, firmati, 1650 (affresco); Madonna del Rosario, firmata e datata 1650 (affresco). Il Ticozzi gli riferisce inoltre molte opere eseguite per privati a Roma.
Pietro, figlio di Salvi, nacque ad Arezzo nel 1653. Studiò con il padre, prima di trasferirsi a Roma, dove si perfezionò ed eseguì quadri ed affreschi, tutti perduti, dei quali abbiamo solo notizie molto vaghe. Tutte le fonti lo dicono inferiore al padre. Nel 1710 fu chiamato a restaurare i mosaici della facciata del duomo di Orvieto, danneggiati dagli anni e dalle intemperie. Il contratto (Fumi) stipulato il 7 agosto gli assegnava uno stipendio di tre scudi al mese, a cui erano aggiunti uno staio di grano e un barile di vino. Questa è l'unica notizia d'archivio a tutt'oggi reperita su Pietro. Non è possibile identificare il suo intervento sulla facciata del duomo di Orvieto, tra i mosaici "moderni", eseguiti tra il 1612, su cartoni del Pomarancio, ed il 1847. Forse non si andrà lontani dal vero, avanzando l'ipotesi che il progetto del 1710 sia stato rinviato, poiché restauri sono poi documentati nel 1713 e nel 1786. Le fonti attribuiscono all'ammirazione del padre per il grande Berrettini la scelta del nome Pietro per il figlio.
Di Pietro si ignora l'anno della morte.
Fonti e Bibl.: P. A. Orlandi, Abcedario pittorico, Bologna 1704, pp. 317, 338 (anche per Pietro); Firenze, Bibl. nazionale, ms. Pal. E. B. 9.5, IV: F. M. N. Gabburri, Vite di pittori (1719-1741), p. 2080; L. Lanzi, Storia pittor. della Italia, I, Firenze 1792, pp. 341 s.; F. Fontani, Viaggio pittor. della Toscana, III, Firenze 1803, pp. 53 s.; V, ibid. 1818, p. 218; S. Ticozzi, Diz. dei pittori..., Milano 1818, I, p. 105(anche per Pietro); Brevi notizie storiche... di Cortona, Fuligno 1827, p. 21; G. Mancini, Istruzione storico-pittorica... di Città di Castello, Perugia 1832, I, p. 243; L. Cittadini, Storia di Arezzo, Firenze 1853, pp. 86-88, 103; A. Gotti, Catalogo della raccolta di disegni... donata dal prof. Emilio Santarelli..., Firenze 1870, p. 372; M. Guardabassi, Indice guida,.. dell'Umbria, Perugia 1872, p. so; E. Mannucci, Guida... di Città di Castello, Città di Castello 1878, p. 155; A. e U. Pasqui, La cattedrale aretina e i suoi monum., Arezzo 1880, pp. 12, 94, 103-106; L. Fumi, Il duomo di Orvieto, Roma 1891, pp. 84 s., 112 (per Pietro); A. Marabottini, in Mostra di Pietro da Cortona (catal.), Roma 1956, pp. 80 s.; L. Berti, Il Museo di Arezzo, Roma 1961, pp. 36 s.; G. Briganti, Pietro da Cortona, o della pittura barocca, Firenze 1962, p. 99; F. Borroni Salvadori, F. M. N. Gabburri e gli artisti contemp., in Ann. della Scuola normale superiore di Pisa, XLIII (1974), p. 1534; Pittura del '600e '700. Ricerche in Umbria, ITreviso 1976, ad Indices;U. Thieme-F. Becker: Künstlerlexikon, VI, pp. 161 s.