SALVEMINI Gaetano
Storico, nato a Molfetta l'8 settembre 1873. Fu professore di storia moderna a Messina dal 1902 al 1910, poi a Pisa dal 1910 al 1916 e infine a Firenze dal 1917 al 1925. Partecipò alla vita politica del suo tempo assumendo un atteggiamento di critica verso i socialisti e di fiera opposizione contro i metodi elettorali di G. Giolitti e contro l'impresa di Tripoli. Interventista nel 1915 e deputato dal 1919 al 1921, si fece sostenitore di una politica di rinuncia nella questione dalmata. Dopo l'avvento del fascismo al potere si manifestò più volte fazioso oppositore del regime. Nel 1925 abbandonò l'Italia e l'anno seguente fu privato della cittadinanza italiana.
Come storico, appartenne al cosiddetto indirizzo economico-giuridico che caratterizzò gli studî italiani verso la fine del sec. XIX, e concepì la lotta politica essenzialmente come lotta di classi sociali. La sua opera più notevole è Magnati e popolani del comune di Firenze (1900), che rappresenta un'interpretazione classica delle lotte interne della Firenze del Duecento. Altre opere sono: La dignità cavalleresca del comune di Firenze (1896), Mazzini (1905), La Rivoluzione francese (1906), oltre a varî opuscoli di polemica politica. Diresse con A. De Viti De Marco, il settimanale politico L'unità.