MELUZZI, Salvatore.
– Nacque a Roma il 19 genn. 1811 da Luigi e da Agnese Migliorini. Completò la prima formazione musicale con F. Bonacci e P. Mollo; studiò quindi organo, contrappunto e fuga con G. Baini, del quale «fu uno [degli] allievi prediletti» (De Angelis, 1926). Secondo organista della chiesa del Gesù (Cappella Farnesiana) dal 1826, fu quindi ammesso alla Congregazione e Accademia di S. Cecilia: il 20 luglio 1828 venne associato alla sezione dei professori cantanti per la voce di basso e il 18 ag. 1829 a quella degli organisti. Nel medesimo anno fu maestro coadiutore a S. Maria dei Monti e nel 1830 vicedirettore della Cappella Borghesiana in S. Maria Maggiore. Ottenne il medesimo incarico alla Cappella Pia nel 1833 e al Collegio romano nel 1834; l’anno seguente divenne titolare della chiesa del Gesù al posto di P. Terziani. In quel periodo approfondì gli studi di strumentazione con l’operista O. Nicolai e il compositore danese H. Rung; fu, a sua volta, docente di canto gregoriano al Collegio germanico-ungarico. Nel 1838 il M. ottenne la conduzione della Cappella Pia e della Cappella Farnesiana.
Nel gennaio 1839 G. Spontini, allora a capo della Commissione per la riforma della musica di chiesa, inserì il M. fra i componenti della commissione stessa. Dal 21 giugno dello stesso anno il M. sostituì Spontini nel ruolo di esaminatore presso la suddetta congregazione.
Diverse musiche del M., concepite per le funzioni della Cappella Lateranense, furono da lui composte fra il 1843 e 1844 nella dimora di mons. L. Severoli, prefetto della cappella, come risulta dalle partiture autografe conservate nell’Archivio della cantoria. L’8 nov. 1853, in occasione delle esequie del principe Francesco Barberini Colonna, «il maestro Meluzzi compose una commovente nuova musica funerale concertata a sole voci, emulando le sagre melodie del Palestrina» (Moroni).
Nel dicembre 1854 il M. succedette a P. Raimondi nella conduzione della Cappella Giulia. Il 21 marzo 1864 la cantoria, da lui diretta, prese parte a un’accademia di beneficenza tenutasi nel palazzo del Castro Pretorio, alla presenza di F. Liszt; furono cantati, nell’occasione, alcuni inni e mottetti composti dal M. «in stile palestriniano» (L’Osservatore romano, 25 e 29 marzo 1864). Il 29 giugno 1867, festività dei Ss. Pietro e Paolo, tre cori condotti dal M., da D. Mustafà e da G. Capocci eseguirono nella basilica Vaticana il mottetto Tu es Petrus di Mustafà; il M. diresse il «Coro degli angeli», composto di 139 elementi, fra voci bianche e voci guida, disposti attorno alla prima loggia della cupola. Il 1° febbr. 1868 fu inaugurata la Schola cantorum di S. Salvatore in Lauro, di cui il M., insieme con Capocci e S. Battaglia, fu uno dei primi insegnanti nonché estensore del regolamento.
Nel 1874 e nel 1876, in concomitanza con i congressi cattolici di Venezia e di Bologna, il M. inviò alcuni promemoria sullo stato della musica liturgica, pronunciandosi a favore dello stile ecclesiastico, fortemente penalizzato dal diffondersi della musica sacra di stampo operistico (Memoria del sig. Salvatore Meluzzi…, in Sulla ristaurazione della musica sacra in Italia, Bologna 1874, pp. 23-28). Il 17 maggio 1880, in occasione di un’accademia musicale tenuta dalla Società musicale romana a palazzo Doria Pamphili, fu eseguita una Cantata in onore del principe della musica Giovanni Pierluigi da Palestrina per tenore, coro e orchestra, su testo di E. Valle e musiche del M. (composte nel febbraio di quell’anno), di Battaglia e di Capocci.
Nel 1891 Leone XIII, in considerazione dei suoi meriti artistici e musicali, nominò il M. motu proprio commendatore dell’Ordine di S. Gregorio Magno.
Nel settembre 1892, in occasione dell’inaugurazione della sala per l’archivio e per i saggi della cantoria, il M. compose un Laudate Dominum per basso e coro.
Il M. morì a Roma il 16 apr. 1897, dopo un magistero di oltre quarantatré anni nella Cappella Giulia (il più lungo in assoluto fra tutti i direttori).
Gli successe il figlio Andrea, già attivo da una quindicina di anni come suo coadiutore.
Il 19 aprile, durante le esequie solenni celebrate nella chiesa di S. Maria in Via, venne eseguita la Messa da Requiem di L. Perosi. Compositore, direttore, didatta, il M. fu una figura di rilievo nel panorama musicale italiano. Insignito di numerose onorificenze, fra cui il cavalierato del Ducato di Parma (1869) e di S. Silvestro (1870), fu in contatto con numerosi esponenti del mondo culturale e musicale del tempo; di ciò è rimasta testimonianza nelle dediche e nei carteggi epistolari con G. Amelli, L.F. Casamorata, A. De Santi, F.X. Haberl, R.J. Maldeghem, H. Maréchal, Mustafà, G. Perosi, F. Santini, J. Tomadini, G. Verdi e F.X. Witt. Fece parte di diverse commissioni per il restauro di organi, provvedendo lui stesso al collaudo degli strumenti. Fra gli allievi si ricordano A. Parisotti, S. Falchi e F. Mattoni.
La produzione musicale del M., rivolta nella quasi totalità alla liturgia, presenta uno stile ispirato alla tradizione polifonica romana del Cinquecento: si conserva una ventina di messe a tre/otto voci concertate, con accompagnamento di organo, fra cui la Messa germanica per solo, coro e organo, le messe Surge, Illuminare e Ierusalem, a tre voci e organo, e alcune messe da Requiem. Fu, inoltre, autore di mottetti, offertori, antifone, inni, salmi, a due e più voci, di un Miserere in falso bordone, uno Stabat Mater, tre fughe per organo e di un trattato di composizione e contrappunto. Brani manoscritti, originali e in copia, sono custoditi in numerosi fondi musicali romani e in altre istituzioni italiane. In particolare si segnalano gli archivi della Cappella Pia (131 composizioni databili fra il 1843 e il 1854), di S. Maria in Trastevere e della Biblioteca musicale di S. Cecilia. Gran parte della musica a stampa è stata edita, fra il 1850 e il 1890, dalla Litografia Martelli, dalle Edizioni del Seminario Vaticano e dalla Libreria salesiana; si tratta di litanie, mottetti, antifone, canzonette spirituali, inni per soli e coro, a cappella o con accompagnamento di organo. Altri brani sono presenti in raccolte antologiche ceciliane pubblicate a cavallo del Novecento.
Il figlio Andrea, nato a Roma il 21 marzo 1836, studiò organo e composizione con il padre. A dodici anni «suonava già l’organo nella chiesa del Gesù [e] si diplomava “ad honorem” all’Accademia di S. Cecilia» (Gabrielli, 1939-40, p. 12). Nell’agosto 1865 Andrea, in qualità di docente del collegio Mondragone, nei pressi di Frascati, accolse Pio IX in occasione della sua visita all’istituto: «mentre Sua Santità orava, il signor Andrea Meluzzi, maestro di musica del convitto, sonava dolcemente l’harmonium degli alunni» (Grossi-Gondi). Nel 1870 era organista e maestro sostituto nella chiesa del Gesù e nella Cappella Borghesiana. In quegli anni frequentò il salotto della nobile famiglia Boncompagni Ludovisi a villa La Quiete, nei pressi di Foligno, istruendo nella pratica musicale i componenti della famiglia, tutti buoni dilettanti: «L’ottimo Meluzzi, con una pazienza che pochi altri avrebbero avuta l’eguale, organizzò un concertino [suonando lui stesso] la cornetta» (Boncompagni Ludovisi). Il 23 luglio 1875 divenne vicemaestro della Cappella Liberiana e nel 1888 il capitolo di S. Pietro lo nominò coadiutore «con futura successione» del padre. Nel giugno dell’anno seguente diresse l’inno del Sacro Cuore, composto dal padre, nella chiesa salesiana del Sacro Cuore al Castro Pretorio, dove avrebbe svolto attività direttoriale anche negli anni a venire. Dal 1897 subentrò al padre come maestro della Cappella Giulia.
Entrato nell’Ordine terziario «lo [si] vedeva ogni giorno in Aracoeli dalle quattro e mezza del mattino, anche nel più rigido inverno […], servire più messe, finché non lo chiamassero altrove i suoi doveri professionali [...] suonando l’organo se mancasse il solito organista» (Alla cara memoria di A. Meluzzi). Nel dicembre 1897, su richiesta di G. Puccini, impegnato nella stesura del terzo atto di Tosca, Andrea indicò al frate domenicano P. Panichelli l’intonazione esatta della campana grande di S. Pietro. Nel 1903 fece parte della Commissione romana di musica sacra, insieme con L. Perosi, A. Rella, F. Capocci, F. Mattoni e altri direttori di cantorie romane; in tale veste partecipò ai lavori per il rinnovamento della musica sacra voluti dai papi Leone XIII e Pio X e aggiornò il repertorio della Cappella Giulia secondo i dettami liturgico-musicali più attuali. Una delle sue ultime apparizioni alla direzione della cantoria fu in occasione della messa di Natale del 1904.
Andrea morì a Roma il 17 genn. 1905. Il 20 gennaio, nella chiesa di S. Lorenzo in Damaso, ebbero luogo le esequie; sotto le direzioni di L. Perosi e di S. Falchi furono eseguiti la messa di C. Casciolini e il Dies irae di G.O. Pitoni. La direzione della Cappella Giulia fu presa da Mattoni sino alla nomina ufficiale, nel luglio seguente, di E. Boezi. Se il M. fu un personaggio di spicco nel percorso iniziale della riforma della musica sacra, Andrea partecipò alla fase finale dei lavori che si concretizzarono nel 1905 con la promulgazione del Motu proprio di PioX. Diverse opere manoscritte, documenti e carteggi di Andrea furono donati dalla sorella Agnese all’Archivio della Cappella Giulia, dove sono tuttora conservati insieme con alcune composizioni. Altri manoscritti, contenenti antifone, mottetti e diversi brani liturgici, sono presenti negli archivi della Cappella Pontificia, della Cappella Lateranense, nell’Archivio della chiesa del Gesù e in altri fondi musicali italiani. Fra i lavori a stampa più significativi si segnalano: Fuga in re minore per organo sulla melodia dell’Ite Missa est, Regensburg 1870; Pensiero religioso, per organo in mi bemolle (in Musica sacra, VII [1883], 12, pp. 41-47, 89-96); i mottetti Ut inimicos a 4 voci e Domine Dominus noster a 5 voci, Roma s.d.; La preghiera: il canto dei pellegrini a Roma…per coro grandioso, pianoforte ad libitum, ibid. 1893.
Fonti e Bibl.: Catalogo dei maestri compositori, dei professori di musica e dei socii di onore della Congregazione ed Accademia di S. Cecilia di Roma…, Roma 1845, pp. VI, 42, 54, 65, 101; L’Osservatore romano, 25 marzo 1864, p. 3; 29 marzo 1864, p. 3; C. Mannucci, L’arte a Roma: biografie dei maestri di musica, Roma 1881, p. 75; G. Masutto, I maestri di musica italiani del secolo XIX, Venezia 1882, p. 112; F. Grossi-Gondi, Le ville tusculane nell’epoca classica e dopo il Rinascimento: la villa dei Quintili e la villa di Mondragone, Roma 1901, p. 131 (per Andrea); [C. S.], Alla cara memoria di A. Meluzzi, Roma 1905, pp. 5 s.; A. Salina, La Scuola cantorum di S. Salvatore in Lauro, in Musica, 15 genn. 1919, pp. 2 s.; U.M. Boncompagni-Ludovisi, Ricordi di mia madre: Agnese Borghese Boncompagni Ludovisi, Roma 1921, p. 167 (per Andrea); A. De Angelis, D. Mustafà: La Cappella Sistina e la Società musicale romana, Roma 1926, p. 174; Id., La musica a Roma nel secolo XIX, Roma 1935, pp. 75, 77, 87, 91 s., 98 s.; A. Gabrielli, Riassunto delle conversazioni sulle cappelle musicali romane, in Rassegna dorica, X (1938-39), pp. 344 s. (per Andrea); XI (1939-40), pp. 14-17; pp. 12, 17 (per Andrea); R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell’Accademia nazionale di S. Cecilia, II, Verona 1970, pp. 76, 96, 344; J.M. Llorens, Le opere musicali della Cappella Giulia, I, Città del Vaticano 1971, p. XVI; L.M. Kantner, Aurea luce, Wien 1979, pp. 141 s.; A.P. Sciolari, S. e Andrea Meluzzi maestri di cappella di S. Pietro in Vaticano e la preformazione del Motu proprio di S. Pio X, tesi di diploma, Città del Vaticano, a.a. 1979-80, pp. 3 s., 12-15; M. Carner, G. Puccini, Milano 1981, pp. 168 s. (per Andrea); A. Bricchi, Spontini e la riforma della musica di chiesa, Maiolati Spontini 1986, p. 53; L’epistolario «vaticano» di L. Perosi (1867-1965), a cura di S. Pagano, Genova 1996, pp. XXXIV, 14, 25, 56, 108, 110, 418; p. 338 (per Andrea); L.M. Kantner - A. Pachovsky, La Cappella musicale pontificia nell’Ottocento, Roma 1998, pp. 25, 42, 110, 269; pp. 244, 275 (anche per Andrea); L’Archivio musicale della basilica di S. Giovanni in Laterano, catalogo dei manoscritti e delle edizioni (secc. XVI-XX), a cura di G. Rostirolla, Roma 2002, pp. XXV, XXX s., 567-581; p. 567 (per Andrea); N. Clapton, A. Moreschi, the last castrato, London 2004, pp. 48 s.; S. De Salvo Fattor, La Cappella musicale pontificia nel Novecento, Roma 2005, pp. 23, 99; pp. 19, 103 (per Andrea); G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, LXXXVII, p. 71; Enciclopedia cattolica, VIII, col. 654; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, VIII, col. 432; Diz. encicl. universale della musica e dei musicisti, Le biografie, V, p. 17.
S. De Salvo