MARCHESI (cavaliere de Castrone marchese della Rajata), Salvatore
Nacque a Palermo il 15 genn. 1822, forse da famiglia di antica nobiltà (il titolo marchionale di Rajata, già della famiglia Marchese, nel 1888 passerà per successione alla famiglia Cutelli).
Il M. potrebbe essere imparentato con il colonnello P. Castrone, crudele capo della polizia di re Ferdinando di Borbone all'epoca dell'esilio in Sicilia, imprigionato in Castellammare del Golfo per ordine di lord William Bentinck (1812; cfr. Lackland).
Il M. era fratello del giurista Giuseppe Castrone - autore, tra l'altro, di una monografia sull'Ordine costantiniano -, che alla fine del Regno delle Due Sicilie fu "Direttore per il dipartimento delle Finanze presso il Luogotenente generale di Sua Maestà nei Reali domini oltre il Faro", dopo essere stato nel 1851 intendente del Vallo di Trapani.
Pare che il M. intraprendesse giovanissimo la carriera militare; tuttavia, forse a causa delle sue idee liberali, avrebbe abbandonato le armi nel 1840 e iniziato a studiare canto e composizione a Palermo con P. Raimondi. Proseguì la formazione musicale sotto la guida di F. Lamperti e U. Fontana a Milano, dove nel 1848 avrebbe partecipato alle Cinque giornate. In quell'anno il M. si sarebbe rifugiato negli Stati Uniti, dove diede inizio alla carriera di baritono debuttando a New York nel ruolo di Carlo V in Ernani di G. Verdi. Tornato in Europa assunse il nome Marchesi e si stabilì a Londra, dove ebbe modo di studiare con M. García iunior, il più rinomato insegnante di canto dell'epoca, fratello di Maria Felicia García (Maria Malibran) e di Pauline García Viardot, alla cui scuola a Parigi, poco prima, si era formata la futura moglie del M., il mezzosoprano Mathilde Graumann (Francoforte, 24 marzo 1821 - Londra 17 nov. 1913).
Ciò che è noto della vita del M. è dovuto quasi esclusivamente alle memorie della Graumann (Erinnerungen aus meinem Leben, Wien 1877; Düsseldorf 1887; volume ripreso e ampliato nella versione inglese Marchesi and music […] with an introduction by Massenet, London-New York 1897). L'opera è preziosa per ricostruire la vita musicale dell'intera Europa, ed è particolarmente dettagliata sugli avvenimenti privati e sugli incontri con celebrità non solo musicali.
Il M. e Mathilde si conobbero a Londra nei primi mesi del 1850, benché si fossero già sfiorati a Milano: la Graumann vi aveva fatto uno sfortunato passaggio durante le Cinque giornate. Fino alla partenza di Mathilde per il continente pare che i due cantassero in concerto numerosi duetti, specialmente rossiniani. Si ritrovarono nel 1851 a Londra, dopodiché il M. seguì la Graumann a Francoforte per chiederne la mano alla madre. Dopo una nuova separazione dovuta a impegni lavorativi di entrambi (il M. compì una tournée nella Germania settentrionale), e dopo il diniego da parte dell'amministrazione cittadina di Francoforte del consenso alla celebrazione del matrimonio, a causa della fama di sovversivo del M., per giunta uno straniero, si sposarono il 19 apr. 1852 in un piccolo centro poco distante.
La carriera del M. si svolse, più che nei teatri, nelle sale da concerto. Manifestò una singolare versatilità interpretando ruoli buffi del repertorio italiano così come la musica di J.S. Bach, G.Fr. Händel e W.A. Mozart.
Recatosi a Berlino con la moglie, nell'autunno del 1852 vi interpretò Ernani, il Barbiere di Siviglia di G. Rossini e Lucrezia Borgia di G. Donizetti. Tornato a Londra prese parte a varie rappresentazioni e concerti, proibendo tuttavia alla moglie di salire sul palcoscenico, tanto che il debutto di lei (nel 1853 a Brema, nel Barbiere), dovuto a una sostituzione dell'ultimo momento, rimase la sua unica apparizione in teatro. Nel settembre 1853 la coppia si mosse da Londra per visitare Francia e Italia (a Firenze incontrarono Rossini, a Ferrara il M. cantò ancora in Ernani). A Ferrara nacque Thérèse, prima di quattro figlie; la paura del colera fece sì che abbandonassero l'Italia per l'Austria, giungendo a Vienna nel settembre 1854.
La vocazione dei coniugi Marchesi si sarebbe rivelata sempre di più l'insegnamento: ottennero (dapprima Mathilde, poi il M.) un contratto da professori di canto presso il conservatorio di Vienna, dove rimasero fino al 1861.
C'è da ritenere, anche per la comune formazione con García, che condividessero le stesse idee: importanza della lingua italiana in quanto garanzia di un'emissione più corretta, a differenza del francese; approccio scientifico allo studio e alla funzionalità della laringe; uso delle "arie antiche" all'inizio del percorso didattico; accento posto sulla recitazione e sull'espressività del canto; ma anche apertura e attenzione a tutto il repertorio. Un metodo che si proclamava come l'unico possibile: nelle memorie di Mathilde c'è molto sarcasmo nei confronti della scuola tedesca di canto.
Nei due soggiorni viennesi (per complessivi sedici anni di insegnamento) i rapporti con le istituzioni furono sempre caratterizzati da vivaci contrasti (non solo all'interno del conservatorio). Nel 1861 i Marchesi cercarono dunque una collocazione alternativa e, su consiglio di Rossini, provarono a ottenere un posto presso il conservatorio di Parigi, ma il tentativo non ebbe successo per l'opposizione del direttore D.-Fr.-E. Auber, che si mostrò restio ad accogliere un metodo di canto non basato sulla lingua francese. Aprirono dunque una scuola privata a Parigi, continuando a dare in coppia concerti pubblici; spicca il programma dei "concerti storici", in cui l'evoluzione della vocalità italiana veniva seguita dal 1600 al 1835 tramite alcuni pezzi rappresentativi. Tale programma fu portato in tournée dai Marchesi in Germania e in Svizzera nell'inverno 1862-63. Dal marzo al maggio 1864 furono ancora itineranti nelle isole britanniche con altri due cantanti (tenore e soprano), un violinista e un pianista, e poi da soli in Germania per la stagione estiva a Baden.
L'anno successivo Mathilde fu chiamata da F. Hiller presso il conservatorio di Colonia, seguita, non è noto esattamente quando, dal M. che fino al 1868 vi insegnò canto nella classe maschile, e lingua e letteratura italiana. Il 22 dic. 1867 il M. fu insignito con la croce di ufficiale dell'Ordine savoiardo dei Ss. Maurizio e Lazzaro. Nel 1869 raggiunse Mathilde al conservatorio di Vienna, dove era tornata a insegnare nel 1868. Nel 1873 il M. fu membro della giunta per l'Esposizione di Vienna (pubblicò Relazione sugli istrumenti musicali quali erano rappresentati all'esposizione universale di Vienna…, Milano 1873). Nel 1878 la coppia abbandonò definitivamente l'insegnamento in conservatorio e Mathilde continuò a dare lezioni private a Vienna. Nel 1881 si trasferirono a Parigi, dove fondarono una scuola privata, l'École Marchesi, conosciuta in tutto il mondo (la Marchesi fu detta la "maestra delle prime donne": tra le sue allieve si contano celebrità come Antonietta Fricci, Gabrielle Krauss, Emma Nevada, Etelka Gerster, Sibyl Sanderson, Emma Calvé, Nelly Melba).
Il M. morì a Parigi il 20 febbr. 1908.
Dotato di una voce baritonale di prim'ordine, il M. fu un cantante "colto"; lo si arguisce, innanzitutto, dalla decina di rese metriche di opere straniere (francesi e tedesche) in italiano: le sue traduzioni di R. Wagner (Lohengrin, Tannhäuser, Der fliegende Holländer) sono rimaste valide per mezzo secolo e più. Considerata la preminenza accordata dal M. e dalla moglie alla lingua italiana, e d'altro canto l'interesse per la musica tedesca, non stupisce che il M. si sia dato, con competenza, a quel compito, e che il suo editore di riferimento fosse Lucca, propugnatore della "nuova musica". Non è noto se l'attenzione a Wagner corrispondesse a un gusto personale del M.: la moglie, nelle sue memorie, tratta molto severamente non già le composizioni di Wagner, ma la vocalità wagneriana, accusata di logorare le voci.
Il M. tradusse anche Die lustigen Weiber von Windsor di O. Nicolai, che era stato insegnante (e pretendente) di Mathilde trent'anni addietro, oltre alle opere francesi di G. Spontini, L. Cherubini, Chr.W. Gluck. Che un cantante (genus per definizione non intellettuale) fosse scelto per stendere una relazione dell'Esposizione di Vienna è un altro segnale della considerazione in cui il M. era tenuto.
I Marchesi furono in ottimi rapporti personali con i più importanti musicisti dell'Ottocento: F. Liszt, Verdi, F. Hiller, J. Meyerbeer, tra i tanti. Oltre alle traduzioni, il M. scrisse anche le parole per romanze proprie e altrui. Un impegno "etnologico" si può rintracciare nel repêchage siciliano dei canti Le sei sorelle. Se dunque la carriera da cantante non fu condotta ai vertici, e quella da insegnante si svolse all'ombra del talento della moglie, rimase al M. il terreno della versificazione e della composizione, in cui fu, secondo le parole di C. Schmidl, "elegante ed ispirato".
Composizioni: Riassunto dell'arte del canto per tutte le voci. Venti vocalizzi, Milano s.d. (forse 1867); Ventiquattro esercizi facili e progressivi per lo sviluppo del meccanismo della voce e sei esercizi di stile per basso-baritono, op. 19, ibid. 1880 (ma probabilmente precedenti); Johanna-Valzer, op. 20, ibid. 1871; Vingt-quatre nouvelles vocalises elementaires et progressives pour ténor ou soprano, op. 23, Vienne 1875; Le sei sorelle (canzoni popolari siciliane), Leipzig s.d. (post 1875); Pourquoi?, romanza, Paris s.d.
L'ultimogenita del M. e della Graumann, Blanche (Parigi, 4 apr. 1863 - Londra, 15 dic. 1940), in seconde nozze baronessa Caccamisi, fu anch'ella una famosa cantante. Intrapresa la carriera, non senza l'opposizione dei genitori, assistette la madre nella sua scuola, e ne perpetuò l'insegnamento. Analogamente alla madre, dapprincipio la sua carriera si svolse esclusivamente nelle sale da concerto: solo nel 1900 cominciò anche a prodursi in teatro, distinguendosi in ruoli wagneriani e in altri da soprano drammatico. Sulla tardiva apparizione in palcoscenico di Blanche dovette influire il rapporto con i genitori (il M. aveva vietato alla moglie di esibirsi in teatro e Mathilde non approvava la vocalità wagneriana). Sulla voce di Blanche i pareri sono contrastanti: alcuni critici le riconobbero solo l'eccellente tecnica e il gusto raffinato, altri invece anche la bellezza della voce. Nel 1938, a settantacinque anni, era comunque ancora in grado di cantare in pubblico e due anni prima, nel 1936, aveva inciso un disco di arie. Ebbe, come la madre, facilità di scrittura; pubblicò The singer's pilgrimage (London 1923) e The singer's catechism (ibid. 1932).
Fonti e Bibl.: Elenco alfabetico dei decorati dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro dal 17 marzo 1861 … al 31 dic. 1869, Torino 1870, p. 107; G.B. di Crollalanza, Diz. storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, Pisa 1886-90, ad nomen; H.M. Lackland, Lord William Bentinck in Sicily, 1811-12, in The English Historical Review, XLII (1927), pp. 371-396; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, pp. 33 s.; Enc. dello spettacolo, VII, col. 103 (s.v. Marchesi de Castrone, Mathilde); Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 641 (s.v. Marchesi, famiglia); K.J. Kutsch - L. Riemens, Grosses Sängerlexikon, III, pp. 2206-2208; The New Grove Dict. of music and musicians, XV, pp. 822 s. (s.v. Marchesi).