D'ESPOSITO, Salvatore (Salve)
Nacque a Sorrento il 9 ag. 1903 da Gennaro, organista e compositore, e da Luisa De Luca, violinista. Giovanissimo, rivelò spiccate doti musicali, iniziò lo studio del pianoforte con il padre e lo proseguì presso l'istituto "Nino Bixio" della sua città; passò in seguito al conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli, ove fu allievo di F. Rossomandi e G. Barbieri per il pianoforte e di G. Napoli per la composizione.
Sin dagli anni dell'adolescenza si era esibito in pubblico come pianista, esordendo ufficialmente nel 1919 alla sala Artisti di Napoli, ove riscosse il primo successo come interprete di composizioni del repertorio classico. Fu poi a Parigi e a Londra, ove si fece apprezzare per le singolari qualità interpretative e, tornato in Italia, suonò nel 1921 alla sala Tassiana di Sorrento. Conseguito il diploma in pianoforte e in composizione, fu invitato a esibirsi come pianista per l'Associazione dei musicisti di Napoli (1923) e riportò il primo successo in un programma comprendente anche autori contemporanei in cui, come rilevò la critica, poté mettere in luce, accanto a una tecnica robusta e brillante, un sensibile e raffinato temperamento d'interprete.
Scritturato nel 1923 come direttore d'orchestra al salone Margherita di Napoli, fu poi prescelto dalla Federazione musicisti d'Italia per una serie di concerti in Italia e all'estero. Sempre nel 1923 fu chiamato come maestro sostituto al teatro S. Carlo di Napoli, ove poté compiere un utile e prezioso tirocinio accanto a direttori come R. Zandonai, G. Neri e A. Coates. Conclusa questa esperienza nel 1925, fu attratto dal mondo della musica leggera e quasi per gioco compose il ballabile Dancing girl, che rimase per il momento una esperienza isolata.
Seguendo i consigli del maestro A. Barbieri, tornò a comporre lavori sinfonici. Il richiamo del mondo della canzone fu comunque più forte e nel 1926 il D. partecipò a un concorso indetto per la fiera di Piedigrotta, vincendo il primo premio. Nel 1929 si recò in tournées nei maggiori centri musicali europei, riscuotendo grandi successi soprattutto a Parigi e a Londra, ove conobbe l'attrice d'origine napoletana Clelia Matania, che lo esortò a dedicarsi alla canzone. Tornato in Italia, nel 1931 sposò la violinista Giulia Ciampa. Trasferitosi in seguito a Roma, ove diresse un'orchestrina in un locale e assunse il nome d'arte di Salve, incontrò nuovamente la Matania che, convinta delle sue innate capacità di compositore e di autentico erede della tradizione napoletana, lo presentò al poeta Tito Manlio nella speranza che la collaborazione potesse dar vita a un felice sodalizio artistico in grado di rinnovare il mondo della canzone partenopea da tempo in declino.
Fu così che nacque la prima fortunata canzone del compositore sorrentino, la bellissima Me so' 'mbriacato 'e sole, che, lanciata all'hotel Le Terrazze di Sorrento nel 1948 dallo stesso autore, riscosse un immediato successo e, tradotta in molte lingue, si diffuse rapidamente in tutto il mondo. Fu questo l'inizio d'una carriera costellata di successi. L'anno seguente, sempre su versi di T. Manlio, fu la volta di Anema e core, la più originale e significativa canzone del D., accolta in tutto il mondo come tipica espressione della melodia all'italiana.
Caratterizzata da una melodia suadente e appassionata, questa canzone ebbe tra l'altro il merito di realizzare la fusione tra una sensibilità tutta partenopea per ispirazione poetica e melodica e un discorso musicale decisamente moderno nell'andamento ritmico. Nel volgere di pochi mesi raggiunse notorietà internazionale, entrando a far parte del repertorio dei maggiori cantanti anche lirici italiani e stranieri. Al di là del successo commerciale, che determinò una sorta di fanatismo divistico propagatosi poi al cinema e al costume (Mario Mattoli diresse un film omonimo con F. Tagliavini, C. Campanini, R. Billi e M. Riva nel 1951 e il tema della canzone fu utilizzato come colonna sonora in una dozzina di film), la canzone è sopravvissuta al tempo e alle mode entrando di diritto nel novero delle più belle espressioni della tradizione melodica italiana, grazie anche al felice connubio tra la musica e un testo semplice ma sentitamente ispirato, che contribuì a valorizzarne la vena poetica sottolineando la fluidità del discorso musicale (il Journal de Paris del 31 maggio 1955 così sottolineò il pregio dei versi: "semblent inspirés par un besoin inassouvi et sans cesse croissant de douceur et de tendresse. La melodie en est comparable à un baiser très pur ou à une chevelure de femme qu'un amant caresse d'une main amoureuse et craintive").Dopo Anema e core che, insieme con 'Osole mio, Funiculì funiculà, Marechiaro, divenne uno dei simboli della napoletanità e della canzone italiana nel mondo, il D. continuò a comporre, collaborando con T. Manlio e altri poeti come M. Galdieri, E. Bonagura, M. Paturzo, N. Salerno (Nisa) e molti altri: pur non riuscendo a rinnovare il successo di questa sua fortunata composizione, nacquero altre canzoni che convalidarono la sua posizione di rilievo nel panorama della nuova tradizione melodica napoletana.
Si ricordano, tra le altre, prevalentemente pubblicate a Milano, salvo diversa indicazione: Terrazza di Sorrento (versi di T. Manlio, 1950), L'amore ha fatto sciopero (T. Manlio, 1950), Palladò (M. Galdieri, 1950), Ammore è sentimento (Nisa, 1952), Cuncé, vendetta! (Nisa, 1952), 'E campane napulitane (Nisa, 1953, finalista al primo festival della canzone napoletana), Ce steva nu regnante (Nisa, 1953), N'ata canzone a Surriento (M. Paturzo, 1953), Femmene, sciure e musica (E. Bonagura, 1953), Casarella 'e Pusitano (P. Girace, 1953), Mari nun me scetà (A. Malmassari, 1954, vincitrice del primo premio al festival di Scanno; Firenze 1954), Felicità (T. Manlio, finalista al quinto festival della canzone napoletana, 1957), Padrone d' 'o mare (T. Manlio, vincitrice del settimo festival della canzone napoletana, Roma 1959), Musica 'mpruvvisata (T. Manlio, 1960), N'angelo (E. Bonagura, 1960), Si ce miette (Id., 1961), 'O suonno tene vint'anne (T. Manlio, 1961), 'A femmena bella è comme 'o sole (Id., 1961) e molte altre.
Abbandonata negli anni seguenti l'attività creativa, il D. si ritirò a vita privata. Morì a Roma il 22 genn. 1982.
Bibl.: Necr., in Paese sera, 24 genn. 1982; in Il Mattino, 24 e 25 genn. 1982; notizie e critiche in Giornale della sera, 13-14 febbr. 1923; IlMattino, 30-31 ag. 1923 e 12 ag. 1953; Roma, 10febbr. 1955; Il Messaggero, 11 nov. 1964; F. Petriccione, Piccola storia della canzone napol., Milano 1959, pp. 166, 179; La canzone napol., XXI, Milano 1970, pp. 10 ss.; T. Manlio, Una vita per una canzone (Anema e core), Napoli 1970; F. P. De Martino-A. Fiorentino, Omaggio a S. D., Sorrento 1983; E. De Mura, Enc. della canzone napol., Napoli 1969, I, pp. 103 s., 256 s., 465; II, pp. 51, 97, 123, 128, 135, 191, 206, 297, 316, 337, 365; III, pp. 106, 172, 290, 339, 347.