BONGIOVANNI, Salvatore
Figlio di Bernardo e di Agata Lajacona, sarti, nacque in Caltagirone il 14 marzo 1769. Dopo aver frequentato la bottega del prozio Antonino Bertolone, stovigliaio, a diciotto anni abbandonò l'arte di modellare figurine in terracotta che esercitava col fratello Giacomo, e si recò nello scorcio del 1786 a Roma per studiarvi scultura. Dopo un soggiorno in patria ripartì nel 1791 per Firenze, dove lavorò con gli scultori trevisani Pietro e Giovanni Pisani, frequentando nel contempo l'Accademia fiorentina sotto lo Spinazzi e F. Carradori; soggiornò anche brevemente a Volterra dove attese a lavori in alabastro. A Firenze vinse, nel 1794, il primo premio al concorso accademico triennale che aveva per tema: Dedalo in atto di porre le ali ad Icaro.
Nominato professore di scultura all'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1803, lavorò per il granduca Ferdinando III. Anteriori al 1823 (perché ricordati da G. Cacialli, in Collezione dei disegni di nuove fabbriche e ornati fatti nella villa del Poggio Imperiale e nel palazzo Pitti, I e II, Firenze 1823) sono le statue di Ninfe contenute nelle due nicchie di sinistra della stanza del bagno in palazzo Pitti (firmate; quelle nelle nicchie di destra sono di G. Insom) e gli stucchi col Trionfo di Giuditta e il Trasporto dell'arca nella cappella di Poggio Imperiale. Del 1838 sono probabilmente gli stucchi nella chiesa di S. Lucia sul Prato, sempre a Firenze (cappella principale, cappella sinistra e destra; cfr. Paatz).
Negli anni precedenti aveva operato a Lucca per la duchessa Maria Luisa di Borbone, decorando con bassorilievi in stucco e gruppi di figure la nuova galleria del pal. ducale (Trenta). Decorò anche la capp. Orsetti costruita nel camposanto di Lucca dal Nottolini (1823).
L'arte del B. è pregna di classicismo. Per quanto inclinasse, per la sua originaria attività di modellatore di figurine paesane, all'osservazione del vero, egli non riuscì mai a sottrarsi alle influenze stilistiche canoviane.
Morì in Firenze il 20 genn. 1842 e fu sepolto nel chiostro del convento di ognissanti.
Bibl.:T. Trenta, Guida del forestiere per la città e il contado di Lucca, Lucca 1820, pp. 56 s., G. B. Nicastro, Sulla vita e sulle opere di S. B., Firenze 1864; W. e E. Paatz, Die Kirchen von Florenz, II, Frankfurt a. M. 1941, p. 623; H. Hubert, La sculpture dans l'Italie napoléonienne, Paris 1964, pp. 358, 384 n.; A. Ragona, L'arte dei figurinai di Caltagirone, in Sicilia, n. 52, 1966, p. 60; Id., La bottega B.-Vaccaro, in Arch. stor. siracusano, XII (1966), p. 157.